IL MIO SOGNO AMERICANO
Parte 2^ - I parchi
nazionali
Continua da "Il mio sogno americano" Parte 1^ : Florida
Non amo guidare dopo
l'imbrunire, sopratutto in posti che non conosco, perché ho notato
di avere qualche difficoltà quando diminuisce la luce, ma come in
quasi tutto il viaggio, eccomi di nuovo in auto dopo il calar del
sole.
Riesco, in qualche
modo commettendo ( forse ) qualche piccola infrazione al codice
della circolazione, ad incanalarmi nel traffico cittadino e con i
nervi a fior di pelle, anche a trovare la giusta direzione, grazie al
navigatore che funziona perfettamente.
Per fortuna l'hotel
è appena fuori La Vegas, proprio a lato dell'aeroporto ed in
mezz'ora arriviamo, scarichiamo le valigie e cerchiamo qualcosa da
mangiare.
Troviamo il ristorante chiuso, ma entriamo nel vicino pub , dove una simpatica
cameriera ci serve una buonissima bistecca ed un piatto di salmone
decisamente migliore di altri già consumati o da consumarsi in
viaggio, per un costo totale di 27€.
Si va dormire, in
attesa dei molti km-. che ci aspettano nei prossimi giorni.
*** La quinta Inn &
Suites Las Vegas – km. 6
15
Maggio
Ci svegliamo con gli
aerei che atterrano in rapida successione sulla pista a poche
centinaia di metri di distanza, senza che ne avessimo sentito il
rumore.
Dopo una buona
colazione, siamo in strada con la nuova macchina, una attempata
Hyundai, che però ha almeno il drive-control funzionante.
Nemmeno un'ora
dopo, lasciato il Nevada per l'Arizona, siamo a gustarci il panorama
di Lake Mead creatosi con la costruzione della Hoover Dam sul corso
del fiume Colorado.
L'imponenza
dell'opera lascia a bocca aperta, ma il tempo di ammirala è poco e
si prosegue per Kingman, dove ci fermiamo in un piccolo museo che
ricorda la storia della città e celebra la famosa ROUTE 66, che qui
esiste ancora e fa parte del sistema viario americano.
Lasciamo la US HWY
93 per la Interstate 40, che ci porta, attraverso paesaggi molto
diversi, fino a Williams, un piccolo paesino costruito sulla storica
Route 66, che la celebra in ogni modo e maniera.
Qui i piccoli
negozi con articoli per turisti si sprecano da ambo i lati dell'unica
via.
Passiamo un paio d'ore curiosando, prima di fare benzina, acquistare qualcosa per combattere la fame del giorno dopo e consumare la peggior cena possibile, prima di andare a dormire.
Passiamo un paio d'ore curiosando, prima di fare benzina, acquistare qualcosa per combattere la fame del giorno dopo e consumare la peggior cena possibile, prima di andare a dormire.
Incantato da un
cartello che promette cucina italiana, greca e quant'altro, entro in
un locale che, già da subito, pare non perfettamente pulito e quando
ci accoglie la mummia che abita quel luogo, non abbiamo la prontezza
di andarcene e pagheremo con una pessima cena il nostro poco
coraggio.
** Comfort Inn Near
Grand Canyon – km. 360
16
maggio
La sveglia suona
presto e ci mettiamo per strada per arrivare di buon'ora al Grand
Canyon.
Senza far troppo
caso al navigatore che ci avverte che troveremo strade non asfaltate,
ci infiliamo in uno sterrato che fortunatamente qualche miglio dopo
finisce, concedendoci di riprendere strade normali e rilassarci alla
guida.
Ci arrampichiamo
velocemente, attraversando una rada foresta di pini e ginepri, fino
all'ingresso del Parco del Grand Canyon, dove per 80$ acquistiamo il
pass che utilizzeremo per l'ingresso in tutti i N.P.
Nonostante le
molte ore dedicate a cercare notizie su quello che avremmo voluto
vedere, tutto quello che visiteremo d'ora in poi, sarà sempre
diverso da come lo immaginavamo e ciò comporterà perdite di tempo e
piccole difficoltà nel riuscire ad ottimizzare i tempi.
Lasciata l'auto
in parcheggio a poca distanza dal Visitor Center ci affidiamo alla
prima indicazione che ci indica MATHER POINT e la vista che appare
ai nostri occhi è assolutamente incredibile : restiamo a bocca
aperta davanti alla grandiosità di questo spettacolo, che pur già
visto in TV, film e foto, è tanto sorprendente da lasciare senza
fiato e con il cuore che batte forte.
