venerdì 28 ottobre 2016

Grecia - Skiathos 2016

SKIATHOS 2016


Anche quest'anno la Grecia ha lanciato il suo appello e noi abbiamo risposto : Skiathos!!!

Eccoci, dunque, di ritorno dalla solita Agenzia di Viaggi con in tasca la prenotazione per una settimana di vacanza nelle Sporadi dall' 8 al 15 Luglio.

Il caso ( Gis ) ha voluto che ci si presentasse un offerta di EDEN VIAGGI-MARGO' per una settimana in hotel, proprio in centro a Skiathos Town, al prezzo eccezionale di 1500,00- euro per due, comprendente il volo da Verona, il soggiorno ed il transfert da e per l'aeroporto.

Come sempre, in attesa che venga il giorno della partenza, iniziamo le ricerche su Internet per scoprire le bellezze nascoste di quest'isola che pare abbia un infinità di ottime spiagge.

Al fine di evitare seccature all'arrivo ho provveduto a noleggiare, tramite Rentalcars, un auto per tre giorni, ma l'idea non è stata poi così buona, come vedremo.



Venerdì 08-07-2016

E' arrivato il fatidico giorno ed alle 9,00 del mattino siamo in viaggio.

Questa volta abbiamo solo un piccolo problema ad una rotonda, per trovare il parcheggio ( perso in mezzo alla campagna ) dove lasciare l'auto , da dove ci portano in aeroporto.

Il volo è quasi in orario, a causa del fatto che l'aeroporto di Skiathos può ospitare solo 3 aeromobili per volta ed è necessario che il posto sia libero e quindi con circa mezz'ora di ritardo atterriamo su una piccola pista che da bordo mare finisce in mare dall'altro lato dell'isola.

Gli addetti EDEN raccolgono i nostri bagagli, che ritroveremo sulla porta dell'hotel, e dopo un breve percorso in auto ed a piedi per piccole stradine, eccoci giunti a destinazione : il THYMI'S HOME.

La camera è piccola, il bagno microscopico, ma l'ambiente è pulito, simpatico e confortevole, con una bella finestra che si affaccia su una stradina pedonale.

Fa caldo, ma nemmeno troppo e così rinunciamo all'aria condizionata, preferendo l'aria fresca che entra dalla finestra con le persiane.

Sistemate alla meno peggio le valigie, eccoci in strada per la prima esplorazione nei dintorni.

L'hotel è a circa 100 metri dalla strada principale, a circa 500 metri dal porto e dalla bella passeggiata lungo la banchina a cui sono ormeggiate molte barche a motore ed a vela che offrono escursioni via mare verso le spiagge più belle e le altre isole dell'arcipelago.

A destra il lungomare termina con la città vecchia, a sinistra si arriva, dopo un paio di km., fino all'aeroporto ed a ogni passo si aprono ristoranti, bar e negozi di ogni genere, che possono soddisfare qualsiasi necessità.

E' quasi sera, siamo stanchi e dopo aver comprato bibite, qualche dolce ed un poco di frutta, rientriamo in hotel per una cena al volo ed il meritato riposo.


Sabato 09-07-2016

L'anticipo di un ora, a causa del fuso orario, mi sveglia di buon'ora e così, mentre Gis dorme ancora tranquilla, scendo per la via principale per acquistare colazione.

Ad un centinaio di metri dall'hotel trovo una panetteria, focacceria, pasticceria, bar, etc. che ha una bellissima esposizione di merce dolce/salata ed esagerando ( !! ), con una decina di euro, acquisto un poco di tutto.

Mentre Gis resta in hotel a gustare gli ottimi dolci e la frutta, riprendo la strada per andare a cercare l'agenzia che deve noleggiarci l'auto.

Maps ( l'applicazione di Google ) me la segnala a circa 1 km dopo la fine del porto, lungo la strada dei ristoranti appollaiati in riva al mare, ma dopo non uno, ma almeno due km percorsi, non avendo trovato nessuno ed essendo arrivato sin quasi all'inizio della pista dell'aeroporto, mi arrendo e ritorno da dove ero partito, accorgendomi che l'hotel presso cui si trova l'agenzia di noleggio è proprio all'incrocio delle strade alla fine del passeggio sul porto.

In uno squallido ufficio, un tizio, piuttosto in disordine, mi fa notare che l'auto mi sarà consegnata alle 11 e che sono appena le 10,30.

Nulla da fare, devo ritornare in hotel.

Ne approfittiamo per raccogliere le nostre cose da spiaggia, le macchine fotografiche, i viveri e ritorniamo all'agenzia per il ritiro dell'auto.

Ci danno un piccolo fuoristrada, molto vecchio, molto giù di carrozzeria, con la capotte piena di buchi, con uno sterzo durissimo ed un cambio manuale che oppone resistenza ad ogni occasione, ma siamo pronti per iniziare l'esplorazione dell'isola.

Le prime spiagge da visitare saranno : Banana e Koukounaries, a Sud-Ovest dell'isola.

Facciamo benzina ( più cara che in Italia ) e siamo subito in viaggio.

Le indicazioni latitano e dopo qualche incertezza sulla via da seguire, arriviamo al grande parcheggio di Koukounaries da dove ci arrampichiamo, per una ripida e stretta strada sterrata, sino all'uliveto che ospita le vetture dei bagnanti.

La spiaggia, circa 400 metri di sabbia dorata bagnata da acque cristalline, ospita un piccolo stabilimento balneare da cui proviene musica ad alto volume, piuttosto fastidiosa, ed un bar all'ombra di grandi pini.

