venerdì 9 maggio 2025

L'Egitto dei Faraoni


 
 Per qualche tempo l'idea del viaggio ti insegue, diventa più grande e poi ti conquista, fino a quando non decidi di realizzarla.

   Così, nemmeno questa volta, sono riuscito a resistere all'idea di realizzare il mio desiderio per trovarmi, faccia a faccia, con l'antico mondo dei Faraoni. A metà Marzo ho iniziato a pensare e  progettare il viaggio. Questa è la parte che mi piace di più perchè non ha le difficoltà del viaggio vero e proprio e perchè la mente è libera di fantasticare mentre elabora il programma.

  Ricordando l'esperienza negativa  del precedente ingresso in Egitto, quando, ignaro della necessità della tassa e delle formalità del visto turistico, mi sono trovato in difficoltà all'uscita dell'aeroporto di Marsa Alam e pensando che solo grazie all'intervento di una guida di un gruppo arrivato con il medesimo volo, ho potuto soddisfare tale formalità,  ho provato a procurarmi il visto tramite il sito governativo ufficiale. Purtroppo, non essendo in grado di inviare una copia dei documenti necessari, nel formato richiesto, ho dovuto girare la pratica ad una Agenzia specializzata che in un paio di giorni ha provveduto al disbrigo dell'incombenza, presentando, però,  un conto di oltre il doppio del costo del visto.

   Per il volo, dopo aver cercato tra quelli economici, per evitare di fare il giro di mezzo mondo, ho creduto di far bene ad affidarmi ad EgyptAir , compagnia di bandiera. Nulla da dire :

 - sull'orario del volo in partenza alle 15.30 con arrivo al Cairo verso le 20.00 ,

 - sulla quantità di bagaglio da poter imbarcare,

 - sul costo, nemmeno troppo esoso, ma scoprirò, a mie spese, che.....

   Come sempre, ho cercato su Booking , un hotel che offrisse una sistemazione a Giza, non lontano dai siti archeologici e che avesse i servizi necessari per un comodo soggiorno. La mia scelta è caduta sul TUYA PYRAMIDS WIEW, che pur essendo in ottima posizione, ha, successivamente,  presentato diversi aspetti negativi.



                                                             Tuya Pyramids Wiew
    A pochi giorni dalla partenza , inizio a riempire il mio soggiorno di cose da fare.  Ho scelto tra le offerte di Booking, non trovando nulla di più interessante,  una serata di navigazione sul Nilo, rivolgendo, poi, le mie attenzioni a GET Y OUR GUIDE , che pur con prezzi esorbitanti, offriva un tour, con guida parlante italiano, ai siti archeologici di Saqqara, Menfi e Giza. Ho lasciato all'intuito del momento le ulteriori attività.

   Arriva, finalmente ,  il 20 Aprile e con le valige pronte e chiuse, non resta che partire.

   Fino a Milano tutto bene, ma, da qui in poi, molte cose non  andranno come speravo.

   La prima difficoltà nasce già in stazione, dove, per problemi alla linea elettrica, hanno soppresso il Malpensa Express delle 10,30 che avrebbe dovuto portarmi all'aeroporto.  Non posso aspettare i probabili prossimi treni perchè mancano solo poco più di tre ore alla chiusura del gate e decido di correre, sotto la pioggia,  a prendere uno dei bus che collegano la Stazione Centrale con Malpensa.  La percorrenza è regolare ed arrivo in tempo per leggere che la partenza del mio aereo è stata rimandata.   Alle 18 circa ci imbarchiamo ed il volo arriva al Cairo con oltre 3 ore di ritardo.  Arrivo all'uscita verso mezzanotte , ma del taxi che avevo prenotato, pagato e che doveva aspettarmi , nemmeno l'ombra.  Salgo sul primo mezzo che trovo, ma l'autista ha qualche difficoltà a trovare l'hotel, nonostante la consulenza telefonica della reception. Finalmente mi accompagnano in una camera che non è quella che avevo prenotato e che ho appena pagato. E' troppo tardi per ogni cosa, sono stanco, non vedo l'ora di fare una doccia e dormire qualche ora.

21 Aprile

   Al mattino mi accorgo subito che la gestione italiana dell'hotel è cosa di qualche anno prima. La banda di improvvisatori che mi ha ricevuto continua a non capire le mie ragioni o finge di farlo. Arriviamo ad un compromesso : io rinuncio alla vista delle piramidi ed ho una camera migliore. Finalmente, al bar, posso assaporare un cappuccino degno di tale nome, come nemmeno in Italia si trova spesso. Anche la colazione non è male, con ottimi dolci  e frutta.

   Oggi non ho attività prenotate , ma di ciondolare senza far nulla non se ne parla, così scendo in reception per chiedere un taxi per andare al Cairo. Alla fine di una  estenuante trattativa, complicata  dal mio inglese quasi inesistente, concordiamo per una guida automunita che mi accompagnerà in diversi punti della città fermandosi il tempo necessario per farmi conoscere i luoghi. Dopo una mezz'ora arriva il mio accompagnatore, studente di lettere,  con cui concordiamo un programma di circa 5 ore per una cifra inferiore ai 30 euro.

   Si inizia dalla Cittadella del Cairo, una fortificazione costruita nel 1176 come protezione contro i Crociati, che ci accoglie tra le sue immense mura e ci mostra tutta la città ai suoi piedi. Al suo interno sono visitabili La moschea di Muhammad Ali, la moschea di al-Nasir Muhammad, il palazzo dell'Harem, la moschea di Sulayman Pascià, il museo delle carrozze,  il Burj al-Turfa, l'antica prigione militare, il museo della Polizia, il Palazzo AL-Gawhara ed il museo dell'Esercito. Ci incamminiamo verso la moschea di Muhammad Alì ( moschea di alabastro ), immensa con grandi cupole e minareti , che svetta sulla sommità del colle e, passo dopo passo, da una moschea all'altra, finiamo la camminata con uno sguardo ad una ammucchiata di mezzi militari desueti, che lasciamo alle spalle mentre percorriamo il bellissimo piazzale che ci porta all'uscita. Dopo un ultimo sguardo al Cairo dalla terrazza panoramica , decidiamo di lasciare il luogo.








   




Ci dirigiamo verso la città vecchia ( Misr Al-Qadima )dove, in un traffico apocalittico,  il cuore copto si fonde nella Cairo islamica. La mia guida continua instancabile fino ad arrivare alla grande moschea di Khan el-Khalili, che mi ha stupito per il numero di persone presenti alla preghiera e per l'immenso spazio interno, che ha la copertura sorretta da una fitta foresta di colonne.

   Ormai stanchi, ci concediamo una sosta per l'acquisto di una maglietta ricordo, un segnalibro di papiro dipinto e profumi caratteristici da usare negli ambienti casalinghi.

A pomeriggio inoltrato ritorno in Hotel, cercando di capire dove trovare cibo per la cena, ma opto per il ristorante interno dell'hotel perchè sono stanco e fa caldissimo.

22 Aprile

   Dopo la colazione resto in attesa dell'auto che deve prelevarmi per portarmi all'appuntamento con l'incaricato di Getyourguide, per visitare i luoghi archeologici di Saqqara, Menfi e Cairo.

  L'autista mi porta davanti ad un hotel dove incontro  Omar   , professore universitario di storia egiziana, che parla un ottimo italiano  e che resterà a mia disposizione ( con auto ed autista) fino alle 18 di oggi. Decidiamo di iniziare il tour da Saqqara per sfruttare una temperatura che non si è fatta ancora troppo calda. Per una buona mezz'ora continuiamo a seguire strade secondarie  lungo canali colmi d'acqua e poi arriva improvvisamente la sabbia del deserto. Davanti a noi la piramide a gradoni di Djoser, l'antesignana per eccellenza. Si entra nel sito da una stretta porta da cui si diparte una sfilata di alte colonne che ci accompagnano fino al cospetto della grande piramide, ai resti del Serapeum ed alla sepoltura del faraone Horemheb. Non avevo mai letto che qui il Faraone partecipasse periodicamente ad una cerimonia in cui lui stesso partecipava  all'uccisione dei tori omaggio dei governatori della Province e che, terminate le uccisioni,  le loro carni fossero offerte al popolo perchè se ne cibasse. Il sito è vastissimo e contiene reperti importati, seppur in qualche modo sottovalutati.


