CUBA
– Cayo Largo 2017
Forse questa è la
volta buona!!!!
Da quando abbiamo
prenotato e confermato in Agenzia il pacchetto di viaggio con
destinazione Cuba – Cayo Largo dal 3 al 10 Aprile, è la terza
volta che Eden Viaggi ( Margò ) ci sposta, qualche ora per volta, la
partenza da Verona.
Avremmo dovuto partire
alle 08,00 ed invece tutto è stato spostato alle 15,15 con
conseguente perdita di un'intera giornata, perchè arriveremo in
hotel alle 21 circa ( ora locale -7 rispetto all'Italia ).
Pensavamo di goderci
un bel bagno in piscina, il fresco della sera ed una buona cena, ma
dovremo cambiare piano.
Finalmente arriva il 3
Aprile.
Con la massima calma
arriviamo al parcheggio, lasciamo l'auto e, dopo un breve tragitto,
eccoci in aeroporto, primi davanti al desk della Eden.
In pochi minuti
sbrighiamo le formalità d'imbarco, proseguiamo con la trafila del
controllo bagagli e documenti e ci accomodiamo nelle sale di partenza
passando per il duty free.
Dopo oltre due ore di
noia in attesa dell'imbarco, finalmente si sale a bordo ed in qualche
modo riusciamo a trascorrere le 12 ore di volo, riuscendo ad
intravedere, nella luce del tramonto, le coste di Cuba e degli
isolotti che la contornano.
Dopo le solite
formalità di dogana ed essere stati rimpallati da un bus all'altro,
con un breve viaggio di 10 minuti, ci troviamo sulla piazza della
Marina, di fronte all'ingresso di “VILLA MARINERA”.
Ci presentiamo in
reception e capiamo ( più per intuito che a parole ) che non risulta
esserci alcuna nostra prenotazione.
Ci mandano, comunque,
a cena, sperando di risolvere il problema, di cui un simpatico
cameriere che parla un poco di italiano, si fa carico e che comunque,
per quella sera, rimane irrisolto.
Lasciamo il nostro
documento di viaggio, sperando che la tecnologia di Internet possa
risolvere l'impasse.
Ci dicono di
raggiungere il bungalow n. 121, che è il penultimo in fondo ad un
giardino buio e sconosciuto, che neppure la lampada della cameriera
venutaci in soccorso riesce ad illuminare decentemente.
Ammucchiamo le valigie
e dopo una buona doccia ristoratrice di acqua salata ( il problema è
lavarsi i denti !!), cercando invano di dare una regolata al
condizionatore, riusciamo ad addormentarci.
Fortunatamente le
zanzare sono andate in vacanza ed il sonno risulta abbastanza
tranquillo, fino a quando la luce che filtra da porta e finestre non
ci convince ad alzarci.
04
Aprile 2017
Ancora un poco assonnati per il cambio di fuso orario, facciamo a
ritroso il percorso della sera prima, scoprendo che non era poi così
difficile trovare la nostra sistemazione, anche se di notte.....è
tutta un'altra cosa.
Mentre affrontiamo la nostra prima colazione, piuttosto spartana e
poco attraente, che peggiorerà di giorno in giorno, aspettiamo il
referente Eden, che ci illustra le meraviglie ( poche ) di
quest'isola cubana.
Chiediamo, ad una nuova addetta alla reception, il nostro foglio
di viaggio e scopriamo che quella della sera prima lo ha
disgraziatamente portato chissà dove e che al momento è
irrecuperabile, nonostante l'intervento del buon cameriere che parla
italiano.
Il pezzo di carta sparito è importante perchè contiene il
biglietto aereo, senza il quale.....
Con qualche preoccupazione in testa ritorniamo alla nostra camera
e dopo aver armato la macchina fotografica, usciamo per la prima
ricognizione, restando nel centro abitato.
Ci avviamo lungo la riva del canale che sta di fronte a Villa
Marinera, scoprendo che nel grande ma poco curato giardino sono
posizionati una dozzina di bungalow in legno realizzati per
accogliere due unità abitative ( una grande camera, bagno, patio
esterno anteriore e posteriore, arredamento sufficiente, cassaforte e
frigo con una bottiglia d'acqua che viene sostituita ogni mattina ).