Ci accomodiamo con le nostre attrezzature in un tratto ombroso e dopo esserci guardati attorno, a turno, ci allontaniamo in cerca degli scatti più belli ; sulla destra, dopo un tratto di spiaggia deserta e molto assolata, una scogliera naturale si spinge in mare e mi accorgo che più persone vanno oltre.

Arrivo in cresta al baluardo di pietre e dall'altro lato, scopro un'altra bella spiaggia quasi identica a quella alle mie spalle, molto affollata.

Appena alzo la macchina fotografica un coro di proteste si leva dalle persone più vicine e mi rendo conto che nessuno ha indumenti addosso : nudisti !!!

Mi arrendo.

Dopo un paio di foto scattate di nascosto, ritorno dove Gis mi aspetta in attesa di fare il primo bagno, ma scopriamo che mentre il sole è molto caldo, l'acqua è piuttosto fredda.

Facciamo un veloce pranzo a base di frutta e quando il sole inizia a farci spostare, decidiamo di cambiare spiaggia.

Ritorniamo al grande parcheggio di Koukounaries e ci affacciamo su quella che è la spiaggia più famosa, lunga e bella dell'isola, circondata da una fitta foresta di pini, che delimita l'oasi naturale alla sue spalle.

Purtroppo, per la fama che la riguarda, è anche molto frequentata.

Troviamo posto proprio all'ingresso della spiaggia, alle spalle di uno stabilimento balneare a fianco dell'ufficio del Diving e ci impadroniamo di alcuni lettini apparentemente abbandonati sotto i pini, facendo del luogo la nostra base.

Nessuno viene a disturbarci ed a turno ci tuffiamo in un acqua decisamente poco calda, per poi dedicarci alla fotografia di alcuni tratti di spiaggia particolarmente interessanti.

Poichè la giornata è ancora lunga e star fermi non ci piace, decidiamo di partire verso le spiagge della costa Ovest.

Dopo una lunga arrampicata sulle colline, per strade in parte a fondo naturale, arriviamo ad Aselinos, una spiaggia aspra ed assolata, dove, alla foce di un torrentello asciutto, è sorta la solita taverna con relativo stabilimento balneare.

L'acqua è bella, limpida con colori blu scuri, ma il luogo non è di nostro gradimento.

Ripresa la strada, ci imbattiamo nell'indicazione del monastero di Panagia Kounistria, cui dedichiamo una breve visita, scoprendo una graziosa chiesetta dalle pareti completamente ricoperte di affreschi.

Per una larga e comoda strada sterrata che ci consente bellissimi scorci di panorama dall'alto, arriviamo a Micros Aselinos, una spiaggetta molto carina, a cui rinunciamo di accedere per la poca voglia di percorrere un pericoloso sentiero tutto in discesa verso il mare.

Intorno a noi solo pini, silenzio ed in basso un mare dall'azzurro stupendo.

Mentre il sole si abbassa all'orizzonte, iniziamo a ritornare verso l'hotel, ma davanti a Troulos non resistiamo alla tentazione di ammirarne la spiaggia, che si rivelerà bella ma piuttosto stretta e piena di attrezzature balneari.


Dopo una buona doccia, ci mettiamo in strada per arrivare ad un ristorante adocchiato la sera prima, il LIMANAKI, che si affaccia sulla baia di Skiathos ed offre cena “les pieds en l'eau”.

Da subito qualcosa non mi aveva convinto avendo notato che il quarto pallino di Trip era stato colorato da loro stessi, ma Gis con la prospettiva di una mussaka vegetariana, si è accomodata ad un tavolo in riva al mare e lì abbiamo atteso una buona mezz'ora prima che qualcuno si degnasse di acquisire le ordinazioni.

Quello che ci è stato servito era decisamente scadente, sopratutto l'agnello con patate, che per la prima volta in vita loro si incontravano in quel piatto in un ambiente freddo e poco amichevole.

Solo il conto ( oltre 30 euro ) è stato all'altezza della location.

La giornata termina con una passeggiata lungo il porto in una tiepida sera.



Domenica 10-07-2016

Mi sveglio di buon'ora e procuro nuova frutta e dolci per la sopravvivenza.

Abbiamo deciso di andare alla vecchia città di Kastro, via terra, pur sapendo che la strada non è delle migliori e decisamente molto lunga.

Iniziamo il viaggio giungendo ad un quadrivio senza alcuna indicazione, dove una turista italiana, anche lei in cerca di qualcosa di introvabile, ci conforta con qualche utile indicazione.

Proseguiamo per molti km. per strade piuttosto strette con tratti non asfaltati, per salite assurde e discese a rompicollo, fino a rivedere il mare ai nostri piedi ed il sito di Kastro sul cucuzzolo di un capo che sporge a picco su una costa rocciosa.


Lasciata l'auto a lato strada, proseguiamo a piedi e scopriamo, lungo l'erta discesa, prima una baracca in cui si effettua servizio bar, poi, un bel parcheggio ( inutile perchè ho lasciato l'auto 300 metri sopra ) ed il sentiero per arrivare al sito storico abitato, in epoche successive, da greci e turchi, prima di essere abbandonato.

La stradina sterrata che ci porta alle rovine dell'antico abitato è veramente brutta, infida ed a tratti adatta solo ad alpinisti, ma la voglia di scoprire il panorama che quel posto offre, mi mette le ali ai piedi, tanto che riesco a distanziare e perdere Gis, cui ho raccomandato di fermarsi se la discesa diventa troppo difficile, essendo equipaggiata solo con ciabatte da mare.

Il panorama sull'azzurro mare, sulle spiagge sassose, sulle ripide scogliere sottostanti è eccezionale e con il fiato grosso mi arrampico fino all'antica porta di accesso al perimetro murario, iniziando l'esplorazione tra le molte macerie di quelle che paiono case, depositi, alcune chiese e chissà cos'altro.

