lunedì 8 settembre 2025

Piccolo tour del Maroccco



In Marocco 

 

   Sono passati quasi sei mesi da quando ho messo il naso fuori di casa per dare un occhiata al mondo.

   L'inverno è trascorso e con l'arrivo del bel tempo ( si fà per dire, perchè, anche se le temperature si sono alzate,  qui piove quasi tutti i giorni )  vien voglia di nuove avventure. 
   Questa volta è  il Marocco a solleticare i miei desideri, ma vorrei che fosse un viaggio itinerante per vedere di più che un solo posto.
   Dopo una rapida consultazione delle possibilità di trasferimento all'interno del paese, ho deciso che partirò dalla minor latitudine  e arriverò fino alle coste del  Mediterraneo per rientrare in Italia.
   Su certe rotte scegliere un volo economico non è facile perchè per spendere meno il viaggio si allunga in modo esponenziale rispetto a quelli operati dalle compagnie di bandiera, che hanno costi molto più elevati.
   Dopo aver valutato le partenze da tutti gli aeroporti nel raggio di 150 km. devo arrendermi al fatto che, in questo periodo e per date utili, al fine di evitare percorsi con oltre 16 ore di viaggio, dovrò spendere  qualcosa in più di quanto speravo.
   L'offerta migliore per il tratto Milano ( Bergamo - Orio al Serio )  Agadir  è quella di Air Arabia Marocco con cambio di velivolo nel tratto Casablanca - Agadir per un importo di circa 180,00 euro.
   Per il ritorno riesco a trovare un volo diretto di Ryanair  al prezzo di circa 75,00 euro.
  Fisso la partenza per il 30 Marzo con destinazione Agadir ed il rientro per il giorno 11 Aprile da Tangeri.
   Tra le due date , con l'aiuto di Booking, trovo alloggio :
- dal 30/03 al 4/04 all'hotel AMILTON di Agadir,
- dal 4/04 al 7/04 al riad Le Plein Sud di Marrakech,
- dal 7/04 al 9/04 all' hotel de Paris di Casablanca,
- dal 9/04 all'11/04 all'hotel Ben Batouta di Tangeri.
   Non resta  che  lasciar scorrere il tempo ed attendere la partenza, ma non è mia abitudine farlo con le mani in mano ed eccomi a cercare nel web qualcosa da vedere, fare o vivere  che mi resterà nel cuore anche dopo la fine del viaggio.
   Trovo proposte interessanti su Booking e "get your guide", a cui mi ero già affidato in passato per scoprire, in sicurezza,  le bellezze dei luoghi in cui trascorrevo le vacanze, ma so che potrò trovare moltissime proposte interessanti anche sul posto.

29 Marzo
   E' finalmente arrivato il momento di raccogliere le mie  cose e preparare la valigia.
  Consultando il meteo di Agadir ( ho più di un dubbio su cosa portare con me ),  perchè le temperature non sembrano molto alte  ed il tempo sembra perturbato, ma poi il peso del bagaglio si avvicina pericolosamente ad un surplus e rinuncio agli indumenti pesanti.
   Lascio a casa anche alcuni accessori della macchina fotografica, più ingombranti che necessari.
   Queste accortezze mi torneranno utili presto.
   Il volo partirà alle 10,05 da Orio al Serio e non sarà necessaria la solita levataccia mattutina.

Domenica 30 Marzo
   Il taxi mi aspetta davanti a casa per accompagnarmi alla stazione dei bus.
   Dopo una tranquilla ora di viaggio sono all'aeroporto davanti al desk della Air Arabia , dove una gentile hostess mi fa notare che il peso complessivo dei miei bagagli supera di oltre  1 kg.  quello degli 8  consentiti. 
   In effetti avevo letto superficialmente questa parte e pensavo che il peso si riferisse al solo bagaglio da imbarcare  a mano e non comprendesse  anche a quello personale, di solito non soggetto a controllo.
   Il problema è stato risolto estraendo dallo zainetto la macchina fotografica e mettendola al collo, così  che l'eccedenza di peso si riducesse a 300 grammi.
   Via libera!!!!
   Dopo un breve volo tranquillo atterriamo a Casablanca per la seconda parte del viaggio che mi porterà a destinazione, ma, in questo aeroporto, devo trovare il desk della Royal Air Maroc per ritirare il biglietto di imbarco, che mi viene rilasciato qui.
   Faccio un primo giro seguendo le  indicazioni, ma mi ritrovo al punto di partenza senza aver trovato quello che cerco.
   Chiedo a diverse persone ( al lavoro in questo posto ) ma il risultato è  di fare un altro giro supplementare senza risultati.
   Sull'orlo di una crisi di nervi e con il tempo che passa inesorabilmente, mi avvicino ad un banco, che chiaramente non è quello che cerco, ma  ottengo nuove indicazioni , che più vaghe non si può.
   Finalmente, seminascosta  dietro ad una parete di vetrocemento, una scrivania con la giusta persona, che compie il miracolo del rilascio del biglietto, senza ulteriori problemi di peso del bagaglio perchè i kg. concessi sono diventati 10.
   Arrivo al posto di polizia per il controllo dei documenti e mi chiedono anche il boarding pass  del primo tratto di volo, che fortunatamente avevo conservato, ma che ero stato sul punto di gettare.
   Qualche volta le cose riescono bene anche senza volerlo.
  All'uscita dell'aeroporto acquisto una scheda SIM telefonica  locale, sapendo, per esperienze passate,  che in roaming i costi delle chiamate sono alle stelle.
   Un taxi mi porta davanti all'hotel "HAMILTON AGADIR" che, in passato, ha conosciuto tempi migliori e che, in questo pomeriggio, soffre la fine del Ramadan con il personale ridotto al minimo.


   Mi assegnano una stanza al quinto piano con affaccio sull'hotel confinante, che ha un bel giardino ed una magnifica piscina presso la quale alla sera, come scoprirò presto, si tengono delle animatissime serate danzanti piuttosto chiassose.
   Ho il vago sospetto che la camera non corrisponda a quella che avevo chiesto, ma con Booking queste sorprese sono quasi una normalità.
   Ma le novità non sono finite!!!!
  Apro, dopo un lungo periodo di spegnimento, il telefono e due messaggi mi annunciano l'impossibilità di poter effettuare, nei giorni prescelti,   sia l'escursione alla Paradise Valley che il giro in quad nel deserto, a causa dei festeggiamenti di fine Ramadan e mi offrono  un cambio date.
   Fortunatamente avevo tenuto un giorno libero per godermi una sosta alla fine del soggiorno e così, invertendo l'ordine dei fattori, riesco a trovare spazio per tutte le attività da svolgere.
   Sposto a Martedì l'escursione in quad ed a Mercoledì quella alla Paradise Valley  e mi resta ancora un giorno libero da utilizzare prima della partenza.
   Dopo una doccia rilassante e rinfrescante, faccio un giro nei pressi dell'hotel per potermi orizzontare e per avere un idea di dove effettuare le mie passeggiate dei prossimi giorni, ma trovo tutto desolatamente chiuso.
   In un luogo dove non esistono giorni con obbligo di chiusura od orari per gli esercizi commerciali, non  trovare nemmeno un ristorantino aperto, mette tristezza.
   Risolvo il problema prenotando presso il ristorante dell'hotel dove, con circa 15 euro, mi fanno assaggiare una ottima zuppa di legumi, una perfetta tagine di carne bovina con contorno di prugne e verdure ed un dolce che non ha gli stessi sapori di quelli di casa, ma è comunque discreto.
   Il letto ha decisamente un  buon materasso e nonostante i rumori che provengono dal vicinato, non tardo a prendere sonno.