La piscina del resort è piccola, anche per i pochi clienti,
leggermente torbida e riempita con acqua salmastra uguale a quella
che esce da tutti i rubinetti dell'isola.
Usciamo attraversando la sala da pranzo con annesso bar e siamo
subito nei giardini antistanti la stazione marittima, dove una decina
di imbarcazioni aspettano... ( ma cosa ? ).
Una bella costruzione, sotto alte palme da cocco, ospita l'unico
bar dell'isola e l'accesso ai pontili di imbarco verso le spiagge.
Nella piazzetta antistante è collocata una fontana senz'acqua (
bisognosa di tanta manutenzione ) e qui troviamo anche alcune
bancarelle ( 5 ) stracolme di souvenir e l'unico negozio, che rimane
chiuso per la maggior parte della giornata.
Gis si fa prendere dall'entusiasmo alla vista di un paio di
prendisole, carini e tutti buchi, che acquista subito, ma che
cambierà in giornata a causa di misure non perfette.
Passiamo in banca per cambiare qualche euro in CUC , anche se
tutti accettano, alla pari, la nostra moneta, per avere un piccolo
guadagno di qualche centesimo,
Qui la tecnologia è arrivata a piedi e forse una parte è ancora
in ritardo, perchè nonostante il personale avesse un PC, la maggior
parte delle operazioni è stata fatta a mano, prendendo appunti con
la penna.
Ci dirigiamo verso l'ufficio del turismo, dove, una simpatica
ragazza, gestisce tutte le prenotazioni delle gite, delle immersioni
e quant'altro possibile.
Acquistiamo ( per 4 euro ) i biglietti per visitare il
rifugio/allevamento delle tartarughe marine, che vengono tenute in
alcune vasche circolari, secondo le rispettive età.
Delusi dalla pochezza del sito, facciamo ritorno all'ufficio per
acquistare :
- una doppia immersione da fare il giorno appresso ( euro 90 ),
- la gita in barca a diverse spiagge, pranzo ed altre amenità, per il terzo giorno successivo ( euro 120 ).
Ritorniamo in hotel per il pranzo, godendoci la prima parziale
delusione in merito al trattamento di all inclusive, che col passare
dei giorni sarà sempre peggio.
Il pomeriggio lo trascorriamo in piscina, dove ci viene servita,
da un volenteroso inserviente, una noce di cocco fresca, raccolta e
aperta per consumarne succo e polpa.
Non fa molto caldo e verso sera continuiamo l'esplorazione del
nulla arrivando fino al negozio di tabacchi e liquori che sta in
fondo all'abitato, quasi dentro l'aeroporto.
La passeggiata termina in sala da pranzo, dove scopriamo che
l'alternativa esiste solo quando c'è disponibilità di materia prima
che arriva ( in modo incostante e saltuario ) via mare ogni qualche
giorno.
Scopriamo anche che il personale ( per lavorare tutti ) viene
fatto turnare ogni 3 settimane e lasciato a casa per 10 giorni, prima
di riprendere il lavoro.
Salutiamo, quindi, il cameriere che aveva cercato di esserci utile
ed attendiamo il nuovo personale, sperando inutilmente che i nuovi
addetti alla cucina migliorino la situazione.
05
Aprile 2017
Al suono della sveglia mi sforzo di alzarmi, anche se sono solo le
07, perchè devo presentarmi al diving per le immersioni di oggi.
Raccolgo muta, maschera, computer e mi avvio sotto un sole già
abbastanza caldo.
Arrivo troppo presto ed in attesa dei sub che vengono prelevati
presso i vari hotel dell'isola ( in arrivo con apposito bus )
riempio i moduli necessari, prendo gav, pinne e cintura dei pesi ed
inizio il trasporto verso la barca.
Un'impressione di molta approssimazione mi infastidisce e mi
lascia perplesso.
La confusione nel piccolo specchio di poppa della barca, dove sono
ammucchiate persone, attrezzature, bombole ed altro, è molta, ma in
qualche modo ci prepariamo.
Si esce dal porto-canale e dopo
aver raggiunto un primo punto di immersione, qualcuno cambia idea e
ci spostiamo in altro luogo, oltre la pass della barriera corallina,
evidentemente perchè il mare con onda in calo consente una sosta al
largo.