Mentre Gis ancora non compare, mi infilo in quella che doveva essere la chiesa principale, di cui sono rimasti muri e tetto, scoprendo, tra tracce di incendio, affreschi sacri e pitture murali di una certa bellezza.

Rinunciando a raggiungere il punto più alto, dove si erge l'asta della bandiera, vado incontro a Gis che nel frattempo è giunta sino alla scala che porta alla cinta muraria.

Terminato il tour del sito, riprendiamo la via del ritorno e dopo aver litigato ed aver avuto ragione sulla strada da seguire, ci fermiamo a gustare una fresca e dolce fetta di anguria, all'ombra dell'ospitale dehors dell'improvvisato bar perso in questo luogo.

Sulla lunga strada del ritorno troviamo un bel posto panoramico che ci mostra dall'alto tutta la città di Skiathos, l'aeroporto, il porto e la baia antistante con le isole.

Quando raggiungiamo i sobborghi della città, decidiamo di andare a vedere le spiagge di Capo Kalamaki a circa 6/7 km. dalla città e davanti ai nostri occhi passano le località di Nostos, Kanapitsa, Diamand, Vromolimnos e Agia Paraskevi con i loro litorali bagnati da un mare splendido.

Per buona parte del pomeriggio, ci fermiamo a chiacchierare con una coppia di italiani sotto i grandi pini di una spiaggetta con taverna e dopo un buon bagno, ritorniamo verso l'hotel.

Passeggiando per la strada principale, ci è venuto appetito e questa volta ci fermiamo al Golden Corner, un localino dove io assaggio un ottimo giros con patatine e Gis una feta con insalata, per la strepitosa spesa di circa 12 euro.



Lunedì 11-07-2016

Mentre ci avviamo a cercare l'auto, parcheggiata a quasi un km. di distanza, acquistiamo la frutta che mangeremo sulla spiaggia e siamo pronti a ripartire alla scoperta di nuovi luoghi.

Con qualche difficoltà per trovarne l'accesso, arriviamo alla spiaggia di Agia Eleni, una lunga spiaggia di sabbia dorata, orlata da una fitta foresta di pini, bagnata da un bel mare azzurro, trasparente e cristallino.

Dopo qualche fotografia, decidiamo di proseguire per altri lidi lungo la strada non asfaltata che abbiamo visto a circa 200 metri più sopra, proponendoci di ritornare qui per la bellezza del luogo.

Iniziamo una lunga salita attraverso una rigogliosa pineta, per una strada generalmente in buone condizioni, fino ad intravedere Krifti Amnos, dove una piccola taverna si accompagna ad uno sparuto gruppo di ombrelloni di fronte ad uno spettacolare mare azzurro, che bagna una piccola spiaggia di sabbia dorata.

Continuando per alcuni km., dopo aver parcheggiato l'auto alla meno peggio, attraversiamo a piedi una bella pineta e seguendo il letto di un torrente in secca arriviamo a Mandraki Beach, una assolata spiaggia dall'aspetto selvaggio, che termina contro un'alta parete di terra rossa.

La solita sgualcita taverna e poche file di ombrelloni completano una scena, che pare un poco desolata anche se a me ha ispirato subito un senso di pace e profonda tranquillità.


Con rammarico lasciamo il posto senza fare il solito bagno e dopo una buona mezz'ora arriviamo all'altra bella spiaggia di Mandraki Elias, un lungo arenile ben attrezzato, cui si accede attraversando una pineta e poi una passerella di legno per evitare di sprofondare nella sabbia che forma il substrato del terreno.

Nonostante la bellezza del luogo, decidiamo di ritornare alla spiaggia di Agia Eleni per trascorrervi il resto della giornata e tuffarci nella sua splendida acqua.

A pomeriggio inoltrato, mangiamo qualcosa al ristorantino della spiaggia e quando comincia a calare il sole, siamo pronti per rientrare in hotel.

Appena giunti in città riconsegniamo l'auto e programmiamo la giornata successiva.

Passeggiando lungo il molo del porto, ci facciamo conquistare da una simpatica signora italiana e prenotiamo una gita con la barca di HARIS-KONSTANTINOS , glass bottom cruises , che per il prezzo di 30 euro a testa ci porterà, domani, a Skopelos Town, nell'isola omonima, al Santuario di Agios Ioannis ( dove sono state girate alcune scene del film Mamma Mia ) e poi alla spiaggia di Lalaria.

Rientrando in hotel gustiamo un trancio di pizza e poco oltre, in un vicolo laterale, troviamo un Tizio che prepara gli “ice rolls” con frutta fresca, come in Thailandia e non resistiamo alla tentazione di gustare questa deliziosa specialità, prima di finire la giornata.


Martedì 12-07-2016

In perfetto orario andiamo al porto per l'imbarco e dopo aver messo piede a bordo e lasciato l'ormeggio, ci accorgiamo che ( forse ) non sarà una gita perfetta :

    • la barca non ha il fondo di vetro,
    • la gente imbarcata è troppa e non ci sono comodi posti a sedere per tutti,
    • il pranzo a bordo consiste in un misero panino con prosciutto e formaggio,
    • appena usciti dal porto inizia il ballo delle onde e qualcuno soffre il mal di mare,
    • le bevande bisogna guadagnarsele scendendo in cucina ( anche con mare mosso ),
    • il vento annaffia le persone sedute al giardinetto di poppa ed ancor più quelle a prua,
    • sul ponte superiore un sole impietoso carbonizza chi non trova posto in salone,
    • si fuma in ogni luogo ( il comandante per primo ) e ciò provoca molto fastidio,
    • il mare continua a montare e la velocità si riduce di molto dovendolo affrontare di prua.

