PHUKET 2.0 - Quattro anni
dopo.
Come spesso succede,
mentre si guarda ad Ovest, cercando una favorevole occasione a Cuba
o nei Caraibi, ecco spuntare da Est la Thailandia : nuovamente
PHUKET!!!!!!!!
14 – 15 Aprile
2016
….e fu così che il 14
Aprile verso le 10 del mattino, si è ripetuto il rituale delle
partenze da Malpensa : Stazione di Brescia, Stazione di Milano e
Malpensa Express.
Il viaggio in treno dura circa 2 ore, ma è assolutamente comodo
perchè si arriva proprio dentro l'aeroporto.
Eravamo già stati a Kata quattro anni prima ( hotel CHABA ), ma la
ghiotta offerta di “ Caesar Tour “ ( 900 euro per volo, una
settimana di soggiorno e transfer ) ci è sembrata irresistibile ed
abbiamo acquistato il pacchetto turistico senza troppo pensarci.
Il volo THAI di circa
11 ore è stato abbastanza scomodo perchè, grazie alla prenotazione
al risparmio del Tour Operator, siamo finiti proprio in coda
all'aereo, negli ultimi posti, dove sembra di stare in un gigantesco
e rumoroso frullatore che ti scuote continuamente.
Giunti a Bangkok, dove
non è mai facile trovare il gate dei voli interni, con un ulteriore
ora di volo siamo arrivati a Phuket e qui siamo stati raccolti, con
molta calma, dall'autista di un minibus che ci ha portati in albergo,
dopo altri 45 minuti di strada percorsa in un traffico pazzesco,
arrivando a destinazione verso le ore 14,00 locali (finalmente!!!)
Già lungo il percorso
fino a Kata abbiamo notato molti cambiamenti, sia nella sistemazione
della strada, ora per buona parte a più corsie, sia nell'enorme
numero di nuovi palazzi e case sorte lungo la trafficata arteria, in
sostituzione delle scadenti abitazioni che ricordavamo.
Qui il vento del
cambiamento ha soffiato molto forte dalla nostra ultima visita e
molti luoghi sono diventati irriconoscibili : palazzi al posto di
modeste abitazioni, un fiorire di attività e l'eliminazione del
provvisorio dopo la sventura dello tsunami.
Tutto è più europeo
: le strade seguono uno sviluppo molto più razionale, negozi ed
imprese commerciali sembrano più disciplinate, anche se non mancano
le molteplici attività legate allo street-food ( guai se non fosse
così !!!!).
Il Sugar Marina Resort
Fashion è un ex 4 stelle ancora in ottimo stato e la camera che ci
hanno assegnato è grande, luminosa, con un bel bagno con una grande
doccia ed una grande vasca sistemata proprio in mezzo alla camera (
che idea ?? !!)
Bella la piscina
raccolta tra le ali dell'albergo e con l'acqua fin troppo calda
quando il sole la colpisce.
Dalla finestra ci
affacciamo su una strada priva di traffico automobilistico, ma non
senza ristoranti, saloni di massaggio, bar, uno studio di tatuaggi ed
alcune bancarelle per la vendita di frutta, dolci e uno specialissimo
gelato fatto al momento con gli ingredienti richiesti dal consumatore
( frutta, cioccolato, etc. ), tritati a mano, stesi sottilmente su
una piastra criogenica e raccolti con una grande spatola che
riavvolge il tutto come fosse un sigaro.
Come non assaggiare
questa specialità sconosciuta ?
La mia preferita : il
mango.
Il prezzo ? 80 bath =
2 euro.
Aperte le valigie e
fatta una doccia, eccoci subito per strada a gustare i primi scorci
di questa vacanza sulla grande spiaggia di Kata e la lunghissima
passeggiata a bordo mare che arriva fino a Karon.
La sera ci sorprende
ancora per strada a bighellonare.
Dopo aver molto
guardato in giro per decidere in quale ristorante fermarci decidiamo
per il nuovo “Tagliere di Massimo” a pochi passi dall'hotel,
sapendo che qui la qualità è sicura, anche se i prezzi sono
decisamente più alti della media, anche chiedendo cibi della cucina
locale.