Lunedì 31 Marzo
   Un sonno profondo e ristoratore mi ha ridato forza e voglia di iniziare la giornata.
  Scendo a far colazione e sui tavoli trovo a mia disposizione ogni possibile scelta di cibo dolce e salato, ma mi accontento di brioches e cappuccino fatto da una macchina automatica.
  Oggi non ho nulla in programma e devo riempire la giornata inventando qualcosa ad iniziare con una lunga camminata.
  Arrivo abbastanza facilmente al mare e scopro una bellissima passeggiata che costeggia una larga spiaggia di sabbia dorata.



   Non ci sono molte attrezzature balneari in servizio e, con l'esclusione di qualche chiosco di bibite e caffè, non vedo negozi aperti nemmeno sulla via che corre a lato della passeggiata.
   La temperatura inizia ad alzarsi e l'ombra è un bene prezioso.
   Finalmente trovo un chiosco che vende anche gelati e riesco a far tacere l'appetito ( almeno per un poco ).
   Ritorno verso l'hotel, ma i miei passi irresistibilmente proseguono oltre le aree verdi  poste lungo la strada principale e scopro che qui ospitano un museo, una sala concerti e quello che pare essere un edificio destinato a convegni. I lavori non sono ancora terminati e qualcosa dovrà già essere ripristinato perchè danneggiato dall'incuria e dai vandali.
   A pomeriggio inoltrato, mi rifugio in camera in attesa della sera.
   Dopo una cena, fotocopia della precedente, non trovo la voglia di uscire e finisco la giornata ascoltando la musica che mi arriva dalla piscina sottostante.

Martedì 1 Aprile 
   Dopo la colazione esco a fare due passi e scopro che qualcosa si sta svegliando : una decina di piccoli negozi hanno riaperto ed ora si vedono diverse persone che animano la scena.
   Anche la banca ha riattivato lo sportello automatico e lì vicino una agenzia turistica espone le proprie offerte. 
   Mi lascio tentare da un tour  privato che offre la visita della città "by taxi", da fare giovedì .
   L'esperienza di guida del quad è fissata per le ore 14,oo con prelievo in hotel alle ore 13,oo.
   Per ingannare l'attesa e considerato che salterò il pasto, replico la colazione presso un locale poco distante che all'insegna di "viennoiserie..." offre buonissime brioches, pain au chocolat e piccoli dolci francesi con un cappuccino degno di tale nome.
   All'ora fissata arriva un minibus che mi raccoglie assieme ad altre due persone dell'hotel e parte per un giro interminabile permettendo  ad altri di salire in luoghi diversi lungo l'itinerario.
   Attraversiamo l'intera città ed i suoi sobborghi spingendoci sempre più lontano fino ad arrivare ad una specie di deposito, ingombro di diversi tipi di veicoli, dove veniamo smistati in ragione dell'attività da intraprendere.
   Ad una coppia canadese, non più tanto giovane, viene consegnata una "dune buggy",  ai due  ragazzi olandesi e a me due quad ( il mio un poco più piccolo essendo da solo ).
   Veniamo affidati ad un simpatico scavezzacollo locale che apre la carovana a tutta velocità e ci guida in un percorso misto, prima su strade asfaltate, poi sterrate ed in ultimo  sulla sabbia compatta del deserto.
  Dopo una mezz'ora arriviamo in riva al mare, nel bel mezzo del nulla di fronte ad alcune dune di sabbia alte fino a 30 - 50 metri.
   Ci propone di lasciare lì i nostri mezzi ed andare con lui ( uno per volta ) a scalare le dune.
   La salita è colma di difficoltà tecniche, ma la discesa ( in alcuni punti )  equivale ad un volo di una decina di metri che termina con un tuffo nella sabbia da togliere il fiato.
   E' stata un'esperienza fantastica ed indimenticabile, ma troppo breve anche se intensa ed emozionante.
   Il ritorno, lungo e noioso, è servito per uno scambio di impressioni, tutte positive,  con gli altri partecipanti.
   In hotel trovo, finalmente, la camera rigovernata ed è un piacere la lunga doccia che mi concedo per eliminare ogni traccia di sabbia e polvere.
    Constatato che all'esterno è ritornata la vita, cerco un ristorante che vorrei mi desse del cibo ben cucinato e saporito, ma non sono fortunato.
Riproverò domani.

Mercoledì 2 Aprile
   Sveglia di mattina presto e dopo la  colazione, eccomi pronto per l'escursione alla Paradise Valley.
  Il tempo è imbronciato e non promette nulla di buono, ma il prelievo è puntuale ed il minibus già pieno di persone.
  Attraversiamo tutta la città in un susseguirsi di palazzi, strade alberate ben tenute e scopro così un luogo costruito su misura per il turismo, fatto di edifici vuoti in attesa dei vacanzieri.
  Chi ha pianificato questo mondo aveva ben in mente un progetto volto alla ricettività turistica e non alle esigenze degli abitanti locali.
   Usciti dall'area urbana e dai disastrati sobborghi, dopo oltre un ora di strada, in buona parte lungo valli di montagna, ci fermiamo, per dare sollievo alle gambe irrigidite, davanti ad un improbabile bar/spaccio di generi diversi che fronteggia un altrettanto incredibile ristorante con tanto di camere per turisti.



  Si riparte e dopo parecchi altri chilometri, arriviamo ad un piccolo agglomerato di case che, perse in una gola profonda, a prima vista, sembrano abbandonate, ma la voce del muezzin ci dice il contrario.
   In fila indiana, iniziamo la discesa verso il fondovalle costeggiando un evanescente corso d'acqua, che a causa della pioggia  notturna,  ha subito l'offuscamento del flusso idrico, togliendoci la soddisfazione di vedere i tanto decantati riflessi verdi/azzurri nei piccoli laghi lungo il percorso. 
   Avevo letto una amara recensione di una persona cui è successa la medesima cosa e mi è venuto il sospetto che, in determinati periodi dell'anno, la cosa si ripeta.