Quasi a mezzogiorno ci sbarcano a Skopelos e con solo un'ora a disposizione il giro per la città è ridotto di conseguenza.

Ci avviciniamo ad una bianchissima caratteristica chiesa che incombe sul lato dritto del porto e poi, mentre io mi fermo qualche minuto per guardare dentro ad una piccola cappella, Gis tira dritto e ci perdiamo di vista.

Mentre lei gira da sopra nei vicoletti, io ritorno al porto ed aspetto.... fino a quando non la rivedo, quasi al momento di andar via.

Ritorniamo a bordo ed un mare impietoso ci accompagna fin sotto la Cappella di Agios Ioannis, dove , mentre dall'altra barca qualcuno viene fatto scendere, a noi viene proposto di fare il bagno con un tuffo dalla barca.

Poichè star fermi con mare grosso è come fare un giro in frullatore, più di una persona inizia a soffrire ed il Comandante ha la bella pensata di trasferirsi in altro luogo.

Alla spiaggia di Lalaria nemmeno ci avviciniamo, ma ce ne viene proposta un'altra, senza nemmeno consultarci.

Ci troviamo, dopo un'altra ora di strada, di fronte ad una minuscola spiaggetta ridossata dall'isola di Tsougrias, dove ci viene proposto il bagno in un mare dai magnifici colori, ma... la spiaggia è irraggiungibile a causa della distanza cui la barca è stata ormeggiata, nonostante non ci siano bassi fondali.

Finalmente rientriamo in porto !!!!!!

Anche se il Comandante si riserva sempre il diritto di cambiare il programma dell'escursione in ragione delle condizioni meteo, nessuno dell'equipaggio ha avuto il coraggio di essere presente a raccogliere lagnanze.

Mentre rientriamo in albergo, capitiamo davanti ad una tipica taverna greca, dove ci fermiamo a mangiare una discreta mussaka, per un prezzo ragionevole.

A fine cena proseguiamo la nostra passeggiata su lungomare verso la città vecchia e raccogliamo diverse proposte per una seconda escursione in barca per il giorno dopo.

A dormire, per svegliarci presto.



Mercoledì 13-07-2016

Ci presentiamo all'imbarco e ci vengono assegnati due posti su una dura panca di legno, che diventano sempre più stretti e scomodi, man mano che la gente viene fatta salire e stipata sino all'inverosimile ( altro che migranti ).

La prima meta è la sassosa ed assolata spiaggia di Lalaria, la cui caratteristica è di essere ridossata ad una ripida parete di roccia biancastra che all'estremità Sud finisce in mare con una formazione ad arco.

All'arrivo la barca accosta di poppa alla riva e viene gettata una passerella per consentire l'accesso a terra, ma il mare è gonfio e qualcuno rischia un pericoloso tuffo fuori programma.

L'acqua è meravigliosamente limpida, di un azzurro tenue, tendente al bianco, che si scurisce con la profondità del mare e ricorda le meravigliose tonalità caraibiche.

Il sole picchia caldo ed impietoso e ci costringe a trovare un poco di ombra a ridosso degli alti baluardi di roccia, fino a quando, circa due ore dopo, veniamo raccolti per l'imbarco, compiendo un altro miracolo di scalata alla passerella gettata dalla barca.

La navigazione riprende alla volta della spiaggia di Kastro, dove, raggiunta la spiaggia, viene ripetuta l'operazione di sbarco e poi la lunga fila di persone sciama per un arduo sentiero, in parte verso le rovine del sito ed in parte verso la locale taverna.

Ritenendo inutile ritornare tra le rovine di Kastro, ci accomodiamo in taverna dove un'insalata con qualche fetta di pane ci costa più che un'aragosta.

Le operazioni di imbarco si concludono felicemente, pur dovendo attendere i soliti ritardatari che hanno mal valutato il tempo necessario per andare e tornare dalla rocca.

Si riparte ed una imprevista sosta al porto di Skiathos dove sbarcano alcune persone, ci consente di vedere, dal mare, il Bourtzi, l'isolotto ( ora collegato alla terra ) che ospita una grande villa con giardini.

Dopo una mezz'ora di navigazione ci avviciniamo all'isola di Tsougrias, le cui grandi e belle lingue di sabbia sono ben visibili anche dall'aereo durante le manovre di atterraggio.

All'arrivo lo spettacolo è incredibile, per i colori del mare e per la meravigliosa spiaggia che si stende da questo lato dell'isola.

Sistemiamo le nostre cose all'ombra di un antico olivo a ridosso della spiaggia ed a turno facciamo il bagno e cerchiamo inquadrature per delle magnifiche fotografie.

Quando è l'ora del ritorno, ci dispiace veramente dover lasciare quel luogo, dove la natura ha compiuto un altro dei suoi capolavori.

Siamo stanchi e per evitare di camminare ci sistemiamo alla taverna del giorno precedente, dove la cara signora titolare del locale, ci ingozza di cibo.

La nostra camera d'hotel ci accoglie per una fantastica dormita.



Giovedì 14-07-2016

L'ultimo giorno a Skiathos lo passeremo interamente sulla spiaggia di Koukounaries ed essendo privi dell'auto, proveremo ad usare il servizio pubblico.

Con partenza dal porto vecchio, una piccola pilotina ad uso turistico ci porta, in meno di mezz'ora, al molo della spiaggia con 5 euro di spesa a testa e la vista dal mare delle spiagge che abbiamo frequentato in questi giorni.

Appena sbarcati, riprendiamo possesso dei lettini posti all'ombra dei grandi pini vicino al Diving, ma questa volta ci tocca pagare : 8 euro per tutto il giorno.