Quando arriva il momento del briefing, il dive-master mi mostra
una lavagnetta con una specie di grafico ( profondità ? tempi ? ) e
con due parole liquida le istruzione per l'uso, mentre chiedo invano
due pinne dello stesso numero ( farò le immersioni con un 39 ed un
42 ).
Vado in acqua per ultimo, ma nessuno mi aspetta mentre ho qualche
difficoltà ad immergermi per l'insufficiente quantità di pesi, che
con molta flemma mi vengono abbondantemente e sproporzionatamente
integrati.
L'immersione è un continuo yo-yo per la precaria e difficile
regolazione dell'assetto, ma riesco a vedere un'aquila di mare, uno
squaletto, qualche cernia, vario pesce ed un fondale di non grande
bellezza, pur avendo sfiorato i 37 metri.
Mi accorgo che l'aria si sta esaurendo molto velocemente e pochi
minuti dopo aver dichiarato i 50 bar, sono costretto a segnalare che
sono senz'aria a 15 metri e con qualche minuto ancora da restare in
immersione.
Il compagno mi passa la seconda frusta ed in coppia attendiamo la
fine dell'immersione, mentre viene lanciata la boa di segnalazione (
il famoso “cazzillo” ).
Emergiamo, ma della barca nessuna presenza.
Restiamo almeno 10 minuti a galleggiare in un mare non proprio
tranquillo ( vero motivo per cui la barca era finita dentro la
barriera ) e poi veniamo tirati a bordo.
Né un bicchiere d'acqua, né un frutto : un'ora dopo siamo sul
secondo sito di immersione.
Risolto il problema dei pesi, l'immersione si svolge
tranquillamente su un fondale di circa 10/12 metri, molto più
colorato e ricco di vita del precedente, dove riesco a scattare una
discreta quantità di fotografie accettabili.
Circa un'ora dopo siamo tutti a bordo, pronti a rientrare.
In porto ci attende il trasporto delle attrezzature, il risciacquo
degli strumenti ed il ritorno in hotel, dove Gis è arrivata prima di
me dall'escursione sulle spiagge di punta Sirena.
Un pranzo veloce e poi tempo libero fino a sera, preparando
l'escursione del giorno dopo, tra isole e spiagge.
06 Aprile 2017
Ci alziamo presto per la colazione e per il successivo imbarco su
un catamarano strapieno di casinisti italiani, tutti provenienti
dall'Eden Village.
Il primo stop si fa sulla bianca spiaggia dell'isolotto delle
iguane, dove sbarchiamo, dopo un breve percorso in un'acqua
trasparente, accolti dai piccoli rettili, unici abitanti del posto,
che aspettano cibo.
Dopo un'ora circa, dirigiamo per il secondo punto di ormeggio a
ridosso della barriera corallina, dando fondo in un'acqua trasparente
ed azzurra, che ispira un bagno ed una breve esplorazione del fondale
da cui si levano begli agglomerati di corallo, riccamente abitati.
Usciti dall'acqua ci aspetta il pranzo : una eccellente aragosta
alla cubana ( con pomodoro, sapori e riso), che ci viene servita in
abbondanti porzioni, cui fa seguito una ancora più abbondante
distribuzione di rum-cola.
Si riparte verso una zona di bassi fondali di sabbia bianca,
descritti come “piscine naturali”.
Lo spettacolo è suggestivo perchè il mare è trasparente, quasi
bianco, come la sabbia del fondale che sta sotto i nostri piedi ad
una profondità da 10 a 50 cm.
Rischiando l'insolazione, ci avventuriamo per questo strano luogo,
dove raramente incontriamo piccoli pesci che fuggono spaventati,
qualche grossa conchiglia e qualche stella marina, ma la vita su
questa distesa di sabbia non deve essere molto facile.
Si risale in barca e dopo qualche tempo siamo nuovamente
ormeggiati a lato della barriera corallina, dove si scorge lo scafo
martoriato di una barca affondata.
La trasparenza ed il magnifico colore azzurro dell'acqua ci
invitano ad un nuovo bagno, mentre la maggior parte dei passeggeri
ha ormai perso lucidità, dopo aver prosciugato almeno una dozzina di
bottiglie di rum.