   Arriviamo finalmente alla nostra destinazione finale ( alcuni laghetti ridotti a ben poca cosa ), quando una sottile ma insistente pioggia ci consiglia di tornare velocemente sui nostri passi.
   Avremo più fortuna un'altra volta.
  Tornato in hotel, passo il resto del pomeriggio camminando lungo la stupenda passeggiata a mare , cercando di adocchiare un ristorante dove cenare.
   A sera, nulla mi ha ancora entusiasmato e decido di acquistare qualcosa di commestibile da un piccolo forno che prepara piatti pronti da asporto.
   Tutto molto buono e finalmente qualcosa di genuino.
 
Giovedì 3 Aprile   
   Ore 9,00    Il mio autista sta aspettando di fronte all'hotel e fortunatamente parla un buon francese, così che riusciamo a capirci a vicenda.
   Gli chiedo di suggerirmi qualche luogo da visitare ed astutamente mi propone luoghi piuttosto distanti.
   Rifiuto e gli chiedo di portarmi alla fortezza, la Kasbah di Oufella,  che mi ha incuriosito perchè di sera viene  illuminata a giorno con una grande scritta.
   Sul piazzale antistante l'ingresso, tanta varia umanità accoglie i visitatori che sono assaliti da venditori di geodi e cristalli, incantatori di serpenti, cammellieri in costume e dispensatori di generi alimentari e bibite.




   Purtroppo visitare l'interno richiederebbe troppo tempo, che io non ho, e mi accontento di guardarmi in giro e leggere le informazioni su questo luogo storico che, distrutto da un terremoto, sta ritrovando nuova vita.
    La funivia che dalla città porta fin qui e le luci che illuminano di sera il luogo, sono l'emblema della rinascita.
  La seconda tappa consiste in un rapido passaggio nella zona portuale ed un paio di fermate in officine di produzione di profumi e di derivati della lavorazione dell'argan (consiglio del mio autista).
  La terza tappa è al souk della medina di Agadir dove passo più di un ora tra un negozio e l'altro, in una notevole confusione.



   Il tempo a mia disposizione è scaduto e per oggi è tutto.
   La serata passa rifacendo la valigia, acquistando on line il biglietto del bus per Marrakech ed andando a cercare qualcosa da mangiare.

Venerdì 4 Aprile
   Lascio l'hotel e mi avvio verso il vicino posto di sosta dei taxi, ma forse le 10 del mattino sono troppo presto per iniziare a lavorare, perchè chiedo inutilmente a tutti i presenti di essere preso a bordo.
   Rientro in hotel e chiedo al concierge di chiamarmi un taxi, che in un paio di minuti si presenta sul posto, evidentemente partendo dagli stalli dove mi avevano rifiutato il trasporto.
   La speranza di un viaggio fino all'aeroporto ha fatto il miracolo, ma il tassista  ha dovuto accettare un viaggio di non più di 15 minuti.
   La stazione centrale dei bus è un grande, fatiscente edificio che si affaccia su un piazzale sporco ed ingombro di rifiuti.
   Ad attendere il medesimo bus c'è una simpatica signora francese con cui scambio qualche parola e poi, approssimandosi l'ora della partenza, vado a validare il biglietto.
   Arriva l'autobus e quando sto per salire, l'addetto non accetta il mio bagaglio perchè non ho fatto l'apposito ticket e mi manda  dove ho validato il biglietto personale.
   Risolto il problema con 1,5 euro, inizio un interminabile viaggio che durerà quasi 4 ore, con una salutare fermata ristoratrice a metà strada.
   La stazione dei bus di Marrakech è anche peggio di quella da cui sono partito, ma i taxi sono appena fuori.
   Ne trovo uno volenteroso che però non conosce la mia destinazione e prova, prima con internet e poi con un collega, a trovare la giusta strada.
   Mi rendo conto delle sue difficoltà quando ci infiliamo nelle viuzze della Medina, dove è costretto a chiedere ancora, fino a quando mi scarica, consegnandomi al direttore del "Riad Le plein Sud" che mi ospiterà nei prossimi 3 giorni.
   Cento metri a piedi ed entro in un posto da mille ed una notte.
   Il riad è una casa che non ha affaccio all'esterno ed alle cui camere  si accede tramite una scala interna che si arrampica fino al tetto dal cortile, dove è posta una  vasca di raccolta delle acque piovane, qui  trasformata in piscina.
   La mia camera è  al primo piano, proprio sopra gli spazi destinati alla ristorazione ed ha un bel bagno finestrato con doccia.
   Non mi aspettavo tanto, anche se il prezzo di 75 euro a notte è piuttosto alto per Marrakech.
   Mi faccio spiegare la strada per arrivare all'ingresso del Souk, che da qui dista non più di 500 metri, ma non ci arrivo perchè mi faccio distrarre da tutto quello che trovo sul mio cammino, compreso un negozietto di ottimi dolci, che saranno la mia cena.
   Si è fatto buio, sono stanco ed ho voglia di riposare.

Sabato 5 Aprile
   Sono le 8,00 del mattino e la sveglia, impietosa, mi butta giù dal letto perchè oggi andrò a vedere alcune delle cose più interessanti di Marrakech, avendo acquistato da Booking, ancora prima di partire,  un apposito tour pedestre guidato.
   Non ho voglia di attendere che vengano apparecchiate le tavole per la colazione ed esco per le strade della Medina,
   Appena arrivato allo stallo dei taxi ne  fermo uno per farmi portare a piazza Jemaa el-Fnaa dove ho appuntamento con la guida.
   Anche se l'autista  non ha fatto certamente la strada più corta per arrotondare la tariffa del viaggio, è molto presto ed ho tempo di fare colazione allo storico CAFE' DE FRANCE e scattare le prime fotografie della giornata in una piazza ancora quasi tutta vuota.


   Alle 9,00 mi accosto al punto di ritrovo, dove  una decina di guide cercano, in una colossale confusione, i loro clienti in mezzo ad un disordinato gruppo di presenti.
   Veniamo inquadrati per lingua di origine ed ho la fortuna di avere una guida, molto brava e preparata, che conosce l'italiano ed il francese, ottenendo, durante la visita,  una spiegazione appositamente ripetuta a mio uso e consumo.
  Iniziamo con lo storico palazzo EL BAHIA costituito da quattro monumentali riad affiancati, con i loro relativi giardini.
   Proseguiamo verso le tombe dei re Saaditi e dopo un lungo percorso all'interno del mausoleo, usciti nel caotico traffico cittadino, ci troviamo in faccia all'immenso edificio della moschea Koutoubia ed al suo altissimo minareto. 