Il primo giorno in
Thai finisce qui, dovendo smaltire quasi 20 ore di viaggio e 6 ore di
differenza di fuso orario.
16 Aprile 2016
Ci svegliamo ancora
piuttosto fuori forma, ma curiosi di sapere cosa ci sarà servito a
colazione.
Le recensioni lette
su Trip sono buone, ma....non si può mai sapere.
La sala è grande,
pulita ed attorno sono sistemati i tavoli con cibi caldi o freddi,
dolci o salati, frutta e dolci : c'è solo l'imbarazzo della scelta
ed essendo il primo giorno ci scappa l'abbuffata.
A mattina inoltrata,
carichi di buone intenzioni, ci dirigiamo verso la spiaggia e
scopriamo che un editto reale ha proibito di occupare gli arenili con
ombrelloni e lettini : la spiaggia senza alcun ingombro sembra
immensa, ma ci siamo persi l'ombra ed il caldo è esagerato.
Ci rifugiamo al
margine della spiaggia, dove alcuni alberi riescono a schermare i
raggi solari e dopo aver sistemato le nostre cose, ci buttiamo in
un'acqua che pare brodo caldo.
I colori non sono
quelli dei Caraibi, ma oggi la luce è abbastanza buona, anche se
scopriremo che la Thailandia può essere, oltre che il paese del
sorriso, anche quello delle nebbie.
Restiamo in spiaggia
per molto tempo prima di ritornare in hotel, fare una doccia con
riposino e ritornare per le strade in attesa che arrivi un
incantevole tramonto che tinge il cielo di rosso, di arancio, di
rosa e di viola.
Rinunciando alla
solita camminata, ci lasciamo incantare dal MALI SEA FOOD, ristorante
dell'hotel, dove è in agguato la prima fregatura : cibo pessimo e
caro.
Delusi guadagniamo la
nostra camera e …..buona notte.
17 Aprile 2016
Oggi la nostra meta è Kata Noi, la spiaggia più piccola ( circa
1 Km ).
Lentamente ci incamminiamo su per la collina fino a giungere alla
scalinata che porta alla spiaggia, anch'essa divenuta più grande per
l'assenza di ombrelloni e lettini.
Trovato l'albero giusto a fianco dell'ingresso di un grande hotel,
sistemiamo le nostre cose e dopo aver scambiato qualche parola con la
guardia dell'hotel proviamo ad entrare in acqua sfidando grandi onde
che non sembrano troppo amichevoli.
Il tempo passa presto ed a pomeriggio inoltrato riprendiamo la
strada del ritorno fino ad incrociare la strada che ci porta
all'estremità della grande spiaggia di Kata, dove ammucchiati uno
all'altro, ci sono alcuni bei ristoranti, che ci ripromettiamo di
frequentare nei prossimi giorni.
Il ristorante di questa sera è al quadrivio all'uscita di Kata e
probabilmente questa è stata la miglior cena fra tutte, con una
spesa di circa 16 euro in due.
Sulla strada del ritorno Gis inizia la raccolta dépliant per
valutare le offerte delle diverse gite in barca nel golfo e finiamo
per dar fiducia ad una simpatica signora che ha il proprio banco a
100 metri dal nostro hotel.
La proposta “5
in 1 – Canoe”
ci convince più di altre ed al prezzo di circa 50 euro per ciascuno
acquistiamo una gita all'isola di Panak, di Hong, di Panyee, di James
Bond oltre altre amenità che scopriremo nella giornata di domani.
18 Aprile 2016
Sveglia alle 07,00 e, senza il tempo di fare colazione, eccoci in
attesa del minibus che deve raccoglierci e portarci all'imbarco.
L'attesa è breve, ma non tutti sono puntuali, specialmente le due
ragazze cinesi che si sono fatte aspettare un buon quarto d'ora
davanti al loro hotel perchè nell'attesa erano andate a passeggio.