   Riprendiamo l'auto per recarci alla necropoli di Memphis dove il famoso colosso di Ramses II cattura l'attenzione dei visitatori unitamente ad altre statue di altri faraoni, sfingi e reperti adagiati in questo museo all'aria aperta.


   Ripartiamo e l'auto ci lascia all'ingresso pedonale del sito delle piramidi di Giza. Con una buona sgambata si arriva di fronte alle 3  grandi piramidi con immediato accesso esterno alla piramide di Cheope. Rinuncio ad introdurmi all'interno del monumento per il caldo opprimente e perchè è troppo interessante tutto quello che ha da raccontare Omar circa le ipotesi della costruzione di questi colossi.  Spostandosi sul lato posteriore della piramide di Micerino si vedono chiaramente le tre più piccole delle "regine" ed altre edificazioni più piccole che restano nascoste altrimenti. Bellissimo il panorama delle piramidi con lo sfondo della città, guastato da una specie di nebbia color ocra.


   Con una breve camminata si accede al sito della Sfinge, in quei giorni inaccessibile per restauri in corso, e resta la delusione di dover ammirare da lontano questo incredibile monumento.

   E' prassi fermarsi ai negozi di ricordi e per ristorarsi con  un sorso di succo di canna da zucchero prima di far ritorno in hotel.

   Al ritorno la stanchezza ha il sopravvento e ripeto la cena al ristorante dell'hotel.

23 Aprile

   Mi riprendo lentamente dalla stanchezza del giorno precedente e poichè nessuno, fino ad ora,  ha ancora rifatto la camera , segnalo la cosa in reception con anche il fatto che la doccia perde acqua come un secchio senza fondo. Mi dicono che devo lasciare la chiave perchè altrimenti non possono entrare : fatto.

   Esco a piedi in direzione delle piramidi che troneggiano a poca distanza e nemmeno 10 minuti dopo un taxi mi sta portando a passeggio da Giza verso il Cairo, senza una meta precisa. Le auto sfrecciano affiancate su 4 corsie di marcia e qualcuno rischia la vita per attraversare il fiume di auto. Intorno si vedono le ferite inferte ai palazzi che hanno fatto posto a questa specie di superstrada, che non ha nemmeno lontanamente risolto i problemi di un traffico eterogeneo composto da carretti trainati da animali, vecchi autocarri, bus in fin di vita ed auto di ogni genere.

   Arriva la sera ed i messaggi di chi deve venire a prendermi  per la cena in barca sul Nilo mi fanno pensare che avremo qualche difficoltà. Ho esaurito il credito e si è spento Internet, ma con un colpo di fortuna incrocio il tipo giusto. Fa tutto da solo e dopo una lunga attesa all'imbarco, superata la coda,  mi trova un posto in prima fila per lo spettacolo : dervisci rotanti ( o simili ) e danza del ventre. La cena in self service è deludente, ma la serata, nel complesso, è stata piacevole.







24 Aprile

   Alla reception chiedo di avere un taxi per andare al Grande Museo Egizio del Cairo, ma come al solito, per poter lucrare qualche lira, mi convincono ad usare un trasporto privato, che ( dicono ) verrà a riprendermi nel punto in cui sono stato lasciato.  All'ingresso del Museo non c'è molta gente in coda e l'accesso è veloce. L'esposizione dei reperti è grande ma non quanto immaginavo. Lo spazio dedicato agli arredi della tomba ed alla maschera di  TutanKhamon è poca cosa e presumo che parte delle cose rinvenute sia ancora in qualche magazzino in attesa di essere esposto al nuovo grande museo di Giza. Il divieto assoluto di eseguire fotografie sottrae molto al piacere della visita. Due ore e 30 minuti dopo sono nel punto esatto dove ero stato lasciato, ma del mio autista nessuna traccia. Mentre arrostisco sotto il sole, passa una buona mezz'ora e conscio di essere stato dimenticato, telefono in hotel perchè rintraccino il tizio. Mi dicono che è in viaggio, ma arriva dopo un tempo maggiore di quello che necessita tra Giza ed il Cairo.

   Decido di andare a cenare in un ristorantino non troppo lontano. Il posto è triste, il cibo appena passabile, non accettano carte di credito e moneta estera :  lascio lo zainetto in ostaggio ed accompagnato dal cameriere vado a prelevare moneta egiziana dall'ATM di un distributore di carburante sulla strada principale. Questa passeggiata  mi permetterà di scoprire il locale in cui cenerò nelle restanti sere.

   Rientro in hotel e la stanza è nuovamente da riordinare e nessuno ha fatto nulla per la doccia.

25 Aprile

     Ieri ho, casualmente,  trovato in internet un'offerta per un tour, con autista privato e guida, ad Alessandria per visitare la parte storica del porto, le catacombe, la biblioteca. Dopo un intenso scambio di messaggi e di promesse da parte di un fantomatico manager, concordo che alle 8.30 di questa mattina vengano a  prelevarmi in Hotel.  Si presenta puntuale un ragazzino che nemmeno parla inglese, ma con cui si instaura un ottimo filing. La distanza da percorrere è di oltre 200 km. e superare il Cairo non è cosa semplice, poi la strada si snoda agevolmente, interrotta da una sosta per la colazione, che ci mancava.

   Il traffico di Alessandria non è molto diverso da quello del Cairo e di Giza : un caos. Perfino il mio autista, per arrivare all'appuntamento con la guida, deve sudare le proverbiali 7 camicie ed in un paio di punti ci passiamo almeno due volte. Al vecchio porto, dove era collocato il colosso posto all'ingresso, incontro la mia guida, che fortunatamente parla un poco di francese e riusciamo a capirci. Mi indica un muro di pietra dicendomi che è tutto quello che resta delle attività umane in quel luogo : delusione. Delle catacombe,  franate per la maggior parte, restano solo poche stanze di scarso interesse : visita conclusa in 20 minuti. 


Partiamo alla volta della Biblioteca        ( non quella che fu distrutta dai Romani) ma quella nuova, costruita con i fondi dell'Europa. E' posta in un nuovo edificio di cemento e vetro, architettonicamente apprezzabile , con l'interno sistemato come una serie di gradinate sulle quali sono distribuite le risorse librarie ( circa un milione di volumi ) : ottima vista scenografica.

 Ci fermiamo per un caffè prima di risalire in auto per toccare alcuni punti interessanti della città e per qualche fotografia.

   Il ritorno è più monotono dell'andata ed i tempi si sono allungati per il traffico caotico lungo il percorso.

   Cerco il ristorante che avevo visto la sera prima e non mi ero sbagliato : servizio a buffet, ottimo cibo, conto minimo ( 10 euro ).

26 Aprile

   Per l'ultimo giorno ho programmato, a mattinata inoltrata,  una visita al nuovissimo museo egizio di Giza, ancora in fase di allestimento. Mi avvio, camminando lentamente per attenuare il caldo ed  é facile arrivare a destinazione, distante circa un paio di km.  Il sito è veramente enorme, basti pensare che tra il cancello di accesso e l'ingresso al museo ci sono più di 300 metri ed un enorme piazzale.  Il nuovo  modernissimo fabbricato, fregiato dalla riproduzione dei cartigli dei Faraoni, ha un'ampiezza interna incredibile, tanto che perfino le grandi statue, ivi collocate, sembrano minuscole. Perfino il biglietto di ingresso è esagerato per l'Egitto : 5 euro. Sono aperti l'atrio, alcune sale del 1° piano e l'esposizione di statue lungo la scalinata fino al piano superiore.