   Dopo una breve sosta nei bellissimi giardini adiacenti, siamo pronti per una full immersion nel Souk, che attraversiamo da una porta all'altra perdendoci tra le centinaia di negozi.
   Come di consuetudine, arriva l'ora dell'immancabile visita ad un negozio sponsorizzato dalla guida per l'acquisto di profumi, dolcetti, the ed altri prodotti venduti a prezzi stratosferici.
   Sono quasi le 14 , nessuno  ha ancora pranzato e l'appetito non manca.
   La nostra guida ci parla di un piatto di carne bovina, caratteristico del luogo, cucinato all'interno di un anfora di terracotta che viene servito in un ristorante a pochi passi da dove ci troviamo.
   Il gruppo viene sciolto e chi rimane, nemmeno 10 minuti dopo, è già seduto intorno ad un tavolo per gustare la specialità proposta : un ossobuco molto speziato cotto con verdure, ma senza risotto.
   A pranzo concluso mi concedo un giro nell'adiacente piazza El-Fnaa, che a quest'ora brulica di turisti, catturati dallo spettacolo degli incantatori di serpenti che , come sempre, si traduce in una mancia da 10 euro.
  La sera avanza, si accendono le prime luci sulla piazza ed all'interno del Souk,  che  devo attraversare in buona parte per ritornare al riad.
   Per non perdermi nell'intricato percorso da seguire, mi affido al navigatore di Google maps e fortunatamente arrivo a destinazione senza problemi.
   Una lunga doccia e poi nuovamente in strada per un pasto veloce e per far arrivare l'ora di andare a nanna, perchè domani sarà un'altra giornata molto intensa.

Domenica 6 Aprile
  La sveglia si allarma alle 7,30 perchè devo essere sul luogo dell'appuntamento, per fortuna non molto distante, alle 8,15.
   Impossibile fare colazione perchè il servizio inizia alle 8,30, ma so che, durante l'escursione , sosteremo presso una famiglia di Berberi dove avremo la possibilità di assaggiare del cibo fatto da loro.
   Il minibus  non è molto puntuale avendo dovuto aspettare qualcuno dei partecipanti e finalmente si può iniziare il viaggio verso la valle dell'OURIKA.
   Solito percorso, prima nei sobborghi, poi lungo strade dove tra una casa e l'altra scorrono chilometri  di  desolazione tremenda, fino ad un gruppo di case ficcate in una gola ridossata alla montagna.
  Ci arrampichiamo verso una  casa dove, nella parte sottostante, ci aspettano una mucca ed un paio di capre, oltre ad una delegazione degli occupanti.
   Nell'ampio locale del piano superiore sono state preparate una ventina di mini seggiole poste di fronte a tavolini senza gambe su cui sono state disposte ciotole con miele e pane.


   Ci invitano ad assaggiare e confesso che ogni cosa era veramente buona.
   La nostra guida, dimostrando un abilità incredibile, riempie di tè dei minuscoli bicchieri versando il liquido da una brocca tenuta all'altezza della propria testa.
    Ciò che stupisce è che tutto si sta svolgendo all'aria aperta ( non esistono vetri o altri ripari che proteggano l'ambiente ) pur essendo la temperatura del luogo piuttosto bassa d'estate e rigida d'inverno.
   Si riprende il viaggio, ma ci  fermiamo qualche chilometro più avanti dove, sotto una malconcia tettoia è stata allestita un'esposizione di oggetti di  terracotta, alcuni di buona fattura, che ci vengono inutilmente offerti.
   Continuiamo per una strada tortuosa che offre bellissimi scorci di montagne dalle cime innevate e si snoda a fianco di un impetuoso corso d'acqua. 
   Quando arriviamo davanti alla "casa delle guide del territorio a fianco di un piccolo gruppo di case , collegate con diversi ponti alla sponda opposta, intuiamo di essere arrivati a destinazione.
   Lungo le rive del fiume, diversi ristoranti hanno sistemato posti a sedere su tappeti e cuscini ed il nostro gruppo viene indirizzato proprio a lato del fiume, quasi a toccare la gelida acqua che scorre con violenza lì accanto.


   Nonostante la confusione generata dall'arrivo di molte altre persone, viene velocemente servito un buon pasto con cibi locali ed al termine iniziamo la salita verso le cascate dell'Ourika.
   La strada si arrampica a fianco di un piccolo corso d'acqua, che scende a valle con un tortuoso percorso fatto di salti e laghetti.
   Dove è stato possibile ricavare lo spazio sufficiente, sono stati collocati piccoli negozi, organizzati in una cooperativa,  che vendono  dai dolci locali alle pietre lavorate sul posto.



   La salita è molto dura e l'unico che non dimostra fatica è la nostra guida, che prosegue in testa con un passo da bersagliere,  facendo attenzione a non perdere nessuno.
   Dopo tanta fatica ed un poco di sudore, al nostro sguardo appare una  cascata, frazionata in cinque salti d'acqua con l'ultimo che si allarga in un piacevole laghetto di acqua gelida.
  Dopo l'immancabile sosta per un sorso di tè caldo presso un impresentabile bar sorto sul posto, mentre il gruppo ritorna per la stessa strada, ai più coraggiosi viene offerto di proseguire, con una arrampicata da capre, per scoprire dall'alto la vista sulla cascata e sulla valle : il panorama dal colmo del passo è eccezionale e la discesa, tra i mandorli in fiore, impagabile.

   Lasciamo il piccolo agglomerato di case  e ritorniamo sulla strada del ritorno ( lunga e noiosa,  ), interrotta da una sosta presso un fatiscente giardino botanico con annessa raccolta di costumi ed utensili etnici.
   E' ormai sera quando, da buon ultimo, vengo lasciato nel punto  dove ero stato prelevato al mattino.
   La stanchezza la fà da padrona e la mia cena è una montagna di  fragole che ho comprato da un contadino che le vendeva per strada.

Lunedì 7 Aprile
   Oggi ho tempo di assaporare una ottima ed abbondante colazione marocchina, che mi viene servita al riad da un cameriere che non smette mai di offrirmi stuzzichini di ogni natura.
   Ho il treno per Casablanca alle 10,30 e con calma raccolgo le mie cose, saluto lo staff ed arrivo alla piazzetta dei taxi, dove non faccio fatica ad essere raccolto ed accompagnato alla stazione centrale.
   Il viaggio non finisce mai.
  E' pomeriggio inoltrato quando il treno si ferma in una grande e moderna stazione ferroviaria.
  Arranco, sotto il sole, fino alla stazione dei taxi ed in una decina di minuti sono davanti all'HOTEL DE PARIS, in centro città.
   La camera, anche se ristrutturata di recente, mostra tutti i segni degli anni in cui ha svolto servizio, ma la vista sulla città è impagabile : minareti, tetti e palazzi sono tutti ai miei piedi.
   Ho bisogno di una lavanderia, che trovo a 200 metri dall'hotel e  ne approfitto per fare quattro passi nei dintorni scoprendo una città viva e laboriosa.
   Quando cala la sera, in tutto il quartiere, si accendono  luminarie stradali  per i festeggiamenti di qualche ricorrenza locale e la gente inizia a sciamare per le strade.
   A fatica trovo un posto nel ristorante che mi è stato indicato dal concierge e dopo una  cena senza lode o infamia, fotocopia di altre passate e future, approfittando della piacevole temperatura, mi aggiro nei dintorni ammirando le belle vetrine dei numerosi negozi , fino al sopraggiungere della stanchezza.