Dopo un' ora di viaggio in un traffico infernale, ci hanno
scaricato a Ban Ao Po, davanti ad una costruzione indefinibile in cui
ci viene offerta la colazione ( immangiabile ) e dove acquisto una
sacca stagna per le macchine fotografiche.
Finalmente ci fanno percorrere
un lungo pontile fino ad un piccolo battello dove ci imbarcano
insieme ad un'altra cinquantina di persone.
Trovata un'onorevole sistemazione sul ponte superiore all'ombra di
una tenda, mentre ci viene offerta acqua e coca cola, attraversiamo
la grande baia mettendo la prua verso un mare di ….nebbia.
Per oltre un'ora proseguiamo verso Nord in mezzo ad una foschia
che limita la visuale a 500/600 metri e nella quale si indovina la
grande quantità di isolotti a panettone caratteristici di questa
parte del golfo.
La barca viene ormeggiata nei pressi di una di queste piccole
verdi montagne che emergono in mezzo al mare e, dopo una veloce
corsa su una long-tail, sbarchiamo all'isola di PANYEE, dove è
insediata una comunità di pescatori mussulmani ( qui la maggioranza
è di religione buddista ).
Già da lontano appare evidente la tipica costruzione di una
moschea con cupole dorate, ridossata ad uno dei soliti panettoni
rocciosi che sovrasta la miriade di povere case su palafitte.
La visita è molto più veloce del necessario, tanto veloce che
non si ha nemmeno il tempo di fissare qualche immagine di vita
quotidiana, prima di essere nuovamente condotti al battello, dove
viene servito un vero pranzo con diverse portate di pesce e carne,
mentre si fa rotta verso l'isola di JAMES BOND.
Magnifica la vista dell'enorme monolite che sorge nello spazio di
mare antistante Khao Ping Kan dove è stato girato il film “L'uomo
dalla pistola d'oro”, ma troppa gente e poco tempo non aiutano a
godere dello spettacolo.
Si riparte verso HONG, una serie di isolette e monoliti che
proteggono un sito marino di particolare bellezza con acqua verde
smeraldo , alla cui laguna si accede attraverso un arco scavato nella
roccia calcarea.
Dopo una buona mezz'ora di navigazione a bordo di minuscole canoe
in gomma condotte da personale locale, si ritorna al battello per
dirigere verso l'isola di PANAK, dove avremo una grande sorpresa.
Avevamo visto, in alcuni filmati sulla Thailandia, un luogo a
forma di un alto catino contornato da rocce in cui viveva un gruppo
di scimmie a cui si poteva giungere percorrendo una galleria
naturale, in parte allagata durante l'alta marea, ma non avremmo mai
pensato di arrivarci.
La “grotta
di smeraldo” è
il nome che viene dato a questo luogo fantastico, cui siamo arrivati
pagaiando su una piccola canoa.
La giornata si chiude con una sosta in un luogo imprecisato dove
siamo stati invitati a fare il bagno, ma ce ne siamo ben guardati
per l'abbondanza di schiuma in acqua e per la sua particolare
colorazione, tra il verde marcio ed il color fango.
Dopo il ritorno in porto ed un'altra ora di strada in un traffico
apocalittico, al rientro in albergo, abbiamo deciso di fare, di lì
ad un paio di giorni, una seconda escursione in barca, spinti dalla
soddisfazione di quella appena vissuta.
Cena in un piccolo ristorantino dove mi hanno servito una seppia
spacciandola per i calamari ordinati : non raccomandato.
19 Aprile 2016
Facciamo colazione e con molta calma ci avviciniamo alla spiaggia
per cercare un posto all'ombra.
Il mare è piuttosto agitato e le onde giocano un brutto scherzo a
Gis che si ritrova il costume pieno di una sabbia finissima, che non
se ne vuole andare.
Anch'io non sto molto bene e dopo mezzogiorno decidiamo di tornare
in albergo per rimettere a posto tutte le cose che non funzionano.
Una passeggiata lungo tutta la spiaggia ci riporta nei luoghi già
visti quattro anni prima e dobbiamo ammettere che, nel bene o nel
male, nessuno ha dormito in questo posto.