  La visita, considerato che più del 50% delle sale è ancora vuoto, si esaurisce in un ora, ma ho ancora ben presente lo stupore e la meraviglia suscitata dall'ampiezza questo luogo.

  Pensavo che ritornare sarebbe stato facile, ma ho confuso due strade parallele, così, mentre cercavo la giusta direzione, sono stato abbordato da un taxi ed io sono stato ben contento di accettare il trasporto fino all'hotel.

   La camera è sempre da rigovernare, ma non mi interessa più.

   Rifaccio le valige e poi vado a cena nel medesimo ristorante delle sera precedente.

27 Aprile

   Raccolgo tutto quello che ho acquistato in questi giorni e lo  aggiungo in valigia, senza nessun problema di pesi.

   Dopo la colazione ed una passeggiata perditempo , chiedo alla reception di chiamare un taxi e quando inizia la danza delle proposte di cose inutili al fine di  poter lucrare qualche lira ( egiziana ),  questa volta non ci sto, mi arrabbio e chiamo il tipo che mi aveva portato alla cena sul Nilo, che in mezz'ora è sul posto.

   Forse sono state le maledizioni dei receptionist od il destino avverso,  ma il volo che  avrebbe dovuto partire alle 13.55 è decollato alle 18.30. Il ritardo è d'obbligo. 

   L'arrivo a Milano è fortunatamente avvenuto ancora in orario per prendere il  Malpensa Express e da Milano per Brescia l'ultimo treno. 

   Poteva andar peggio e per questa volta tutto é bene quel che finisce bene.





mercoledì 17 agosto 2022

Vacanza sub a Berenice ( Egitto - Sud Mar Rosso )

 Berenice  14 - 22  Maggio  2022

   Avevo sognato di andare in questo luogo quando, conquistata la pensione circa 20 anni or sono, avevo iniziato a viaggiare, ma col tempo e per aver dato la precedenza ad altro,   avevo dimenticato  questo desiderio.

   Due anni di pandemia  mi hanno reso claustrofobico e così, appena intravista la possibilità di partire, non mi sono fatto pregare, anche se le incognite relative a permessi sanitari, visti e quant'altro , erano molte.

   Il momento favorevole è scattato quando, gironzolando per il web e saltando da una pagina all'altra in cerca di ispirazione, sono finito in casa SPORTFULTRAVEL , un'agenzia specializzata in viaggi un poco più avventurosi di quelli offerti dai tour operator e soprattutto studiati ad hoc per la singola persona.

   Ho subito inviato la mia richiesta, chiedendo di essere contattato per un viaggio sub a Berenice.

   Dopo più di una settimana, quando pensavo di aver perso tempo, è arrivata la prima email di contatto, in cui mi si chiedeva di comunicare date approssimative, preferenze di luoghi di partenza, tipo di viaggio  ed altre cose  utili a confezionare un pacchetto su misura.

   Dopo una fitta corrispondenza,  abbiamo raggiunto un accordo  per l'aeroporto, per le date e per i servizi aggiuntivi e somma da pagare (euro  1.500,00  tutto incluso).

   Effettuato l'ultimo pagamento a 30 giorni dalla partenza, sapevo di ;

- partire il 14 Maggio,

- avere il visto di ingresso in Egitto,

- alloggiare al Wadi  Lahmy Azur resort, in pensione completa,

- aver acquistato 10 immersioni da barca sul reef,

- usufruire di un trasporto in auto tra l'aeroporto di Marsa Alam e la mia destinazione e viceversa,

- essere assicurato per quanto prevedibile, compreso l'insorgenza di covid in viaggio.

   Esisteva qualche incertezza ( come sempre )  sull'orario di partenza dei voli, ma alla fine si è trattato dello uno scostamento di  circa 1 ora.

   I giorni sono passati uno dopo l'altro e finalmente è arrivata l'ora.

   Un taxi mi ha portato alla stazione dei bus, dove, dopo una breve attesa ho caricato i bagagli sul Malpensa-Express diretto ad Orio al Serio.

   Un'ora di comodo viaggio ed eccomi, all'apertura del  drop off della Neosair, in attesa delle formalità di imbarco alle  19,25.

 Tutto procede speditamente e svaniscono le preoccupazioni connesse alla situazione sanitaria : nessuno mi ha mai chiesto il famoso green pass o altro documento guadagnato con 3 vaccinazioni.

   Il posto che mi viene assegnato è lato corridoio, di fianco ad una giovane coppia delle vallate bresciane, che conosce molto bene il territorio ligure dove sono nato ed ho vissuto.

   Poco più di 4 ore di viaggio ci portano all'aeroporto di Marsa Alam, dove , nella sala di controllo passaporti, accade il piccolo ed unico inconveniente del viaggio perchè ad  aspettarmi avrebbe dovuto esserci un incaricato del tour operator, risultato assente.

   Mi guardo in giro e mi rivolgo all'assistente  di uno dei gruppi appena sbarcati, che mi indirizza all'acquisto del visto di ingresso  ed a uno sportello di controllo dei documenti dove una coda  inesistente mi consente di passare davanti a tutti entro mezzanotte.

   All'uscita, un cartello con il mio nome mi guida  al contatto di viaggio che mi spiega di non essere potuto entrare in sala perchè, da poco, solo alcuni hanno la facoltà di assistere alle operazioni di ingresso in territorio egiziano.

   L'auto che ci deve trasportare in Hotel è a pochi passi  e ci imbarchiamo.

 Approfitto dell'ottimo italiano della mio accompagnatore per raccogliere notizie su quello che succede in Egitto e contrariamente a quello che credevo, lo trovo entusiasta dell'operato del governo che ha messo in cantiere una moltitudine di opere pubbliche e dato casa a molte persone.

   E' notte fonda e percepisco che  stiamo percorrendo una vera superstrada che  finisce  dopo circa 40 km.  quando l'auto inizia a decelerare fino a meno di 60 km. per evitare le buche che in alcuni tratti consentono solo un avanzamento a passo d'uomo.

   Ci fermiamo, dopo circa 1 ora di viaggio, per una breve sosta dove, a lato della strada,   si intravedono alcune case ed un unico punto di ristoro.

  Sempre a bassa velocità, attraversiamo il deserto, punteggiato da improvvise macchie di luce di hotel persi nel nulla, di piccole comunità e di poveri agglomerati urbani.

   Sono le tre di notte quando compare l'ingresso del Wadi  Lahmy Azur resort  ed alla reception un cortese impiegato mi consegna le chiavi della camera 1114/B , informandomi che in hotel vige il tempo con 1 ora in più rispetto al resto del mondo. ( ? )

   Raggiungo la camera, fresca ed accogliente, ed avendo perso il sonno, disfo le valige e poi chiudo gli occhi in attesa dell'ora di colazione.

   Mi sveglio per abitudine e provo a raccogliere le idee.

   E' domenica, ho ancora sonno ed  decido di non fare diving oggi, ma di recuperare energie e dedicarmi a conoscere l'ambiente che mi circonda.

   Fuori dalla porta la temperatura è piacevole e soffia un robusto vento che abbassa la calura e mi accoglie un giardino molto ben curato, pieno di fiori e del loro profumo.

   Inizio a gironzolare qua e là aspettando l'ora della colazione, che archivio in un amen per potermi dedicare  alle fotografie dell'ambiente e per raggiungere la sede del  diving, dove recupero l'attrezzatura mancante e prendo  accordi per il giorno successivo.

   Fatto questo ritorno in camera per un sonnellino.

   Mi sveglio a tempo per l'unico pasto che consumerò in hotel, essendo nei giorni successivi ospite a pranzo  sull'imbarcazione che ci porterà ai siti di immersione.

   Il ristorante è  sistemato sotto una immensa tettoia fronte mare ed il servizio a buffet prevede che i cibi siano messi a disposizione  in una grande sala, mentre all'esterno si preparano, al momento, pasta e pizza  e vengono servite bevande fredde e calde.

   Il cibo risente dei gusti egiziani, ma la pasta è buona ed ho  sempre trovato carne e verdura che ho mangiato volentieri.