Martedì 8 Aprile
   Ho tutta la giornata a disposizione e dopo una veloce e frugale colazione ( brioche e cappuccino ), il primo taxi di passaggio mi porta a fianco della moschea  di Hassan II, la cui torre svetta altissima a pochi passi da un bellissimo lungomare.
   La vista a destra ed a sinistra spazia per molti chilometri ed in lontananza si intravede il faro di El Hank, ma il mio interesse è rivolto alla grande costruzione che mi fronteggia con il suo minareto di 210 metri di altezza.


    La moschea, visitabile anche dai non mussulmani, è immensa ed ha  la particolarità nel fatto che in parte è costruita sull'Oceano che si intravede attraverso un solaio di vetro.
   All'uscita riprendo un taxi e mi faccio portare fino alla Medina antica, alla porta di Bab Marrakech con l'imponente torre dell'orologio,  da dove,  seguendo un dedalo di stradine arrivo al mercato del pesce, interessante per la insolita grande esposizione di merce. 
   Mi fermo a pranzo nel vicino ristorante che serve il pescato del giorno e dopo una rapida occhiata ai souk  presenti nelle adiacenze, mi faccio portare al "Parc de la Ligue Arabe" proseguendo con la  visita alla cattedrale del Sacro Cuore.
   Dopo una doccia ristoratrice, calata la sera, ritorno per le strade del quartiere e mentre mi godo un buon caffè freddo, vengo agganciato da una signora che, al prezzo di un cappuccino con dolcetti, mi racconta la storia di Casablanca degli ultimi duemila anni.
   Dopo un paio d'ore, le orecchie mi fanno tanto male che la lascio lì, da sola,  mentre sta ancora parlando.
   In hotel raccolgo la mia roba e chiudo le valigie perchè domani mi aspetta un altro viaggio in treno fino a Tangeri.

Mercoledì 9 Aprile 
   Dopo la solita spartana colazione compresa nel prezzo di soggiorno, lascio l'hotel e fatti 100 metri, fermo il primo taxi di passaggio per farmi accompagnare alla stazione ferroviaria.
   Ho più di un ora da aspettare e sono preoccupato perchè sul monitor delle partenze non appare il numero del mio treno, anche se ne vedo un altro al medesimo orario.
   Mi spiegano che devo prendere il treno con il numero xxx perchè la mia non è la destinazione finale e per questo ha un numero identificativo diverso ( cose marocchine ).
   Il viaggio è lungo, anche per alcune fermate non previste,  e noioso.
   E' pomeriggio inoltrato quando arrivo a destinazione e non mi resta che cercare un taxi per farmi portare all'hotel che è molto fuori della città, vicino all'aeroporto.
  Per arrivare a destinazione ci vuole quasi un ora di strada, in mezzo ad un traffico bestiale, che non cessa nemmeno in periferia.
   L'hotel BEN BATOUTA TANGER è una nuova costruzione sorta tra anonimi edifici commerciali e l'accoglienza non è delle più calorose.
   L'addetta alla reception ha difficoltà a trovare la prenotazione e solo l'intervento del direttore risolve il problema.
   La camera è senza dubbio la più infelice ( come quasi tutte quelle di Booking ) e guarda direttamente sul cortile posteriore dove stanno scavando per costruire una piscina.
   A non troppa distanza si sentono aerei che atterrano o si alzano in volo e per avere un poco d'aria "fresca" devo lasciare la finestra aperta perchè, purtroppo, l'aria condizionata non funziona.
   Chiedo spiegazioni e mi dicono che funziona il riscaldamento ma non il raffrescamento perchè non hanno ancora fatto l'inversione  stagionale, stante le temperature notturne.
   Non me la sono bevuta.
   E' arrivata l'ora di cena e quando arrivo al ristorante ho difficoltà a scegliere qualcosa di commestibile senza spendere una fortuna.
   La cena è solo una lunga attesa tra le diverse portate e quando mi alzo, ancora affamato, vorrei fare quattro passi, ma nei dintorni non c'è nulla da vedere e la mia passeggiata finisce presto.
   Per domani ho prenotato un tour di gruppo che mi porterà alle Colonne d'Ercole e mi auguro che non facciano scherzi perchè hanno già spostato l'ora del prelievo dalle 8,30 alle 9,30.

Giovedì 10 Aprile
   La notte è passata in qualche modo, tra una doccia e l'altra per il caldo e l'afa.
    Arriva un nuovo messaggio che mi avverte di un ulteriore ritardo per il prelievo, ma non mi dispiace perchè così riesco a fare colazione, che sembra meglio organizzata della cena.
   Arriva, con altri 15 minuti di ritardo,  il minibus che ci porterà a destinazione e vi incontro un eterogeneo  gruppo persone ed una guida simpatica e spumeggiante.
   La prima fermata, dopo una buona ora di strada, è all'ingresso di quello che sembra un hotel di lusso, ma che scopriamo essere la "grotta di ercole" a cui si accede da una graziosa piazzetta lastricata a mosaico, contornata da portici e negozi di cianfrusaglie.
   La grotta non ha particolarità evidenti, ma scopriamo che l'apertura verso l'Oceano può perfettamente incorniciare il profilo del viso di una persona.

    Veniamo indirizzati alla sottostante spiaggia dove si sta formando una piccola carovana di cammelli con cui andremo a fare una passeggiata a bordo mare.
   Non è semplice far accomodare le persone su bestie che non hanno tanta voglia di collaborare, ma la carovana riesce a partire in tempi ragionevoli.
   La nostra guida continua a scattare fotografie e filmare   lo strano gruppo di inesperti e traballanti cavalieri che ricevono scossoni ad ogni passo.



   Ritorniamo al bus e si parte verso il faro di Capo Malabata,  dove sostiamo per una visita ai bei giardini e per scattare qualche foto sotto il cartello che ci indica il punto di incontro del  Mediterraneo con l'Oceano Atlantico.