A sera ci troviamo in spiaggia per fare foto al tramonto e per un
bagno prima di andare a cena in questo giorno di tanto, tanto relax.
Sulla strada del ritorno in hotel ci fermiamo dalla solita
“agenzia di viaggi”, dove, pur contrattando, non riusciamo a
strappare grandi sconti e per altri 50 euro a testa riusciamo a
partecipare ad un escursione che ci porterà tra le isole del Golfo.
20 Aprile 2016
Oggi è il giorno dedicato al “fai da te”.
Verso le dieci del mattino saltiamo su un mezzo di trasporto
pubblico ( un vecchio autocarro con panche in legno ) che ci lascia
nei pressi del CHALONG CIRCLE, dove un taxi ci porta al Seashell
Museum : bello e molto interessante per la vastità della sua
raccolta di conchiglie di ogni parte del mondo.
Al termine della visita, a piedi, percorriamo sotto il sole, il
chilometro che ci separa da Rawai, dove ci aspetta un pantagruelico
pasto di gamberi che acquistiamo dai pescatori e facciamo cuocere dal
ristorante di fronte.
Per smaltire l'eccesso di calorie passeggiamo lungo la spiaggia
notando che tutta una serie di attività è stata fatta cessare
impoverendo l'attrattiva di questo villaggio di “zingari del mare”.
Rientriamo a Kata in taxi, non senza una sosta al punto
panoramico da cui si scorgono le tre spiagge di Kata Noi, Kata Yai e
Karon ( accidenti alla foschia !!!).
La serata finisce con la solita passeggiata ed un bagno in mare.
21 Aprile 2016
L'appuntamento con il minibus che ci trasporterà al luogo di
imbarco è per le 8,30 ( fortunatamente dopo aver fatto colazione ) ,
ma dobbiamo attendere almeno 20 minuti prima che uno spaesato autista
si faccia vivo.
Dopo aver girato per Kata in lungo ed in largo per raccogliere
altri partecipanti, arriviamo dalle parti di Rawai dove l'attesa si
prolunga nella bottega di uno strano ibrido cinese, che chiacchiera,
chiacchiera ….. ma non combina niente.
Mentre passa il tempo, ci rendiamo conto che siamo contornati
solo da turisti cinesi e che siamo gli unici europei di un gruppo di
circa 20 persone.
Finalmente ( ore 10 ed oltre ) saliamo su un bel motoscafo che
dopo una veloce traversata si avvicina ad un traballante molo di cubi
galleggianti e ci sbarca a LONE ISLAND sulla spiaggia del Cruiser
Island Resort.
La spiaggia è di una bellissima sabbia bianca, l'acqua ha bei
colori ed il resort ( abbastanza mal concio ) ha una bella piscina,
che ci viene messa a disposizione in attesa del pranzo.
Perdiamo tempo andando alla scoperta del posto ( non male ) ,
passeggiando e restando in acqua fino a quando ci fanno accomodare ad
un tavolo con tre coppie di ragazzi cinesi che divorano allegramente
tutto quello che ci viene servito, maneggiando le bacchette da veri
maestri.
Il cibo è buono, ma la zuppa incendiaria.
Si riparte per Coral Island dove si ripete lo sbarco tramite
pontile galleggiante e Gis finisce a pavimento non avendo visto un
ostacolo.
Quando arriviamo sulla spiaggia siamo chiamati a raccolta sotto le
palme, dove è stata sistemata una grande quantità di seggiole per
ospitare alcune centinaia, anzi un migliaio di cinesi : in qualsiasi
direzione si guardi ci sono solo loro.
Il posto è abbastanza squallido, chiassoso, un poco sporco e
decisamente poco gradevole, ma questo è quello che ci offre CORAL
ISLAND, in versione low-cost, invasa dal turismo di massa.
Ci consoliamo guardando una spiaggia di sabbia bianca con un mare
incantevole dai colori eccezionali, ma anche piccoli battelli che
imballano i motori proprio a riva, una marea di pseudo sub che si
immerge in pochi metri d'acqua, senza specifica preparazione e che
torna sulla spiaggia con la convinzione di aver compiuto un'impresa
eroica.