Dopo le prime foto, mi metto all'ombra mentre Gis esplora tutta la lunga spiaggia ( oltre 1 Km. ) sino ad un piccolo alaggio di barche posto alla foce del torrentello che versa in mare l'acqua dell'area umida alle spalle della pineta.

Ogni 200/300 metri hanno collocato uno stabilimento balneare con 5 / 6 o più file di lettini e parasole ( quelli con la paglia o le canne ) e molta spiaggia libera tra di loro.

Nei punti ritenuti strategici hanno posto ristorantini dai menù accattivanti e chioschi per la vendita di bevande, panini, gelati e quant'altro, a prezzi non eccessivamente cari.

A metà mattina, dalle barche partite da Skiathos Town, sono già state sbarcate centinaia ( meglio : migliaia ) di persone che hanno occupato ogni metro quadrato della spiaggia ed affollato gli stabilimenti balneari : una follia.

Chissà cosa succede a Ferragosto!!!!

Il tempo passa lento ed inesorabilmente arrivano le 17 ed anche l'ora di raccogliere le nostre cose e tornare verso l'hotel.

Per il ritorno scegliamo di usare il bus, un bell'autobus turistico, che dal grande parcheggio ci porta al porto nuovo, non lontano da dove eravamo partiti al mattino.

Una doccia veloce in hotel e poi l'ultima passeggiata per “odos Papadiamanti” tra la folla che rende viva questa strada piena di negozi e ristoranti di ogni tipo, fino al lungomare, dove proprio in fondo, scegliamo un simpatico locale con sedie impagliate e tavoli in legno dipinto di azzurro.

Il cibo non è eccezionale, ma il conto modesto.

Rientriamo in hotel, consci che questa sarà l'ultima notte.



Venerdì 15-07-2016

Alle 8,00, dopo aver lasciato i bagagli davanti all'hotel, ci rechiamo al punto di raccolta dove ci aspetta il pulmino che ci porta in aeroporto, dove la folla presente ci dice che è' l'ora delle partenze.

Sulla pista tre aerei attendono di partire, lasciando il posto a chi deve arrivare.

Con quasi un'ora di ritardo imbarchiamo e dopo un volo di un'oretta atterriamo a Verona.

Con molta calma arriva anche la navetta del parcheggio e finalmente, ritirata l'auto, riusciamo a metterci in autostrada.

Arriviamo a casa senza altri problemi.


Ottima vacanza, tanto sole, tante fotografie e molte cose da ricordare.

Qualche fotografia :

Banana Beach

Banana Beach

Koukounaries beach

Koukounaries




Aselinos
Aselinos




















Micro Aselinos
Kastro


La spiaggia di Kastro


Mandraki


Mandraki Elias


Skopelos porto


Agios Ioannis ( Mamma mia )




Lalaria









Lalaria beach


Tsougrias beach


Tsougrias beach


Phuket quattro anni dopo.

PHUKET 2.0 - Quattro anni dopo.

Come spesso succede, mentre si guarda ad Ovest, cercando una favorevole occasione a Cuba o nei Caraibi, ecco spuntare da Est la Thailandia : nuovamente PHUKET!!!!!!!!

14 – 15 Aprile 2016

….e fu così che il 14 Aprile verso le 10 del mattino, si è ripetuto il rituale delle partenze da Malpensa : Stazione di Brescia, Stazione di Milano e Malpensa Express.
Il viaggio in treno dura circa 2 ore, ma è assolutamente comodo perchè si arriva proprio dentro l'aeroporto.
Eravamo già stati a Kata quattro anni prima ( hotel CHABA ), ma la ghiotta offerta di “ Caesar Tour “ ( 900 euro per volo, una settimana di soggiorno e transfer ) ci è sembrata irresistibile ed abbiamo acquistato il pacchetto turistico senza troppo pensarci.
Il volo THAI di circa 11 ore è stato abbastanza scomodo perchè, grazie alla prenotazione al risparmio del Tour Operator, siamo finiti proprio in coda all'aereo, negli ultimi posti, dove sembra di stare in un gigantesco e rumoroso frullatore che ti scuote continuamente.
Giunti a Bangkok, dove non è mai facile trovare il gate dei voli interni, con un ulteriore ora di volo siamo arrivati a Phuket e qui siamo stati raccolti, con molta calma, dall'autista di un minibus che ci ha portati in albergo, dopo altri 45 minuti di strada percorsa in un traffico pazzesco, arrivando a destinazione verso le ore 14,00 locali (finalmente!!!)
Già lungo il percorso fino a Kata abbiamo notato molti cambiamenti, sia nella sistemazione della strada, ora per buona parte a più corsie, sia nell'enorme numero di nuovi palazzi e case sorte lungo la trafficata arteria, in sostituzione delle scadenti abitazioni che ricordavamo.
Qui il vento del cambiamento ha soffiato molto forte dalla nostra ultima visita e molti luoghi sono diventati irriconoscibili : palazzi al posto di modeste abitazioni, un fiorire di attività e l'eliminazione del provvisorio dopo la sventura dello tsunami.
Tutto è più europeo : le strade seguono uno sviluppo molto più razionale, negozi ed imprese commerciali sembrano più disciplinate, anche se non mancano le molteplici attività legate allo street-food ( guai se non fosse così !!!!).
Il Sugar Marina Resort Fashion è un ex 4 stelle ancora in ottimo stato e la camera che ci hanno assegnato è grande, luminosa, con un bel bagno con una grande doccia ed una grande vasca sistemata proprio in mezzo alla camera ( che idea ?? !!)
Bella la piscina raccolta tra le ali dell'albergo e con l'acqua fin troppo calda quando il sole la colpisce.
Dalla finestra ci affacciamo su una strada priva di traffico automobilistico, ma non senza ristoranti, saloni di massaggio, bar, uno studio di tatuaggi ed alcune bancarelle per la vendita di frutta, dolci e uno specialissimo gelato fatto al momento con gli ingredienti richiesti dal consumatore ( frutta, cioccolato, etc. ), tritati a mano, stesi sottilmente su una piastra criogenica e raccolti con una grande spatola che riavvolge il tutto come fosse un sigaro.
Come non assaggiare questa specialità sconosciuta ?
La mia preferita : il mango.
Il prezzo ? 80 bath = 2 euro.
Aperte le valigie e fatta una doccia, eccoci subito per strada a gustare i primi scorci di questa vacanza sulla grande spiaggia di Kata e la lunghissima passeggiata a bordo mare che arriva fino a Karon.
La sera ci sorprende ancora per strada a bighellonare.
Dopo aver molto guardato in giro per decidere in quale ristorante fermarci decidiamo per il nuovo “Tagliere di Massimo” a pochi passi dall'hotel, sapendo che qui la qualità è sicura, anche se i prezzi sono decisamente più alti della media, anche chiedendo cibi della cucina locale.
Il primo giorno in Thai finisce qui, dovendo smaltire quasi 20 ore di viaggio e 6 ore di differenza di fuso orario.