   In quest'occasione abbiamo anche un incontro ravvicinato con una famiglia di cinghiali che non sembra abbiano intenzioni ostili, ma solo fame.
   Riprendiamo la marcia per dare una fuggevole occhiata ad una delle residenze del Re ed al grande bellissimo parco alberato che la circonda, approfittandone per un momento di ristoro culinario.
   La strada, mentre si snoda giù per il pendio che porta a Tangeri, ci mostra le dimore della "gente bene" del posto ed infine  giungiamo alla Medina con l'immancabile souk ed i suoi negozi.
   E' pomeriggio inoltrato quando ritorno in hotel e mi aspetta una doccia fantastica.
   Un messaggio di Ryanair mi avverte che devo presentarmi all'imbarco almeno tre ore prima perchè le formalità burocratiche di uscita dal paese possono protrarsi oltre il normale tempo previsto.
   Scendo in reception per chiedere di usufruire della la navetta aeroportuale prevista dall'offerta della camera, ma ...NO la navetta non c'è.
   In un primo momento il concierge si offre di darmi un passaggio, ma quando capisce che dovrà alzarsi alle cinque del mattino, ritira l'offerta.
   Chiamare un taxi da Tangeri a quell'ora del mattino, nemmeno da pensarci e così non mi resta che andare a piedi all'aeroporto, che per fortuna dista solo circa 1500 metri.
   Nel pomeriggio ho acquistato frutta e dolcetti e così riesco a non ripetere l'esperienza negativa della cena in hotel.
   Punto la sveglia alle 5,30 e provo a passare la notte.

Venerdì 11 Aprile
   Implacabile la sveglia mi butta giù dal letto all'ora prevista e dopo aver raccolto la mia roba, scendo alla reception dove la guardia notturna ritira le chiavi, controlla i pagamenti e ci salutiamo.
   Non fa nemmeno freddo e camminando si sta benissimo.
  Fatto il ceck-in e l'ispezione bagagli, mi affaccio alla immensa sala di controllo passaporti  dove una vera folla, incolonnata a mo' di serpente, attende il proprio turno.
   Un ora dopo circa passo i controlli e trovo un posto a sedere al gate di Ryanair, dove assisto alle solite scene di gente inviperita perchè il loro bagaglio ha superato il  peso o le misure imposte dal trasportatore.
   Caronte si accontentava di una moneta, Ryanair raddoppia la tariffa.
   Il volo è tranquillo e l'arrivo  a Bergamo è in perfetto orario, ma non c'è coincidenza con il bus per Brescia e mi tocca attendere più di un ora per avere il passaggio.
   L'arrivo a casa termina il viaggio.


Due conti :
- voli ,                                        euro 260
- hotel,                                          "    750
- trasporti in Marocco                   "   180
- cene, pranzi e quant'altro            "   160
- gite ed altri acquisti                     "   300
    
tutto considerato, pur senza una cifra precisa,  l'importo  per 11 giorni in Marocco non ha superato di molto  1.700 euro
   

   



   
   
   
 


   
 


   
   
   
   
   
 
  
   
   
   
   
   
   
   

   
   

    
  

   
   
   
   
   



 

lunedì 28 luglio 2025

Canarie, la terra dei vulcani

Canarie, Tenerife.

   E' arrivato il tempo per un nuovo viaggio, ma dove?
   Non ho più voglia  di affrontare lunghe percorrenze ed interminabili ore di volo : non rimane che l'area mediterranea o distanze percorribili in circa 4 ore. 
   Purtroppo, all'inizio  dell'Autunno, le mete raggiungibili si riducono notevolmente e voglio evitare di ritornare in luoghi già conosciuti. 
Escludo: 
- per questioni di meteo, l'area insulare della Grecia, Creta e Rodi  dove, pur con una temperatura ancora gradevole, le giornate risentono dell'abbassamento della temperatura,
- l'area della Turchia, Israele  ed il vicino oriente, per motivi di sicurezza,
- il Mar Rosso e l'Egitto , che sono state una meta degli ultimi tre anni,
- Algeria e Libia, per questioni di sicurezza,
......non restano che la Tunisia, il Marocco o guardare appena fuori dal Mediterraneo.
    Molti anni fa' ero approdato a Lanzarote nelle Canarie e ricordo ancora il piacevole clima settembrino e l'aspra bellezza dei luoghi. 
   Ho deciso : la prossima meta sarà TENERIFE, dove è ancora estate e le temperature sono  gradevoli tutto l'anno. 
   Inizio ad esplorare il Web per informazioni generali sui luoghi e poi uso Booking per individuare una sistemazione che mi consenta libertà di movimento. 
In un primo tempo trovo, nella parte Sud-Est dell'Isola,  un appartamento  nel centro residenziale EL CHARI in Poris de Abona, ma, considerando che senza un adeguato mezzo di trasporto dovrei limitare i miei movimenti a ben poca cosa, cancello l'idea e sposto la ricerca su LOS CRISTIANOS, piccola cittadina in una zona fortemente turistica.   
   Perchè senza mezzo di trasporto ?  
  Perchè ho provato a cercare un auto presso le maggiori compagnie di noleggio ( quelle degli aeroporti ) ma quando devo dichiarare la mia età, tutte mi chiudono la porta in faccia.  Rassegnato ho scelto, per questo motivo, un centro cittadino da cui partono bus nelle diverse direzioni per potermi spostare sul territorio. 
   Non sarà facile viaggiare perchè  pur essendo il sistema di trasporti pubblici  molto esteso, è complicato e non tutte le destinazioni sono raggiungibili.
   Dopo una attenta ricerca tra le offerte di Booking, trovo un monolocale ancora libero proprio sul fronte del porto di Los Cristianos, prospicente la zona del passeggio serale, a pochi passi da bar, ristoranti, spiagge e dalle diverse attività turistiche. 
    Confermo la scelta dall' 8 al 15 di Ottobre ed in quelle date prenoto il volo con Ryanair.
    Considerando che non avrò un auto mia, prenoto anche  il servizio taxi dall'aeroporto. 