   Meno scelta per la frutta ( arance, mele e  passion fruit  ), ma tanti dolcetti di bell'aspetto  ( un poco meno di gusto ).

   Il pomeriggio passa abbastanza velocemente ed eccomi pronto per la cena, consumata velocemente per approfittare del vuoto in reception per telefonare a casa, utilizzando il wi-fi gratuito, che abbandonerò nei prossimi giorni per evitarne la lentezza e le continue mancanze di collegamento.

 Poi a nanna, perchè in hotel le 7 del mattino corrispondono alle 6, ora italiana.


Giorno 2

   Non serve la sveglia.

Dopo la colazione mi presento al diving dove faccio conoscenza con Khaled, che sarà il mio mentore subacqueo per  tutta la settimana.

  Saliamo su un vecchio autocarro arredato con panche di legno ed in circa 15 minuti arriviamo al porto di Hamada, dove un ex mega yacht di lusso ci aspetta per condurci, in circa 1 ora di navigazione, ad un sito chiamato Shaab Zabargad.

   Le due immersioni giornaliere si svolgono ad una profondità variabile tra i 25 e 12 metri lungo la parete  che si erge  dal fondale sino in superficie. E' presente molto pesce e il corallo abbonda in una molteplicità di forme.

   Tutte le attrezzature rimangono a bordo ( con grande sollievo ) e verso le 17 siamo nuovamente in porto da dove si ritorna in hotel .

   Un occhiata alle foto subacquee, una doccia, una buona cena, una passeggiata per smaltire i carboidrati e poi a dormire, stanco ma rilassato.


Giorno 3

   Tutte le cose si ripetono come fotocopie del giorno precedente.

   Cambia solo qualche ospite ed il luogo di immersione che oggi è Isola bianca, a circa 50 minuti dal porto.

   Si tratta di un agglomerato di rocce affioranti su cui si è depositata sabbia coralligena di un candore eccezionale, mentre l'acqua ha riflessi azzurri.

   Le due immersione non presentano  difficoltà ed il nitrox 33 aiuta a smaltire la fatica.

   Inutile dire che pesce e coralli sono in ottima salute ed abbondano.


Giorno 4

   Oggi c'è molto vento e si resta più sotto costa, anche se il tempo per raggiungere Shaab Said è sempre più di un'ora.

   La seconda immersione è a ridosso di una parete che si erge su grande banco di sabbia punteggiato da concrezioni coralligene.

   Lo spettacolo è ineguagliabile.


Giorno 5

   Quando arriviamo sul sito previsto di immersione vi troviamo una barca già  ormeggiata ed il comandante decide di spostarsi a Abu Galawa Kebir Irrgarten che sarà la più bella immersione fatta.

   La parete che emerge dal fondo forma dei gradoni  a diverse profondità e dal suolo si ergono dei pinnacoli ricoperti di coralli abitati da migliaia di anthias che nuotano tutto attorno assieme ad altre specie più grandi.

   Nella prima immersione costeggiamo una parete che sembra aver subito un'esplosione perché le rocce che la formano sono ammucchiate a caso fino ad un grande arco da dove si accede al "coral garden" in cui centinaia di formazioni coralligene fanno sembrare la scena come un giardino alieno  sommerso.

   Nella seconda immersione , il tender ci porta oltre il reef e seguiamo la parete esterna in corrente.

   Mai visto tanta quantità e  qualità diverse di pesci !


Giorno 6

   Oggi  si riprova l'immersione che non è stata possibile ieri.

   Dopo una buona ora di navigazione arriviamo nei pressi di un reef formato da più siti emergenti che ci prepariamo ad esplorare.

   La prima immersion è Shaab  Hamam  a ridosso della parete del reef.

   Un lungo giro ci porta attraverso un "coral garden" ricco di grandi concrezioni  e poi a costeggiare una parete rocciosa contro la quale è adagiato  un relitto  in cui la vita sta iniziando a fiorire.

   Una tartaruga si lascia fotografare mentre nuota con noi.

 La seconda , con l'ausilio del tender, a Shaab Bohar Soraya , dove , a favore di corrente , scopriamo una natura apparentemente devastata da un esplosione che ha frantumato la roccia disegnando paesaggi apocalittici.

   Neppure qui il pesce scarseggia e grandi barracuda ci scortano sino all'uscita dall'acqua.

   Il ritorno è triste perchè questa è l'ultima immersione della settimana e della mia carriera di sub : ho capito che non posso più sottopormi a tanta fatica e che la stanchezza fa compiere errori imperdonabili.

  Regalo muta e computer a Khaled , che non capisce la mia decisione.

   In hotel consumo la solita cena con scarso entusiasno e poi mi preparo  per la notte, con una lunga passeggiata dentro e fuori i confini del parco .


Giorno 7

   Le immersioni sono terminate e non mi resta che partecipare alla gita organizzata dal diving per completare il soggiorno.

   Avrebbe voluto essere un viagio nel deserto ? o un modo per viaggiare scomodi ? o una trasferta verso il nulla ?

   Per dirla tutta non ho ancora capito oggi che cosa siamo andati a fare  e perchè .

   Il giorno è trascorso lontano dall'acqua e le microbolle che abbiamo incamerato nelle 10 immersioni si sono dissolte .

   Siano pronti a prendere l'aereo.


Giorno 8

    La sveglia suona alle 5 per permettermi di raccogliere la mia roba, fare le valige  ed essere tra i primi a regolare i conti in reception, dove qualche minuto prima delle 6.30 arriva l'auto che deve riportarmi a Marsa Alam.

   Il viaggio è lungo e noioso, ma questa volta riesco a vedere il paesaggio che sfila a lato.

   Di notte, all'andata, non mi ero reso conto che avevamo costeggiato il mare per lunghi chilometri e che il deserto ci aveva fatto compagnia offrendoci un paesaggio lunare.

   Dopo oltre due ore ci inoltriamo per strade fiancheggiate da case e poi appare l'aeroporto.

   Ho circa 2 ore di attesa  prima della partenza , ma completate le formalità burocratiche di imbarco, riesco ad acquista qualche cosa per me e per chi è a casa, facendo scorrere il tempo.

   Il volo è molto noioso, ma fortunatamente in orario.

   Il ritorno a casa è routine.

   

Note di Viaggio

 Giardino con hotel.

Ciò che mi farà ricordare, per lungo tempo, la vacanza a Berenice presso il WADY LAHMY AZUR RESORT è il magnifico giardino in cui sono immersi gli edifici che compongono il complesso.

Dopo circa 2h e 30 m di strada dall'aeroporto di Marsa Alam, tutti percorsi in un paesaggio quasi assolutamente privo di vegetazione, dove il color ocra vince in modo incondizionato, si arriva ad una piccola macchia di verde antistante l'ingresso dell'hotel e subito inizia un percorso tra fiori e piante.

Le pratiche alla reception vengono sbrigate velocemente, in modo esemplare da personale che parla un ottimo italiano e poi si viene accompagnati alla propria camera.

A me è stata assegnata la 1114 del fabricato B, che è leggermente arretrato rispetto agli altri edifici fronte mare, ma che ha il vantaggio di essere protetto dal vento che soffierà in continuazione ogni giorno.

La camera è grande , con un piccolo patio arredato e coperto, prospiccente un verdissimo prato pieno di piante fiorite ed ha un bel bagno, con una grande doccia in muratura, che completa la mia sistemazione. La biancheria è ottima e viene cambiata ogni giorno, se non si lasciano istruzioni contrarie.

Nel frigo una bottiglia di acqua freschissima mi aiuta, insieme ad un buon impiantio di aria condizionata, a vincere il caldo che rimane fuori dalla porta.

Le due belle e grandi piscine che si trovano a pochi passi dalle camere, sono perfettamente pulite e quella posta sul retro della reception ha un piccolo bar aperto per buona parte del giorno fino a sera.