16 Aprile 2016
Ci svegliamo ancora piuttosto fuori forma, ma curiosi di sapere cosa ci sarà servito a colazione.
Le recensioni lette su Trip sono buone, ma....non si può mai sapere.
La sala è grande, pulita ed attorno sono sistemati i tavoli con cibi caldi o freddi, dolci o salati, frutta e dolci : c'è solo l'imbarazzo della scelta ed essendo il primo giorno ci scappa l'abbuffata.
A mattina inoltrata, carichi di buone intenzioni, ci dirigiamo verso la spiaggia e scopriamo che un editto reale ha proibito di occupare gli arenili con ombrelloni e lettini : la spiaggia senza alcun ingombro sembra immensa, ma ci siamo persi l'ombra ed il caldo è esagerato.
Ci rifugiamo al margine della spiaggia, dove alcuni alberi riescono a schermare i raggi solari e dopo aver sistemato le nostre cose, ci buttiamo in un'acqua che pare brodo caldo.
I colori non sono quelli dei Caraibi, ma oggi la luce è abbastanza buona, anche se scopriremo che la Thailandia può essere, oltre che il paese del sorriso, anche quello delle nebbie.
Restiamo in spiaggia per molto tempo prima di ritornare in hotel, fare una doccia con riposino e ritornare per le strade in attesa che arrivi un incantevole tramonto che tinge il cielo di rosso, di arancio, di rosa e di viola.
Rinunciando alla solita camminata, ci lasciamo incantare dal MALI SEA FOOD, ristorante dell'hotel, dove è in agguato la prima fregatura : cibo pessimo e caro.
Delusi guadagniamo la nostra camera e …..buona notte.

17 Aprile 2016
Oggi la nostra meta è Kata Noi, la spiaggia più piccola ( circa 1 Km ).
Lentamente ci incamminiamo su per la collina fino a giungere alla scalinata che porta alla spiaggia, anch'essa divenuta più grande per l'assenza di ombrelloni e lettini.
Trovato l'albero giusto a fianco dell'ingresso di un grande hotel, sistemiamo le nostre cose e dopo aver scambiato qualche parola con la guardia dell'hotel proviamo ad entrare in acqua sfidando grandi onde che non sembrano troppo amichevoli.
Il tempo passa presto ed a pomeriggio inoltrato riprendiamo la strada del ritorno fino ad incrociare la strada che ci porta all'estremità della grande spiaggia di Kata, dove ammucchiati uno all'altro, ci sono alcuni bei ristoranti, che ci ripromettiamo di frequentare nei prossimi giorni.
Il ristorante di questa sera è al quadrivio all'uscita di Kata e probabilmente questa è stata la miglior cena fra tutte, con una spesa di circa 16 euro in due.
Sulla strada del ritorno Gis inizia la raccolta dépliant per valutare le offerte delle diverse gite in barca nel golfo e finiamo per dar fiducia ad una simpatica signora che ha il proprio banco a 100 metri dal nostro hotel.
La proposta “5 in 1 – Canoe” ci convince più di altre ed al prezzo di circa 50 euro per ciascuno acquistiamo una gita all'isola di Panak, di Hong, di Panyee, di James Bond oltre altre amenità che scopriremo nella giornata di domani.