Lasciato l'ormeggio, ci dirigiamo al porto per il rientro,
costeggiando le bellissime spiagge di playa Paraiso, playa Sirena (
salutata con un'estemporanea calata di costumi da bagno ) e le sabbie
affioranti di punta Sirena, che doppiamo per immetterci nel canale.
Lasciamo la barca ed i suoi ospiti alle 16,30 circa per tornare in
hotel e fare una doccia rinfrescante.
La cena ed una passeggiata completano il giorno.
07
Aprile 2017
Aiuto!!!! Le formiche ci hanno invaso !!!!
Gis, aprendo gli occhi al mattino, trova accanto al cuscino
l'esercito invasore, che durante la notte ha cercato di impadronirsi
del suo letto, anche se l'attacco non è perfettamente riuscito.
Dopo colazione, mentre in reception ci danno il vaucher per una
giornata da passare all'hotel Playa Blanca, avvisiamo sull'accaduto,
sperando che qualcuno faccia qualcosa.
Andiamo in piazza ad attendere il bus, che alle 9,30 ci porterà
all'altro albergo del gruppo, dove potremo usufruire di tutti i
servizi.
L'hotel è l'ultimo ed il più distante tra tutti, senza spiaggia
propria da quando un uragano la ha spazzata via completamente, ma è
architettonicamente bello, essendo costituito da una serie di villini
con 6 unità abitative e dalla grande piscina che sostituisce la
spiaggia assente.
Percorriamo circa un chilometro prima di ritrovare un poco di
spiaggia davanti alla sfilata degli hotel che sono stati costruiti
lungo questo tratto di costa, fino ad arrivare al Sol Cayo Largo che
è l'ultimo, praticamente a fianco dell'aeroporto, a circa 8 km. da
dove siamo partiti.
La spiaggia, in qualche punto erosa fino al 90%, è molto bella,
bianca, di grana fine ed il mare ha colori bellissimi, tra il
trasparente e l'azzurro intenso.
Camminiamo, faccio il bagno ( Gis esplora ) e poi si ritorna per
il pranzo, che qui è tutt'altra cosa che al Villa Marinera : molta
la varietà di scelta al buffet, buona la qualità, bella la
presentazione del cibo, bibite servite al tavolo e sopratutto quello
che manca viene reintegrato.
Sconsigliatissimo il caffè fatto con l'acqua salata.
Aspettiamo in piscina l'ora del ritorno e con una punta di
malinconia rientriamo al nostro hotel, dove ci attende una scarna,
triste cena.
Mentre aspettiamo il bus che ci riporterà al Playa Blanca per lo
spettacolo serale, pensiamo di noleggiare un quad per il giorno
successivo.
Lo spettacolo organizzato dall'animazione non è un gran che e la
stanchezza si fa sentire.
Tutti a nanna.
08
Aprile 2017
Dalla reception chiamano il noleggiatore, che arriva con un
enorme fuoristrada, ma che rimane leggermente deluso quando apprende
che non ci interessa un'auto, ma solo un quattro ruote per sei ore.
Prendo il mezzo, rientro in hotel e carico Gis, che con la mia
muta a mo' di cuscino per attutire i sobbalzi, grida, ad ogni buca,
di andare più piano.
Oltrepassiamo il Playa Blanca e ci avventuriamo per una strada
sterrata, costruita su dune di sabbia bianca, che, dopo qualche
chilometro, ci conduce davanti ad un cartello che ci avverte di non
proseguire.
Avremmo voluto arrivare fino all'estrema punta del Cayo, ma questo
imprevisto ci lascia perplessi e non sapendo quanto serio sia
l'avviso, decidiamo di ritornare sui nostri passi.
Giunti alla deviazione che indica la zone delle spiagge, ci
infiliamo per una strada larga e polverosa, che ci conduce davanti a
Playa Maltiempo, dalla sabbia bianchissima e mare dai colori
stupendi.
Qui le fotografie partono a raffica e sembra di sprecare del tempo
quando risaliamo sul quad e dirigiamo verso Playa Sirena,
oltrepassando la lunga teoria delle spiaggette.
Playa Sirena è l'unica spiaggia su cui sono state piantate palme
da cocco e dove esiste un servizio di ristorazione con possibilità
di noleggio ombrelloni e lettini.
L'area della spiaggia è talmente grande che sembra di essere
soli, in mezzo al deserto.