8 Ottobre
   Arrivare a Bergamo non è mai stato un problema perchè i bus arrivano in un ora in aeroporto.
   Con il rilascio delle carte di imbarco elettroniche,  non serve più fare il check-in ed una volta passati i controlli di sicurezza, non resta che attendere la chiamata al gate e l'imbarco non presenta difficoltà. 
   Il volo è operato da Wizz Air Malta .
  Quattro ore e trenta minuti dopo atterriamo all'aeroporto di Tenerife Sud in una giornata che si sta scaldando nel sole di un caldo pomeriggio.  
  Vado al punto di assegnazione dei taxi e in pochi minuti sono in viaggio con un autista chiacchierone, che però non conosce il punto di destinazione e mi lascia davanti ad un condominio a 200 metri da una rotonda che ( scoprirò poi ) segna l'ingresso in Los Cristianos. 
   Chiedo lì intorno e poi fermo un altro taxi, che mi fa fare un bel giro turistico lasciandomi in un posto che è vicino, ma non è quello di arrivo. 
   Inizia, così,  un pellegrinaggio, avanti ed indietro, destra e sinistra, fino a quando qualcuno riesce ad indicarmi il luogo dove ritirare le chiavi dell'alloggio : é un ristorante in cui mi fermo per mangiare qualcosa, ma la cameriera, quando mi consegna le chiavi, non sa indicarmi qual'è      "l'edificio ARCO"      dove è ubicato l'alloggio  ( scoprirò poco dopo che siamo a meno di  200 metri ).  
   Mi alzo, stanco, sudato, trascinando la valigia  e mentre attraverso la piazza riconosco la facciata della casa, come pubblicata nel sito di Booking.
   Tutto ciò è successo  perchè siamo in una zona pedonale a cui non è  permesso accedere a nessun veicolo ed a causa delle indicazioni, molto approssimative, della proprietà. 
   L'alloggio è carino, quasi affacciato sulla spiaggia, a due passi dalla stazione marittima ed adiacente alla lunghissima passeggiata che costeggia il lungomare. 
   Dopo una doccia veloce, mi rimetto in strada per dare un occhiata attorno  e trovo un piccolo negozio di alimentari, ma i dolci di una pasticceria vincono di buona misura : la cena è assicurata.
   Qualche strada più in là , all'ingresso della stazione marittima, c'è l'ufficio della CICAR,  un autonoleggio al quale mi rivolgo per informazioni ed esco stringendo un contratto per i prossimi cinque giorni : problema risolto.

9 Ottobre
    Per fare colazione ho bisogno di qualcosa da mettere sotto i denti ed a cinquanta metri, nel vicoletto sulla destra, vedo un piccolo forno che ha allestito un area di ristoro esterna. Quello che cercavo, con i miei complimenti al fornaio, che mi serve un ottimo cappuccino con dei croissants fantastici. 
   Ritiro, senza troppe complicazioni, un auto nemmeno troppo usata e con la cartina dell'isola sotto gli occhi decido di avventurarmi, prima lungo la costa per curiosare tra i grandi alberghi di Playa de las Americas fino a Costa Adeje e poi verso l'interno. 
   Seguo le indicazioni che indicano LOS GIGANTES per ammirare l'immensa e ripida  scogliera che sorge a picco dal mare

     e poi, per una serie di strade e stradine, seguo la costa in direzione del PARQUE del TEIDE, un  gigantesco vulcano che, esplodendo in era preistorica, ha formato l'isola. Attualmente è inattivo da più di 100 anni, ma il suo ciclo di attività è di circa 150 anni.
   I panorami che si susseguono raccontano storie di grandi sconvolgimenti naturali e di fuoco fuoriuscito dalla terra : la pietra nera che giace attorno è un chiaro segno del riversamento di lava sgorgata dalle bocche del vulcano, tuttora ben visibili. 





   Mi accosto ad una guida locale che sta conversando con altri italiani e raccolgo molte interessanti notizie sull'enorme super vulcano e sulla storia dell'isola.
    La strada del rientro è lunga, ma il paesaggio ed una bella superstrada veloce che attraversa l'isola da  un capo all'altro, rendono il viaggio meno noioso. 
   Rientro a Los Cristianos a pomeriggio inoltrato ed inizio la disperata ricerca di un parcheggio che trovo a circa 1 km. dell'alloggio, ma la bella passeggiata lungo la  spiaggia e la sfilata dei negozi, rendono piacevole il cammino. 
    Mi fermo ad un chiosco che pratica intermediazione di attività turistiche ed acquisto una gita organizzata a LA GOMERA, piccola isola a circa 30 km. , dove conosceremo paesaggi e  vita locale. 
Ho ancora buona luce per scattare qualche fotografia sul lungomare, prima di cercare un luogo dove far cena.


   La scelta dei ristoranti è ampia ma non facile e finisco tra le braccia di ristoratori italiani che mi deludono ampiamente : tante parole, pochi fatti.

 10 Ottobre
   Il rito della colazione si ripete presso il piccolo forno con spaccio,  perchè quasi tutti i bar e ristoranti sono chiusi fino a mattina inoltrata. 
   Ritrovo l'auto e ripercorrendo la veloce superstrada del giorno,  arrivo alla punta estrema dell'isola e dopo Santa Cruz, mi tentano le indicazioni di LAS TERESITAS  e mi godo un paio d'ore su questa splendida spiaggia.





 Non oso fare il bagno perchè l'acqua non ha la temperatura giusta, anche se fa veramente molto caldo.
    Lascio la spiaggia e mi arrampico per una ripida salita che porta verso Taganana e Punta Anaga, ma sbaglio qualcosa e mi ritrovo alla fine di una strada che non conduce da nessuna parte. Dall'alto si scorgono bei panorami ed  una spiaggia dal colore insolito : totalmente nera. 
Incuriosito decido di scendere e mi ritrovo su un litorale di lava pietrificata con ciotoli e sabbia nera dove è stato insediato uno stabilimento balneare, non molto frequentato a causa della stagione inoltrata, ma dove ancora pochi coraggiosi godono gli utimi raggi di sole.


Rientro a Los Cristianos, non senza aver molto apprezzato questo lato di questa bellissima isola e la giornata si conclude  alla ricerca di un parcheggio introvabile ed una lunga passeggiata nella splendida e tiepida serata.

11 Ottobre  
   Oggi provo a fare la costa Nord e l'interno dell'isola.
   Quando arrivo al Bivio Los Gigantes / Santiago del Teide, proseguo in direzione Nasca affrontando una tortuosa strada di montagna che si  arrampica  tra impervie pareti rocciose con splendidi panorami a tratti nascosti  dalla nebbia che, poco per volta, si dirada al calore del sole. 



   Il paesino di Nasca è arroccato su una ripida scarpata che domina una profonda valle, ma  già di prima mattina è impossibile sostare in prossimità dell'abitato perchè una decina di  bus occupano i punti strategici disponibili della carreggiata e mi posso concedere solo una veloce sosta fotografica.
   Proseguo verso Punta de Teno, arrivando ad un bellissimo faro che svetta sull'estrema propaggine est dell'isola. 


   Lascio il posto dirigendomi verso Buenavista del Norte e Garachico, incontrando, lungo la costa, splendidi paesaggi lunari di roccia lavica che offrono la possibilità, a pochi coraggiosi,  di fare il bagno in calette rocciose tormentate da un mare agitato. 


Nelle ampie zone pianeggianti, a ridosso di un erta parete rocciosa, hanno organizzato grandi coltivazioni di banane e quando affronto la ripida strada del ritorno verso Santiago del Teide, si susseguono panorami con vista  mozzafiato, che spazia lungo la costa sottostante.


   La giornata mi ha molto  impegnato in una guida difficoltosa  per strade di montagna che hanno richiesto molta attenzione ed impegno al volante e la stanchezza si fà sentire.
Per questo motivo, poco oltre il mio domicilio, trovo una forneria/pasticceria che mi conquista e che risolve il problema della cena.
Mi addormento in un attimo.