Lasciamo il posto con qualche rimpianto per quello che viene così
tanto maltrattato da migliaia di persone, pensando a quanto doveva
essere bello qualche anno fa e dirigiamo la prua verso RACHA ISLAND.
Già da lontano si capisce che questo luogo ha un fascino
eccezionale : sabbia bianca ed acque limpide di un azzurro stupendo.
Un primo tentativo di sbarco viene respinto, per l'affollamento
al solito pontile galleggiate, lungo almeno 150 metri, così il
nostro battello è costretto a sostare a ridosso di una parete
rocciosa a circa 500 metri dalla spiaggia.
Abbrancata maschera e boccaglio, dopo pochi metri devo stare
attento a non spalancare la bocca per la sorpresa : una miriade di
piccoli pesci del reef danza nell'acqua sottostante insieme a grandi
e coloratissimi pesci pappagallo ed altri con livree che non conosco.
Troppo presto ci chiamano a raccolta e questa volta lo sbarco ha
successo.
Appena toccata la sabbia veniamo invitati a restare al sole ed a
non andare oltre perchè la spiaggia è privata : proprietà
dell'hotel costruito in quel posto.
Il sole è veramente troppo forte per la nostra pelle e dobbiamo
riparaci in una stradina che costeggia un fabbricato pieno di
malandati negozi che fanno corona ad un altro hotel.
Molto delusi dall'accoglienza, rinunciamo a qualsiasi serio
tentativo di esplorazione ed aspettiamo che trascorra il tempo
previsto per la sosta, rimpiangendo di dover rinunciare a tanta
bellezza.
Si rientra in porto e veniamo subito trasportati in hotel.
Siamo stanchi, ma non possiamo rinunciare alla solita uscita
serale con la cena che avrà il minor prezzo tra tutte : circa 11
euro in due.
Al rientro in camera completiamo la preparazione delle valige
perchè domani è l'ultimo giorno di vacanza.
22 Aprile 2016
Scendiamo a far colazione e poi in piscina ad aspettare che arrivi
l'ora del trasferimento in aeroporto.
Verso le 17 arriva un minibus che ci trasferisce all'aeroporto di
Phuket, da dove alle 20,35 si leva il nostro aereo che ci sbarca a
Bangkok alle 22,00.
Il volo per Milano è alle 00,40 e per più di due ore non ci
resta che passeggiare per diversi chilometri facendo scorrere le
centinaia di negozi che ciclicamente si ripetono lungo il percorso.
L'aeroporto di Bangkok è una cosa eccezionale, ma questa è la
quarta volta che devo far passare le ore qui e la cosa è ormai
piuttosto monotona.
Sono bastate alcune file di sedili più avanti ed il viaggio è
diventato sopportabile.
Due film, molta musica, mezzo libro e qualche minuto di sonno
: eccoci a Malpensa alle 07,35 dopo 13 ore di volo.
Un caffè ( pessimo ) all'uscita dell'aeroporto, poi in treno fino
a Brescia.
Cerchiamo di adattarci al nuovo fuso orario, ma sarà battaglia
persa per almeno altri 15 giorni.
Abbiamo visto cose che ci ha fatto piacere vedere ed altre che non
avremmo voluto :
- abbiamo visto che tutto un popolo ha fatto fronte comune per
migliorarsi dopo la distruzione dello tsunami,
- abbiamo visto bellezze naturali non comuni,
- abbiamo visto come per vile denaro si può distruggere quello che
la natura ha creato,
- abbiamo visto che si sta correndo ai ripari e che è di questi
giorni la notizia che lo Stato Thailandese ha impedito l'accesso ad
alcuni siti di bellezza incomparabile,
- abbiamo visto ….la nebbia, tra le isole di Hong,
ed abbiamo sempre negli occhi tanti, tanti posti
meravigliosi.
Alcune fotografie :
La piscina |
La spiaggia di Kata |
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