18 Aprile 2016
Sveglia alle 07,00 e, senza il tempo di fare colazione, eccoci in attesa del minibus che deve raccoglierci e portarci all'imbarco.
L'attesa è breve, ma non tutti sono puntuali, specialmente le due ragazze cinesi che si sono fatte aspettare un buon quarto d'ora davanti al loro hotel perchè nell'attesa erano andate a passeggio.
Dopo un' ora di viaggio in un traffico infernale, ci hanno scaricato a Ban Ao Po, davanti ad una costruzione indefinibile in cui ci viene offerta la colazione ( immangiabile ) e dove acquisto una sacca stagna per le macchine fotografiche.
Finalmente ci fanno percorrere un lungo pontile fino ad un piccolo battello dove ci imbarcano insieme ad un'altra cinquantina di persone.
Trovata un'onorevole sistemazione sul ponte superiore all'ombra di una tenda, mentre ci viene offerta acqua e coca cola, attraversiamo la grande baia mettendo la prua verso un mare di ….nebbia.
Per oltre un'ora proseguiamo verso Nord in mezzo ad una foschia che limita la visuale a 500/600 metri e nella quale si indovina la grande quantità di isolotti a panettone caratteristici di questa parte del golfo.
La barca viene ormeggiata nei pressi di una di queste piccole verdi montagne che emergono in mezzo al mare e, dopo una veloce corsa su una long-tail, sbarchiamo all'isola di PANYEE, dove è insediata una comunità di pescatori mussulmani ( qui la maggioranza è di religione buddista ).
Già da lontano appare evidente la tipica costruzione di una moschea con cupole dorate, ridossata ad uno dei soliti panettoni rocciosi che sovrasta la miriade di povere case su palafitte.
La visita è molto più veloce del necessario, tanto veloce che non si ha nemmeno il tempo di fissare qualche immagine di vita quotidiana, prima di essere nuovamente condotti al battello, dove viene servito un vero pranzo con diverse portate di pesce e carne, mentre si fa rotta verso l'isola di JAMES BOND.
Magnifica la vista dell'enorme monolite che sorge nello spazio di mare antistante Khao Ping Kan dove è stato girato il film “L'uomo dalla pistola d'oro”, ma troppa gente e poco tempo non aiutano a godere dello spettacolo.
Si riparte verso HONG, una serie di isolette e monoliti che proteggono un sito marino di particolare bellezza con acqua verde smeraldo , alla cui laguna si accede attraverso un arco scavato nella roccia calcarea.
Dopo una buona mezz'ora di navigazione a bordo di minuscole canoe in gomma condotte da personale locale, si ritorna al battello per dirigere verso l'isola di PANAK, dove avremo una grande sorpresa.
Avevamo visto, in alcuni filmati sulla Thailandia, un luogo a forma di un alto catino contornato da rocce in cui viveva un gruppo di scimmie a cui si poteva giungere percorrendo una galleria naturale, in parte allagata durante l'alta marea, ma non avremmo mai pensato di arrivarci.
La “grotta di smeraldo” è il nome che viene dato a questo luogo fantastico, cui siamo arrivati pagaiando su una piccola canoa.
La giornata si chiude con una sosta in un luogo imprecisato dove siamo stati invitati a fare il bagno, ma ce ne siamo ben guardati per l'abbondanza di schiuma in acqua e per la sua particolare colorazione, tra il verde marcio ed il color fango.
Dopo il ritorno in porto ed un'altra ora di strada in un traffico apocalittico, al rientro in albergo, abbiamo deciso di fare, di lì ad un paio di giorni, una seconda escursione in barca, spinti dalla soddisfazione di quella appena vissuta.
Cena in un piccolo ristorantino dove mi hanno servito una seppia spacciandola per i calamari ordinati : non raccomandato.

19 Aprile 2016
Facciamo colazione e con molta calma ci avviciniamo alla spiaggia per cercare un posto all'ombra.
Il mare è piuttosto agitato e le onde giocano un brutto scherzo a Gis che si ritrova il costume pieno di una sabbia finissima, che non se ne vuole andare.
Anch'io non sto molto bene e dopo mezzogiorno decidiamo di tornare in albergo per rimettere a posto tutte le cose che non funzionano.
Una passeggiata lungo tutta la spiaggia ci riporta nei luoghi già visti quattro anni prima e dobbiamo ammettere che, nel bene o nel male, nessuno ha dormito in questo posto.
A sera ci troviamo in spiaggia per fare foto al tramonto e per un bagno prima di andare a cena in questo giorno di tanto, tanto relax.
Sulla strada del ritorno in hotel ci fermiamo dalla solita “agenzia di viaggi”, dove, pur contrattando, non riusciamo a strappare grandi sconti e per altri 50 euro a testa riusciamo a partecipare ad un escursione che ci porterà tra le isole del Golfo.


20 Aprile 2016
Oggi è il giorno dedicato al “fai da te”.
Verso le dieci del mattino saltiamo su un mezzo di trasporto pubblico ( un vecchio autocarro con panche in legno ) che ci lascia nei pressi del CHALONG CIRCLE, dove un taxi ci porta al Seashell Museum : bello e molto interessante per la vastità della sua raccolta di conchiglie di ogni parte del mondo.
Al termine della visita, a piedi, percorriamo sotto il sole, il chilometro che ci separa da Rawai, dove ci aspetta un pantagruelico pasto di gamberi che acquistiamo dai pescatori e facciamo cuocere dal ristorante di fronte.
Per smaltire l'eccesso di calorie passeggiamo lungo la spiaggia notando che tutta una serie di attività è stata fatta cessare impoverendo l'attrattiva di questo villaggio di “zingari del mare”.
Rientriamo a Kata in taxi, non senza una sosta al punto panoramico da cui si scorgono le tre spiagge di Kata Noi, Kata Yai e Karon ( accidenti alla foschia !!!).
La serata finisce con la solita passeggiata ed un bagno in mare.