Dopo una buona colazione a buffet, dove è possibile gustare cibi salati, insalate, frutta, formaggi e dolcetti di diversa fattura, l'esplorazione prosegue passeggiando per i vialetti ornati da piante sagomate ad arco o a ciuffi di vegetazione e contornati da splendide piante e fiori di ogni tipo e colore.

Il pranzo e la cena vengono serviti (dove è stata apparecchiata la colazione ) con il sistema del self service a buffet, sia per le bevande che per il cibo. A lato dell'area destinata ai tavoli c'è una postazione dove si preparano pasta e pizze cucinate al momento

Il cibo non è certo quello dei ristoranti italiani, ma non credo che ci siano mai stati morti per fame, perchè la varietà è molta e c'è sempre qualcosa che si lascia mangiare.

Il tempo a disposizioni può essere speso piacevolmente in piscina o sulla spiaggia attrezzata, facendo molta attenzione alle ustioni da sole.

Per chi pratica la subacquea c'è un fantastico DIVING ORCA dove si viene assistiti e coccolati durante le bellissime uscite in barca sul reef.

Il personale in ufficio e quello destinato ai servizi è eccezionalmente servizievole e pronto ad esaudire ogni piccolo desiderio

Anche se non tutto è perfetto e qualche cosa non funziona, credo che basti il contesto a rendere favolosa una vacanza qui.







Diving ORCA – meravigliose immersioni

Quando ho scelto Berenice sapevo che i siti di immersione erano di una natura spettacolare ed ancora sufficentemente integri, ma sono rimasto stupito più di una volta dalla bellezza di taluni.

A rendere tutto più affascinante contribuisce l'organizzazione del diving posto all'interno del WADY LAHMY AZUR RESORT, dove il personale si prodiga per rendere perfetta la vacanza.

L'accoglenza al ORCA RED SEA HAMATA è molto professionale e poco dopo si entra in possesso dell'attrezzatura ( di buona qualità ) occorrente, che viene scelta e provata pezzo per pezzo e poi riunita in un box che sarà portato a bordo per l'immersione.

Ogni mattina alle 8.15 ci si ritrova al diving per essere trasportati al porto di Hamata con un viaggio di circa 15 minuti, poi l'imbarco ed un tragitto che dura circa un ora ( dipende dal luogo di immersione ).

A bordo i responsabili procedono al brefing usando una mappa da loro stessi disegnata per l'evidenziazione dellepeculiarità dell'immersione.

Si può scegliere se essere accompagnati dal dive master o proseguire liberamente in coppia, perchè è quasi impossibile perdersi. Tutte le immersioni sono fatte in NITROX 33 per una profondità indicata di 32 metri, che normalmente non verrà mai raggiunta per la conformazione dei siti.

I ragazzi dell'equipaggio si prodigano per favorire la vestizione, l'uscita dall'acqua, il distacco della bombola ed il recupero delle attrezzature individuali.

Con un piccolo corrispettivo è stato possibile pranzare a bordo tra la prima e la seconda immersione, ma anche solo prendere il sole sul ponte superiore dotato di comodi sedili imbottiti ha fatto parte della vacanza.

Penso di aver fatto qui le più belle immersioni tra le tante, perchè solo alle Fiji ed in Madagascar ho trovato tanta bellezza di fondali e ricchezza di pesce.

Devo ringraziare Khaleb che mi ha pazientemente guidato in tutte le immersioni, facendomi vedere molte meraviglie.





































martedì 21 maggio 2019

Maldive - Atollo di Ari Nord


Maldive – Atollo di Malè Nord
Mathiveri e Ukulhas

Sono passati solo un paio di mesi dall'avventura alle Fiji e già stiamo pensando quale potrà essere il nostro prossimo viaggio, così, dopo aver preso in considerazione sia vecchie destinazioni che nuove mete, ecco l'illuminazione : le MALDIVE !!!!!!
Più di una volta, in passato, avevamo sognato il mare cristallino e le bianche spiagge delle isole maldiviane, ma i costi delle vacanze da acquistare in Agenzia erano risultati sempre troppo alti per le nostre tasche.
Con il tempo abbiamo imparato ad organizzare le vacanze per conto nostro ed a risparmiare sui trasporti aerei e sul soggiorno, godendoci periodi più lunghi nei posti migliori ed affrontando il viaggio con quel pizzico di avventura che non deve mai mancare.
Colta al balzo l'occasione, Gis si è buttata, per qualche giorno, a capofitto su web cercando, tra recensioni e diari di viaggio, una valida ed economica soluzione.
Dopo molte ricerche, ci ha favorevolmente ispirato il resoconto di una viaggiatrice che aveva soggiornato in Ukulhas, un isolotto dell'atollo di Ari Nord, descritto come un piccolo paradiso dove era stata ospite del “ Gunbaru Inn “.
Stabilito di soggiornare per un periodo minimo di 10 giorni nella prima metà del mese di Aprile e verificata la disponibilità della guest-house in Booking.com per un prezzo ragionevole, abbiamo iniziato a cercare i voli di andata e ritorno.
Molte le offerte, ma non sempre generose nel prezzo o con troppi scali e soste troppo lunghe.
Finalmente, ( con qualche riserva da parte mia ) abbiamo scelto la TURKISH AIRLINES che per circa 620 euro ci offriva un viaggio della durata di 13.15 ore con uno stop ad Istambul di circa 2 ore, in orari abbastanza agevoli.
Fissiamo il volo di andata da Milano per il giorno 3 Aprile alle ore 19.45 , con arrivo a Malè il giorno successivo, ed il ritorno il 16 Aprile con arrivo a Milano il giorno 17 in mattinata.
La conferma dei voli va a buon fine e passiamo alla prenotazione dell'alloggio presso il Gunbaru Inn.
Non passa nemmeno un giorno dalla conferma , che Gis ha la brillante idea di dividere il tempo di soggiorno tra due isole, avendo scoperto Mathiveri, all'altro lato dell'atollo, un isolotto di cui si cantano lodi solenni.
Modifichiamo la prenotazione fatta al Gunbaru Inn per far spazio a quella del Veli beach Inn, così da fermarci per 6 giorni in ognuno, dando la precedenza al soggiorno in Mathiveri, che è l'isola più lontana.
La scelta si è rivelata vincente per contrastare la noia mortale di stare in un posto dove non c'è altra alternativa che andare in spiaggia a cuocere al sole, ma perdente per la scarsa qualità dell'offerta turistica del Veli beach Inn, pur ampiamente lodato e decantato nelle sue recensioni.
Qualche tempo dopo provvediamo a stipulare l'assicurazione di viaggio con la CHUBB EUROPEAN GROUP ( American Express ) , dando maggior importanza al ristoro di eventuali spese mediche ed annullamento del viaggio, piuttosto che ad altre voci ( bagagli, etc. ) per una spesa di 81,00 euro in due, assolutamente economica.
Non resta che attendere il giorno della partenza.
Il tempo passa veloce e senza inconvenienti, interrotto solo da piccole ininfluenti variazioni dell'orario dei voli, che sfrutto per scegliere i posti a sedere ( “avanti, prima delle ali, mi raccomando”).
Mancano solo due giorni alla partenza e non avendo ancora provveduto all'acquisto dei dollari necessari, passiamo al setaccio tutte le banche di Brescia ottenendo sempre la stessa risposta : “ ci dispiace, non ne abbiamo”.
Rimandiamo l'acquisto all'arrivo in aeroporto e ci dedichiamo ai biglietti dei treni.
03 - 04 Aprile 2019
La mattina passa velocemente tra gli ultimi preparativi, la chiusura delle valigie e la paura di dimenticare qualcosa di importante.
Nel primo pomeriggio saliamo in treno per Milano Centrale dove arriviamo con oltre 10 minuti di ritardo, rischiando di perdere il Malpensa Express, che miracolosamente riusciamo a prendere pochi secondi prima della sua partenza ( avevamo già acquistato i biglietti ).
Arriviamo in aeroporto con tutto il tempo a disposizione per cambiare euro in dollari, ma dobbiamo subire una vera rapina, perchè la FOREXCHANGE, infatti, pur applicando un cambio appena inferiore a quello ufficiale, si rifà con una commissione dell'11,90% oltre vari balzelli, per cui, a fronte della somma di 1.400 € ci vengono restituiti solo 1.300 $.
Sbrigate le formalità di frontiera, ci mettiamo in attesa dell'imbarco.
Il primo tratto di volo è tranquillo e noioso.
Quando atterriamo ad Istambul restiamo, in un primo momento, sconvolti per il disordine e la sporcizia delle sale di attesa, ma poi, spingendoci verso il centro nevralgico del complesso, ricco di negozi interessanti e pieno di vita, veniamo a sapere che questa struttura sarà chiusa nel giro di una settimana e sostituita dal nuovo aeroporto.
Ripartiamo per Malè e con un volo tranquillo, durato tutta la notte, arriviamo finalmente a destinazione, ben presto aggrediti e sopraffatti da un terribile caldo con un tasso di umidità fuori misura, per chi arriva da temperature di non oltre i 12 – 15 gradi.
Ai cancelli dell'aeroporto, troviamo ad attenderci l'incaricato del Veli Inn, che ci fornisce le necessarie istruzioni per il trasporto in barca a Mathiveri, in partenza tra circa 6 ore, da trascorrere come meglio crediamo.
Lasciamo i bagagli al deposito ( 12 $ ) ed andando all'imbarco per la città ( 1 $ a tratta per persona ) e scopriamo i primi colori delle Maldive : mai vista un'acqua con un turchese come quella in questo porto !