Fa molto caldo e ci scappa un bagno, mentre si cerca
l'inquadratura migliore di ogni foto.
Esaurita l'ispirazione fotografica, riprendiamo la strada
ritornando verso playa Paraiso, che merita assolutamente tale
appellativo.
Lasciamo il quad all'ombra di un grande albero, a fianco di una
baracca in cui si servono bevande ed all'occorrenza piatti fatti
arrivare dal ristorante di playa Sirena, e, sotto un sole cocente,
andiamo verso il mare, che qui ha colori mai visti.
La spiaggia, di sabbia bianchissima e della consistenza del
borotalco, è immensa, sia in larghezza ( più di 100 metri ) che il
lunghezza ( diversi chilometri ) ed è bagnata da un mare le cui
acque hanno tutti i colori più belli.
Ci fermiamo per tempo di un bagno e poi a malincuore, dobbiamo
raccogliere le nostre cose ed iniziare il rientro.
Abbandoniamo la mia vecchia muta al suo destino e, dopo aver
riconsegnato il quad, riusciamo a prendere al volo un bus di
passaggio che ci riporta alla piazzetta della Marina, dove ci
fermiamo qualche momento a rimettere le ossa a posto, sorseggiando
una batida.
Al rientro in camera troviamo, sul letto, un grande fiore fatto di
asciugamani, frutto della mancia del giorno prima e del lavoro di
caccia alle formiche.
La giornata termina con la solita passeggiata, dopo cena, tra le
poche case destinate ai dipendenti degli hotel.
09
Aprile 2017
Dopo colazione, chiediamo il biglietto per essere trasportati in
barca a playa Sirena ed in pochissimo tempo sbarchiamo all'approdo
del ristorante.
Iniziamo, a piedi, il periplo delle diverse spiagge di punta
Sirena, passando alle spalle della grande spiaggia, per un percorso
stimato di circa 4 km.
Catturiamo alcune grandi conchiglie dalla madreperla colorata di
rosa/arancio, abitate da una lumaca che ne fuoriesce, con nostra
sorpresa, per circa 50 cm.
Rimesse in acqua le conchiglie, troviamo in acqua bassa, alcune
stelle marine che sistemiamo per le dovute fotografie, fino a quando
non arriva un tale che ce le butta in acqua fonda. ( ? !!! ? ).
La passeggiata continua in un continuo scattare delle macchine
fotografiche, fino a quando Gis non fa fare il bagno alla sua, che
smette di funzionare.
Arriviamo a playa Sirena e troviamo posto sotto una palma quasi in
riva al mare, dove sistemiamo le nostre cose per poter fare un bel
bagno.
Il tempo passa veloce ed arriva il momento del ritorno.
Durante la passeggiata serale arriviamo fino alla “casa del
tabacco” dove acquistiamo una bottiglia di rum ed alcune cartoline,
pur restando aperto il dilemma di dove trovare l'ufficio postale, che
tutti dicono essere nei dintorni, ma che non siamo ancora riusciti a
trovare.
10 Aprile 2017
Oggi è l'ultimo giorno e ( purtroppo ) ci hanno confermato la
partenza alle 17,oo.
Le valigie sono pronte e così pensiamo di trascorrere le ore che
ci separano dal volo a playa Sirena, a cui giungiamo con le prime
barche del mattino, trovando il luogo tutto per noi.
Ci accampiamo sotto una palma in riva al mare e lasciamo che le
ore passino una dopo l'altra.
Per fortuna ci è stata concessa una camera di cortesia dove fare
un'ultima doccia prima di andare ad attendere il transfert per
l'aeroporto.
Le formalità di imbarco non presentano difficoltà e dopo
l'atterraggio a l'Havana, finalmente siamo in volo per l'Italia.
Le ore in aereo passano lentamente, interrotte da cena e colazione.
11 Aprile 2017
L'arrivo a Verona è in orario ed anche se, per la prima volta,
vengono passate allo scanner della dogana tutte le valigie, riusciamo
a riprenderci l'auto e tornarcene a casa, senza problemi.
La vacanza è stata meravigliosa ( le spiagge anche di più ed il
mare da non poter essere descritto ), ma rimane un piccolo rimpianto
per il cibo di pessima qualità e qualche altra piccola
manchevolezza nel VILLA MARINERA.
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