21 Aprile 2016

L'appuntamento con il minibus che ci trasporterà al luogo di imbarco è per le 8,30 ( fortunatamente dopo aver fatto colazione ) , ma dobbiamo attendere almeno 20 minuti prima che uno spaesato autista si faccia vivo.
Dopo aver girato per Kata in lungo ed in largo per raccogliere altri partecipanti, arriviamo dalle parti di Rawai dove l'attesa si prolunga nella bottega di uno strano ibrido cinese, che chiacchiera, chiacchiera ….. ma non combina niente.
Mentre passa il tempo, ci rendiamo conto che siamo contornati solo da turisti cinesi e che siamo gli unici europei di un gruppo di circa 20 persone.
Finalmente ( ore 10 ed oltre ) saliamo su un bel motoscafo che dopo una veloce traversata si avvicina ad un traballante molo di cubi galleggianti e ci sbarca a LONE ISLAND sulla spiaggia del Cruiser Island Resort.
La spiaggia è di una bellissima sabbia bianca, l'acqua ha bei colori ed il resort ( abbastanza mal concio ) ha una bella piscina, che ci viene messa a disposizione in attesa del pranzo.
Perdiamo tempo andando alla scoperta del posto ( non male ) , passeggiando e restando in acqua fino a quando ci fanno accomodare ad un tavolo con tre coppie di ragazzi cinesi che divorano allegramente tutto quello che ci viene servito, maneggiando le bacchette da veri maestri.
Il cibo è buono, ma la zuppa incendiaria.
Si riparte per Coral Island dove si ripete lo sbarco tramite pontile galleggiante e Gis finisce a pavimento non avendo visto un ostacolo.
Quando arriviamo sulla spiaggia siamo chiamati a raccolta sotto le palme, dove è stata sistemata una grande quantità di seggiole per ospitare alcune centinaia, anzi un migliaio di cinesi : in qualsiasi direzione si guardi ci sono solo loro.
Il posto è abbastanza squallido, chiassoso, un poco sporco e decisamente poco gradevole, ma questo è quello che ci offre CORAL ISLAND, in versione low-cost, invasa dal turismo di massa.
Ci consoliamo guardando una spiaggia di sabbia bianca con un mare incantevole dai colori eccezionali, ma anche piccoli battelli che imballano i motori proprio a riva, una marea di pseudo sub che si immerge in pochi metri d'acqua, senza specifica preparazione e che torna sulla spiaggia con la convinzione di aver compiuto un'impresa eroica.
Lasciamo il posto con qualche rimpianto per quello che viene così tanto maltrattato da migliaia di persone, pensando a quanto doveva essere bello qualche anno fa e dirigiamo la prua verso RACHA ISLAND.
Già da lontano si capisce che questo luogo ha un fascino eccezionale : sabbia bianca ed acque limpide di un azzurro stupendo.
Un primo tentativo di sbarco viene respinto, per l'affollamento al solito pontile galleggiate, lungo almeno 150 metri, così il nostro battello è costretto a sostare a ridosso di una parete rocciosa a circa 500 metri dalla spiaggia.
Abbrancata maschera e boccaglio, dopo pochi metri devo stare attento a non spalancare la bocca per la sorpresa : una miriade di piccoli pesci del reef danza nell'acqua sottostante insieme a grandi e coloratissimi pesci pappagallo ed altri con livree che non conosco.
Troppo presto ci chiamano a raccolta e questa volta lo sbarco ha successo.
Appena toccata la sabbia veniamo invitati a restare al sole ed a non andare oltre perchè la spiaggia è privata : proprietà dell'hotel costruito in quel posto.
Il sole è veramente troppo forte per la nostra pelle e dobbiamo riparaci in una stradina che costeggia un fabbricato pieno di malandati negozi che fanno corona ad un altro hotel.
Molto delusi dall'accoglienza, rinunciamo a qualsiasi serio tentativo di esplorazione ed aspettiamo che trascorra il tempo previsto per la sosta, rimpiangendo di dover rinunciare a tanta bellezza.
Si rientra in porto e veniamo subito trasportati in hotel.
Siamo stanchi, ma non possiamo rinunciare alla solita uscita serale con la cena che avrà il minor prezzo tra tutte : circa 11 euro in due.
Al rientro in camera completiamo la preparazione delle valige perchè domani è l'ultimo giorno di vacanza.


22 Aprile 2016
Scendiamo a far colazione e poi in piscina ad aspettare che arrivi l'ora del trasferimento in aeroporto.
Verso le 17 arriva un minibus che ci trasferisce all'aeroporto di Phuket, da dove alle 20,35 si leva il nostro aereo che ci sbarca a Bangkok alle 22,00.
Il volo per Milano è alle 00,40 e per più di due ore non ci resta che passeggiare per diversi chilometri facendo scorrere le centinaia di negozi che ciclicamente si ripetono lungo il percorso.
L'aeroporto di Bangkok è una cosa eccezionale, ma questa è la quarta volta che devo far passare le ore qui e la cosa è ormai piuttosto monotona.
Sono bastate alcune file di sedili più avanti ed il viaggio è diventato sopportabile.
Due film, molta musica, mezzo libro e qualche minuto di sonno : eccoci a Malpensa alle 07,35 dopo 13 ore di volo.
Un caffè ( pessimo ) all'uscita dell'aeroporto, poi in treno fino a Brescia.
Cerchiamo di adattarci al nuovo fuso orario, ma sarà battaglia persa per almeno altri 15 giorni.

Abbiamo visto cose che ci ha fatto piacere vedere ed altre che non avremmo voluto :
    - abbiamo visto che tutto un popolo ha fatto fronte comune per migliorarsi dopo la distruzione dello tsunami,
    - abbiamo visto bellezze naturali non comuni,
    - abbiamo visto come per vile denaro si può distruggere quello che la natura ha creato,
    - abbiamo visto che si sta correndo ai ripari e che è di questi giorni la notizia che lo Stato Thailandese ha impedito l'accesso ad alcuni siti di bellezza incomparabile,
    - abbiamo visto ….la nebbia, tra le isole di Hong,
    ed abbiamo sempre negli occhi tanti, tanti posti meravigliosi.


Alcune fotografie :

La piscina
La spiaggia di Kata

La spiaggia di Kata Noi

Moschea a PANYEEE Island



Panyee Island




James Bond Island

Hong

Hong


























Rawai

Spiagge di Kata Noi, Kata e Patong

Lone Island

Coral Island

Racha beach