Messo piede a terra, non si può fare a meno di notare lo stravolgimento della natura del posto : un nuovissimo ponte che attraversa tutta la baia, grattacieli e case addossate le une alle altre, sporcizia e disordine e una costruzione dall'aspetto futuristico di cui non siamo certi dell'uso di moschea o centro congressi.


Non vediamo l'ora di andarcene da qui, perchè il caldo è opprimente ed anche all'interno della hall dell'aeroporto, il caldo potrebbe cuocere qualsiasi cibo ( noi compresi ).
Purtroppo le operazioni di partenza si prolungano molto oltre l'orario previsto e dopo un viaggio di oltre 3 ore, raggiungiamo la meta verso le 20, quando il sole è già tramontato.
Una breve passeggiata su strade polverose, attraverso una serie di misere case, ci porta in un cortiletto dove, sotto un porticato, è stata imbandita la tavola e consumiamo la nostra prima cena : pasta e riso, pesce alla griglia ( freddo ) ed un dolce simile ad una crema di latte con biscotti.
Con qualche minima variazione, per il resto del soggiorno, ci verranno servite le medesime cose e non andrà meglio a colazione con caffè, tè, pesce alla maldiviana ( sminuzzato con cipolla ), pane o crepes con simil-nutella.
Apprendiamo che la Direzione ha deciso che si farà colazione alle ore 08,00 e cena alle 19,30 e chi si presenterà in ritardo potrà raccogliere solo gli avanzi che gli altri ospiti hanno gentilmente lasciato.
Raggiungiamo la nostra camera e ringraziamo il condizionatore, che ci permetterà di sopravvivere, in un ambiente temperato, nei prossimi giorni.
La stanchezza è molta e troppo presto la sveglia suona inclemente.....

05 Aprile 2019
Sbrighiamo in fretta la formalità della colazione e poi, accompagnati dal titolare, raggiungiamo, a circa 400 metri di distanza, la spiaggia destinata ai turisti : una sottile striscia di sabbia che si allunga fino all'estremità dell'isola, arrestandosi davanti ad un resort dall'aria triste.
Ci sistemiamo sotto gli ombrelloni disponibili gratuitamente e ci godiamo le prime ore di vacanza : la sabbia è bianca, il mare è di un bel colore azzurro cangiante, ma in acqua i pezzi di corallo spaccano i piedi ed il caldo è opprimente.









Quando il caldo si fa insopportabile e l'acqua non riesce più a rinfrescarci, raccogliamo le nostre cose e ci rifugiamo al fresco della nostra stanza.
E' pomeriggio inoltrato quando decidiamo di uscire per arrivare fino alla spiaggia a noi più vicina, la “NO BIKINI” frequentata dai locali, che raggiungiamo con una camminata di 100 metri, al fresco di un bel palmeto.
L'arenile ha una superficie abbastanza estesa, ma soggetta alla marea, per cui varia almeno 2 volte al giorno e la sabbia è piuttosto grossa, cosparsa di detriti di corallo che si fanno sentire sotto i piedi.



A circa 300 metri di distanza si vede la barriera corallina ed una estesa lingua di sabbia bianca che si potrebbe raggiungere, un poco a nuoto ed un poco camminando, approfittando della bassa marea.
Ho fatto il bagno in questo luogo solo una volta per due ragioni :
      • la corrente decisamente forte durante le fasi di alta marea,
      • l'odore non proprio gradevole che proviene dalla spiaggetta sul lato destro, che limitata da grosse lastre di conglomerato cementizio, ha acque ferme davanti e forse scarichi a mare.
Scattate alcune foto del posto, rientriamo per la cena e per una sana dormita.




06 – 07 – 08 – 09 Aprile 2019
Le giornate sono calde ed afose ed è necessario evitarne le ore più calde, quando il sole rischia di fare danni a chi ha la pelle ancora bianca.
La nostra meta preferita, essendo possibile fare parte del tragitto all'ombra di grandi alberi, è la spiaggia dove siamo stati accompagnati il primo giorno, assolutamente poco frequentata ( mai più di 20 persone ) con qualche ombrellone in buona posizione e lettini ancora in buono stato.
Qui la porzione di mare, compresa tra la riva ed il reef, è poco profonda ed armato di maschera e pinne, vi ho nuotato trovando molti residui di corallo morto e solo pochi agglomerati in discreto stato, abitati da piccoli pesci : veramente poco e male per le Maldive.
Il tour dell'isola ( rigorosamente a piedi ) è veloce ed offre scarse attrazioni : un cantiere navale, alcuni scorci di mare e solo alle spalle dell'impianto di raccolta rifiuti c'è una bella punta sassosa con acque basse e trasparenti che invitano ad un bel bagno rinfrescante, necessario dopo aver sfidato la calura.


Quando il caldo diventa troppo, si ritorna in camera per trovare un poco di fresco.
A sera, con l'intento di scoprire qualcosa del piccolo villaggio di pescatori, abbiamo percorso più volte le strade del paese, trovando solo povere case, qualche negozio, un paio di bar e perfino un ristorante.
Nell'area prospiciente la zona portuale è stata costruita una bella scuola con un grande parco giochi, che sfido chiunque a frequentare in pieno giorno.
Alla luce dell'esperienza fatta, NON sosterei sulle piccole isole più di 3 o 4 giorni , perchè già dal primo giorno non hanno più nulla da offrire e diventano di una noia mortale.
La sera del giorno precedente la partenza, chiedo al titolare di pagare il conto e grazie al mio scarso inglese, si creano subito piccole incomprensioni che con l'aiuto di uno degli italiani presenti vengono appianate, eccetto la richiesta di fornire, all'atto del pagamento, il PIN della carta di credito, che ho dimenticato perchè mai usato prima.
Non avendo altra scelta, debbo pagare in contanti ed in tal modo esaurisco le scorte di denaro occorrente per escursioni ed acquisti vari, rimanendoci solo l'importo necessario a saldare il prossimo soggiorno : inconveniente inopportuno e seccante.
Mi chiedo ( oggi ) se la richiesta del PIN della carta non sia stato un modo per ottenere contanti e perchè nessuno ha mai speso una parola per avvisare i clienti di una richiesta che può portare a grossi inconvenienti.
Arriva il momento di andare a preparare le valigie per il trasferimento del giorno appresso ed in buon ordine ci ritiriamo al fresco della nostra camera.