12 Ottobre
    Oggi proverò a fare una breve incursione verso l'interno dell'isola per poi ritornare lungo la costa.
   Ripercorro strade già fatte nei giorni scorsi Verso Adeje, poi Vilaflor, Granadilla , Arico Fasnia e Guimar. Faccio rotta verso La Caleta e percorrendo in parte la superstrada  TF-1 e le strade secondarie che congiungono i  diversi abitati , continuo costeggiando verso Punta del Abrigo e Poris de Abona. 
  I paesaggi non cambiano molto : coste selvagge e dirupate, aride distese di terre abbandonate o , dove c'è la possibilità di sfruttare qualche sorgenre d'acqua, verdi aree coltivate in mezzo al nulla, piccoli paesi di campagna e tentativi di urbanizzazione a scopo turistico (?). 
   Nulla che mi faccia desiderare di stare qui invece che a Los Cristianos.
  

Voglio ricordarmi di un unico luogo incantato : PUERTITO DE ADEJE , quattro case malconce che si stringono attorno ad un bar che domina una piccola bella spiaggetta di sabbia color oro. Mi sono fermato per un sorso di caffè freddo e poi per mettere i piedi nell'acqua, prima di recuperare l'auto lasciata in un polveroso parcheggio a pagamento.


   Dopo ore di girovagare senza una meta, non so esattamente dove sono, ma la cartina mi indica alcune curiosità da vedere e scopro così :
- una costa aspra e selvaggia fatta di nere rocce laviche dove il mare si rompe con un suono che mette nostalgia,
- una piccola spiaggia scura tra due braccia di  solida roccia, qualche casa a fare da contorno ed una sfilata di palme con i piedi nell'acqua,
- un arco scolpito dal vento e dalla pioggia nell'arenaria di color ocra, che riporta alla mente quelli grandi e pomposi dei parchi americani. Scendo  fino alla sua base per qualche fotografia, ma non c'è molto da vedere.


   Riprendo la strada verso Los Cristianos , passando lungo la costa, dove alcune realtà inaspettate ( i campi da golf a sud dell'aeroporto ed Amarilla Marina ) risvegliano la mia curiosità, senza potermi fermare a causa dell'ora ormai tarda.
  Arrivato in appartamento, mi vesto per la cena e mi fermo ad un ottimo ristorante che trovo quasi sotto casa  : pasto eccellente, ma prezzi salati.
   Quattro passi sul lungomare e poi...buona notte.

13 Ottobre
   Ancora piuttosto stanco dalle molte ore passate alla guida nel giorno precedente, decido di affrontare solo percorsi veloci e facili. Dopo la colazione, mi infilo in superstrada e mi avvio verso Santa Cruz de Tenerife, la capitale.
   Il viaggio è tranquillo e noioso.
   Circa un ora dopo sono in arrivo, ma sbaglio uscita e mi ritrovo diretto a La Laguna, bella cittadina con una interessante storia.  Ritorno verso  Santa Cruz e per un paio d'ore giro per la città, senza una meta precisa, fermandomi dove l'ispirazione mi suggerisce. 


   Più tardi, nella zona del porto commerciale, per combattere il caldo diventato opprimente, mi intrufolo in un grande centro commerciale dove faccio spesa da Tezenis e mi lascio incuriosire dall'insegna di un interessante mostra dedicata alle "pietre del cielo"   (frammenti di meteoriti ) trovate sull'isola.
   E' solo pomeriggio e già penso al rientro perchè vorrei riconsegnare l'auto, dovendo   domani  partecipare alla gita a La Gomera.
   Riconsegno la vettura senza che nessuno si degni di controllarne il suo stato e finalmente liberato dal peso di trovare un parcheggio, mi concedo un attimo di tregua all'ombra degli alberi della piazza.
   Preparo lo zainetto con qualche capo di vestiario di ricambio, metto in carica la macchina fotografica e  controllo i documenti per  l'imbarco, che avverrà domani alle 8,00.
   Cena veloce e poi a dormire, dopo aver puntato la sveglia alle 7,00.

14 Ottobre 
   Alle 7,30 eccomi pronto davanti alla stazione marittima, cercando di capire dove convertire il voucher per il viaggio. 
   Ho qualche difficoltà a capire dove presentarmi perchè lo sportello della Compagnia ARMAS è ben nascosto e la guida italiana che  deve accompagnarci è bellamente in ritardo. Tutto si sistema e saliamo a bordo in perfetto orario.
   Siamo diretti a San Sebastian de La Gomera, una "piccola" isola a circa 1 ora di navigazione dal porto di Los Cristianos con il seguente programma :
- tour guidato alla scoperta delle bellezze naturali del luogo,
- pranzo al ristorante la ZULA con dimostrazione del "silbo gomero", fischio che sostituisce il linguaggio,
- passeggiata nel parco naturale del Garajonay,
- tempo libero a San Sebastian e rientro.
  Il tempo è splendido ed è un piacere osservare i maestosi panorami che si presentano ai nostri occhi  mentre il bus si arrampica per le strade dell'isola : più brullo e secco quello verso Sud , verdeggiante ed umido quello a Nord. 
   Due microclimi completamente diversi, che consentono coltivazioni agricole differenziate per la maggior disponibilità di acqua a Nord.
   Il pranzo molto frugale, è fatto di assaggi di specialità culinarie del posto, invece , molto interessante la dimostrazione del fischio che viene usato all'aperto in luogo delle parole, che a distanza, seppur gridate, potrebbero venir fraintese.
   La visita al parco naturale del Garajonay è troppo veloce.
   Appena il tempo di rendersi conto di quanto la natura sia incredibile creando un luogo, dove in assenza di pioggia gli alberi stessi creano un microclima umido che consente la vita a loro stessi ed ai muschi che catturano le gocce d'acqua restituendole all'ambiente e già è ora di andar via.


   Le fermate  nei punti panoramici migliori non mancano. 





  Il tempo scorre veloce, così che non resta che il tempo per una passeggiata in prossimità del punto di imbarco, prima della partenza alle 17,15.
   Rientrato in appartamento preparo le valige per il ritorno di domani.
   Ad operazione terminata, mi concedo un buonissimo gelato italiano in luogo della cena.

15 Ottobre 
  Ho tutto il tempo necessario per fare colazione, raccogliere le mie cose e mettermi in strada aspettando che passi un taxi, che in 30 minuti mi lascia davanti all'ingresso dell'aeroporto.
   Il volo di Ryanair dovrebbe partire alle 13.20, ma ha un ora di ritardo. 
   Ad Orio aspetto più di un ora il bus per Brescia, ma poi, nonostante i ritardi accumulati,
tutto procede regolarmente e...sono a casa.