Riassumo, di seguito, la mia esperienza a Mathiveri ed al Veli beach Inn :

Location : isola di Mathiveri – Maldive, Nord Ari Atoll – posizionata lungo l'asse Est/Ovest per circa 1 km x 500 m. nei punti di maggior estensione – vegetazione scarsa salvo che sul lato sud – lunga spiaggia a sud che si riduce notevolmente in alta marea – altra piccola spiaggia ( sporca e con scarichi a mare ) sull'altro lato dopo il porto.
Sulle spiagge, di bella sabbia bianca, ci sono troppi residui di corallo spezzato ed in acqua si trova materiale corallifero di grandi dimensioni che ha reso poco gradevole fare il bagno.
Il reef è distante oltre 300 metri ed a nuoto è difficilmente raggiungibile per la distanza e la forte corrente durante le fasi di marea.
Il villaggio dei pescatori è demoralizzante per il grigiore delle abitazioni e la troppa plastica abbandonata in ogni luogo.
Hotel : è posto in una piccola recente costruzione, tutta a piano terra in stile locale, con una minuscola area coperta dove è posto l'ufficio, i tavoli per la cena e l'accesso alle camere .
Altri tavoli sono posti sotto un porticato che accoglie anche l'attrezzatura di servizio per il buffet.
Il piccolo giardino contiguo è adibito ad area comune.
Le camere, di buona misura, ma con arredi di scarsa fattura, hanno un buon servizio di condizionamento e un bagno con una grande zona lavabo ed un piccolissimo spazio chiuso destinato al water. La doccia, senza pareti o tenda, versa acqua intorno.
Ci sono stati assegnati 2 piccoli e 2 grandi asciugamani e 2 teli da spiaggia, che non sono MAI stati cambiati in 6 giorni, così come le lenzuola ed il tappetino da bagno che a fine settimana era di uno sgradevole color terra.
Le pulizie della camera sono state, più volte, un optional e quando eseguite, consistevamo in un veloce passaggio con la scopa per togliere la sabbia proveniente dal cortile.
Soggiorno : partiti da Malè con 1 ora di ritardo, siamo giunti a destinazione dopo 3 ore di barca verso le 20,00, e qui, frettolosamente accolti al porto, siamo stati accompagnati all'hotel distante circa 500 metri, mentre i bagagli venivano recapitati alle camere.
Abbiamo trovato la cena ad attenderci e la novità ce l'ha fatta sembrare perfino buona.
Per tutto il soggiorno la cena sarà sempre preparata per le ore 19,30 senza opzioni.
Si poteva decidere se partecipare alla colazione servita alle ore 8,00 oppure andare altrove, perchè non c'era alternativa all'ora.
Sia a colazione che a cena, chi arrivava per ultimo raccoglieva gli avanzi, se ne restavano.

La mia valutazione, comunque non troppo lusinghiera, tiene conto che trattasi di guest-house e non di hotel perchè in questo caso avrei valutato in modo peggiore questo tipo di ospitalità.
Non mi sono piaciuti :
  • la camera senza finestra, definita DELUXE nell'offerta, con bagno cieco
  • la mancanza di parte delle cose elencate nella descrizione della camera,
  • gli orari non flessibili di colazione, pranzo e cena,
  • il cibo che cucinato altrove era servito freddo. Solo la pasta ed il riso venivano riscaldati,
  • dopo la colazione restavano il bollitore e la macchina del caffè, ma le tazze sparivano,
  • la scarsa pulizia giornaliera,
  • il mancato cambio di lenzuola ed asciugamani,
  • i costi altissimi di qualsiasi cosa che non fosse già compresa nel prezzo,
  • la mancanza di qualsiasi attrezzatura ( canoa, tavole, etc. ) per movimentare le giornate,
  • la poca professionalità e l'assenza del personale per molte ore al giorno.
Ho apprezzato :
  • la gentilezza del proprietario e la buona organizzazione dei trasferimenti da Malè e per Ukulhas,
  • la bella spiaggia, distante meno di 400 metri,
  • la tranquillità ed il silenzio rotto solo dal canto di preghiera del muezzin,
  • la trasparenza dell'acqua e la limpidezza del cielo.
Il prezzo di 491,05 USD pagato per 2 persone per 6 notti in mezza pensione, non è molto, ma non corrisponde ai servizi prestati.
Non bastano casa e mobili per aprire un'attività alberghiera di discreto livello.

10 Aprile 2019
Passiamo il tempo che ci separa dall'arrivo della barca ( circa alle ore 12,30 ) facendo le ultime fotografie sulla vicina spiaggia, seguendo le notizie dall'Italia sul telefono ( il wi-fi è molto buono ) ed annoiandoci a morte.
Quando arriva l'ora, ci scortano fino al porto ed essendo ( come sempre ) la barca in ritardo, ci costringono ad una inopinata sauna sotto una spelacchiata palma da cocco.
Il tragitto per Ukulhas è breve ed in circa mezz'ora siamo a destinazione.
Al porto veniamo accolti dal simpatico factotum ( fattorino, cameriere, accompagnatore, etc. ) del Gunbaru Inn che ci aiuta a trasportare i bagagli in hotel, distante non più di 300 metri, dove incontriamo la fantomatica manager, con cui ho colloquiato più volte negli ultimi tempi, che incassa subito, molto volentieri, il denaro del soggiorno.
Non la rivedremo più, salvo in occasione dell'arrivo di altri ospiti.
La camera che ci viene assegnata è molto accogliente, anche se non proprio come ce la eravamo immaginata perchè l'offerta parlava di “villa fronte mare” mentre siamo in un bel giardino, purtroppo racchiuso da un alto muro e da fabbricati.


Un'ora dopo usciamo su una bella spiaggia a meno di 50 metri e finiamo l'esplorazione passeggiando tra case e viuzze dell'agglomerato urbano, che sta alle spalle dell'hotel.
Qui la crescita urbana è decisamente più forte che nella precedente isola e lo sviluppo turistico è iniziato già da diversi anni, per cui, in ogni dove, si trovano costruzioni in corso e di recentemente edificazione.
In ogni strada si incontrano guest-house ( ne ho contate una ventina ), ristorantini , bar e negozi ed anche la pulizia dell'ambiente urbano sembra migliore, seppure con le dovute eccezioni.








Quando arriva l'ora di cena ( abbiamo scelto le 20,00 ) ci accompagnano al Central Dinner, dove ci troveremo discretamente bene durante tutto il soggiorno, prontamente serviti, potendo scegliere i cibi dalla lista del menu, già dal giorno prima.
Una passeggiata serale, compiendo l'intero giro dell'isola ( circa 2 km. ), diventerà abitudine quotidiana serale ed il nostro digestivo, nonchè il modo per conciliare il sonno.

11 Aprile 2019
Abbiamo scelto di fare colazione nel giardino dell'hotel alle ore 9,00 e poichè non è suonata la sveglia, siamo stati avvisati che era pronta, offrendoci di consumarla in camera.
Fa caldissimo ( 32° con moltissima umidità ) e stare in spiaggia tra mezzogiorno e le tre del pomeriggio è veramente una cosa impossibile, anche se si riesce sempre ad accaparrarsi un ombrellone ed i lettini.



















Per contrastare il caldo, ho fatto una nuotata sul reef che è a non più di 50 metri dalla riva e faccio fatica a descrivere la quantità di specie di pesci che vivono una accanto all'altra, anche se, qualche volta, i più grandi scacciano i più piccoli, quando entrano in competizione alimentare.
Ho visto pesci pappagallo con almeno 5 livree diverse, pesci farfalla di ogni tipo, una tartaruga, uno squaletto di circa 1 metro ed una miriade di altri pesci di barriera.
A sera mi accorgo che, avendo nuotato a faccia in giù, il sole mi ha scottato il retro delle gambe e le parti del corpo che, normalmente, vengono meno esposte al sole.
Da domani maglietta e pantaloncini con gamba al ginocchio !!!!
La giornata si chiude con la consueta passeggiata.
12 – 13 – 14 – 15 Aprile 2019
Le giornate scorrono lente e sempre uguali.
Sono passato presso il locale Diving, ma prima non c'era nessuno, poi mi è stato detto di ripassare ed infine mi è stata offerta un'immersione lungo il reef ad un prezzo che ho rifiutato, sia per il costo, sia per la pochezza del sito.
Gis soffre il caldo anche più di me e mentre lei riposa al fresco, ne approfitto per andare a scoprire posti nascosti, che offrono spunti fotografici diversi dalle solite cartoline.



Giorno dopo giorno, tutto avviene senza problemi e sta per terminare il nostro soggiorno.
Ho appena prenotato e confermato due posti sulla barca che deve portarci a Malè, quando anche il nostro factotum ci riferisce di aver fatto la stessa cosa : melius est abundare quam deficere.
E' la sera del 15 Aprile e chiudiamo le valige, nascondendo in quella che andrà in stiva le poche piccole conchiglie raccolte sulle spiagge.
Ecco il riassunto dell'esperienza vissuta ad Ukulhas ed al Gunbaru Inn :

LOCATION : Isola di Ukulhas- Maldive Nord Ari Atoll – posizionata lungo l'asse Nord – Sud per poco più di 1,5 km. di lunghezza e 600 m. di larghezza nei punti di maggior estensione, con folta vegetazione sul lato Nord nei pressi della grande spiaggia che ritorna fino al porto.
Con l'alta marea la parte di spiaggia vicino al porto si rimpicciolisce notevolmente.
Sulle spiagge di bella e fine sabbia bianca, in più punti, qualche residuo di corallo può dare fastidio durante le passeggiate ed in acqua, per la presenza della barriera corallina a meno di 50 metri, bisogna prestare attenzione alle concrezioni più grandi.
Con maschera e pinne lo spettacolo è assicurato dalla quantità e specie di pesci presenti.
Il villaggio dei residenti è abbastanza vivo per la presenza di negozi, ristoranti ed una pasticceria-bar e molte sono le abitazioni ben sistemate.
La pulizia non è sempre la migliore e la plastica abbandonata è troppa.
HOTEL : probabilmente è l'ampliamento di una vecchia costruzione ed anche se anni e molti clienti sono passati, è stato manutenuto in buonissimo stato.
I piccoli cortili interni hanno piante e fiori, dandoci l'impressione di non essere tra quattro mura.
Le camere in “villa”, hanno buone misure, arredi appropriati con un buon letto ed ogni camera ha un piccolo spazio posto al riparo di una tettoia, attrezzato con sedie e tavolo.
Il bagno è grande e la doccia, provvista di tenda, non lascia uscire che poche gocce d'acqua.
Manca una mensola grande ma hanno provveduto ad installare appropriati sostegni per gli asciugamani.
Ci sono stati assegnati 2 piccoli e 2 grandi asciugamani e due teli da spiaggia, che sono stati sostituiti al terzo giorno. Il tappetino del bagno veniva cambiato ogni giorno.
Il letto è fornito di trapuntino con relativo lenzuolo contenitore, per poter vivere e dormire ibernati in aria condizionata, perchè fuori la temperatura non cala mai sotto i 30 gradi,
Le pulizie venivano fatte mentre si era a fare colazione ed al ritorno travavamo tutto pulito e profumato.
SOGGIORNO : da Mathiveri ( precedente tappa ) ad Ukulhas c'è mezz'ora di barca veloce per un costo di 10 usd. a persona, ma da Ukulhas a Malè la strada è più lunga, occorrendo quasi 3 ore di barca e 50 usd.
Dei trasferimenti si sono sempre occupati gli hotel e ( se occorre ) è possibile prenotare il percorso sul web all'indirizzo “Nevitransfer.md”
La colazione , maldiviana con pesce o fagioli oppure continentale con pane tostato, burro, marmellata ed uovo fritto ), è servita fino alle 10,00 in giardino od al ristorante, ma non abbiamo mai sentito il bisogno di uscire.
La cena può essere consumata fino alle 22,00 in giardino, in camera o presso il ristorante “CENTRAL DINNER” che dista 200 metri ed è in perfetto stile locale.
Il cibo non è da alta cucina, ma è quanto passa il convento :
  • ottimo il chili con pesce ( piccante ) ed il curry con pesce o pollo,
  • buoni ma pochi i gamberi con patatine fritte,
  • meravigliosamente dolce la papaia.
    Ogni giorno bisogna compilare la lista dei desideri, segnalando l'ora di accesso al ristorante,
    ma appena seduti ...la cena è servita.

Dopo la non buona esperienza nell'altra isola, qui ci siamo sentiti a casa ed a metterci a nostro agio sono stati marito e moglie indonesiani, sempre sorridenti e pronti a soddisfare le necessità degli ospiti..
Ho apprezzato in particolar modo :
  • la buona organizzazione dei trasferimenti e l'accoglienza,
  • la bella spiaggia distante solo 50 metri ( a sinistra i turisti ed a destra i locali )
  • la tranquillità ed il silenzio rotto, anche i momenti inopportuni, dalle chiamate alla preghiera del muezzin,
  • la trasparenza dell'acqua e la limpidezza del cielo,
  • la vicinanza della barriera corallina, facilmente raggiungibile, permette di nuotare in un acquario pieno di insoliti pesci multicolore.
Il prezzo di 571,75 USD pagato per 2 persone per 6 notti in mezza pensione, corrisponde ai servizi prestati di buon livello.

16 Aprile 2019
Ci svegliamo per l'ultima colazione di questa vacanza e poi non resta che far passare il tempo fino all'ora dell'imbarco : le 13,00 circa.
Ci è permesso occupare la camera restando ad una temperatura gradevole, ma quando arriva l'ora di recarci al porto, si comincia a sudare e nell'attesa presso il terminal, neppure le pale di ventilazione, riescono a mitigare la calura.
Paghiamo il prezzo di imbarco e dopo circa due ore si comincia a vedere l'isola di Malè.
Appena sbarcati, ci rifugiamo all'interno di un ristorantino che serve cibo tailandese e ( grazie al sistema contactless della carta di credito ) riusciamo ad acquistare due piatti di buon cibo.
Passiamo le due ore seguenti, grazie ai condizionatori, in un ambiente con temperatura gradevole e poi, all'apertura del banco della Turkish, procediamo con le operazioni di imbarco.
Gironzolando per il dutyfree-market e nelle aree di imbarco, arrivano le 22.45, ora della partenza.
Il volo è tranquillo e quando arriviamo ad Istambul troviamo un aeroporto nuovo fiammante, grandissimo, che ci costringe ad una lunga camminata fino alla barriera del controllo passeggeri.
Il percorso fino alla sala di imbarco è tra due ali di bellissimi negozi dai prezzi spaventosamente alti, che non ricordavamo così alti nell'altro aeroporto.
Il tragitto di circa 2 ore fino a Malpensa è tranquillo ed arriviamo in perfetto orario.
Prendiamo il primo treno in partenza ( un regionale in luogo del Malpensa Express ) che ci porta alla Stazione centrale di Milano, in tempo per il tratto fino a Brescia, dove arriviamo verso mezzogiorno, ponendo fine a questa esperienza, che, fatti i dovuti conti, è costata circa 1.420,00 euro a testa.



Alla luce di quanto sopra mi permetto di far osservare che :
  • il mese di Aprile è tra i più caldi con temperature di 32° di giorno ed umidità superiore all'80% e ciò non è sempre piacevole,
  • ci sono Maldive e Maldive ed al di fuori dei classici resort, molto cari, non sempre la qualità è al passo con gli standard più comuni,
  • le spiagge più belle non sono più “libere” da molto tempo,
  • non tutti gli hotel ed gli esercizi commerciali accettano le carte di credito e dove accettate viene, quasi sempre, richiesta una maggiorazione percentuale,
  • i prezzi dei negozi nelle isolette sono da fuori di testa,
  • pagare in euro ( se accettati nei negozi ) comporta un cambio assolutamente svantaggioso.