Davanti a noi
un'immensa ferita, larga e profonda, che la natura ha inferto a se
stessa e che ora possiamo ammirare cercando di memorizzarne colori e
prospettive, avendo paura del vuoto eppure arrivando al ciglio per
scoprire i segreti dell'immenso baratro.
Percorriamo a
piedi il primo tratto di questo splendido punto panoramico, poi, alla
ricerca di nuove emozioni, utilizziamo gli appositi bus per spostarci
lungo tutto il tratto visitabile, scattando centinaia di fotografie,
quasi a rubare l'anima di questo posto incantato.
Nel primo
pomeriggio, considerato che mancano più di 200 km. per arrivare a
Page, lasciamo il Grand Canyon Village e lungo la Desert View,
fermandoci ad ogni punto panoramico, riusciamo ad arrivare alla terra
dei Navajo, in tempo per godere, prima del tramonto di spettacolari
figure di pietra.
Arriviamo a
destinazione in serata, avendo percorso più di 380 km. di strada,
perchè dopo essere quasi arrivati a Page ( mancavano solo 20 km. )
troviamo la strada chiusa e dobbiamo rifare la strada all'indietro
fino alla deviazione di Gap e percorrere altre 45 miglia sulla nuova
Hhy 89T, mentre il cielo si colora dei bellissimi colori del tramonto,
che non vengono apprezzati per rabbia, stanchezza e per la
preoccupazione del buio imminente.
Fortunatamente
troviamo quasi subito il nostro albergo, anche se un cambio di
viabilità ci costringe ad un giro panoramico della città.
La camera ha due
morbidi e grandi letti, che ci aiutano a recuperare la stanchezza di
questa pesante giornata.
*** Days Inn and Suites
Page/Lake Powell – Km. 393
17
Maggio
Ci svegliamo
sapendo che la giornata non sarà la meno faticosa, anche se con poca
strada da percorrere in auto.
Il primo obiettivo
da raggiungere è l'ANTELOPE un piccolo straordinario Canyon, con
visite gestite dagli indiani Navajo, a meno di 10 Km. da Page.
Dopo qualche
difficoltà per trovare il posto, arriviamo in un assolato e
polveroso parcheggio dove volano via i primi 12$ a cui se ne
aggiungono altri 80$ per l'acquisto dei biglietti di ingresso e
trasporto a destinazione.
Circa una
mezz'ora dopo veniamo fatti salire su un gippone con panche in legno
che sbandando a causa dei profondi solchi sulla sabbia ci porta
all'ingresso di questa assoluta meraviglia : una fenditura nella
roccia scavata dall'acqua, di altezza variabile tra i 15 ed i 20
metri e di larghezza sempre inferiore ai 7/8 metri , in cui filtra la
luce del giorno dalla stretta apertura in alto.
Il colore
dell'arenaria, di cui è composta la roccia di questa località,
assume toni assolutamente sorprendenti all'interno della cavità, che
vanno dal grigio al rosso mattone, dal rosa al viola in tutte le
sfumature possibili, secondo l'incidenza della luce che penetra
nell'anfratto creando bellissimi giochi di luce e riflessi.
La visita, di
circa un'ora, lascia gli occhi increduli e la mente incapace di
concepire il distacco da questo luogo talmente diverso, così che si
ritorna all'auto incapaci di pensare ad altro.
Ci avviamo verso
la Glen Canyon Dam, diga costruita sul Colorado River, che forma il
Lake Powell e bisogna ammettere che pur impressionati dall'opera, la
scarsità d'acqua che si nota a monte dello sbarramento, ne
diminuisce la maestosità.
Percorriamo a
piedi il ponte che a valle della diga unisce le sponde del Colorado e
riprendiamo la strada verso l'Antelope Point Marina, scoprendo che
tutta la zona è Parco Nazionale, soggetta a tassa di ingresso, per
cui, sfoderato il pass acquistato al G.C. evitiamo l'esborso di 15$,
che francamente sarebbero stati sprecati.
La vista del lago
non è male e l'azzurro dell'acqua contrasta piacevolmente con il
rosso del terreno e delle rocce, che in molti punti assumono
striature bianco/grigio, ma il livello dell'acqua è decisamente
basso e lascia intravedere i segni di tempi migliori.
L'Antelope Point
è un grande piazzale ( trovato chiuso ed abbandonato ) dove in altri
momenti confluiscono le barche prima di essere calate in acqua ed
anche la grande ansa del lago tra la terraferma ed Antelope Island, è
insignificante paesaggisticamente.
Ritorniamo
verso l'Antelope Point Marina, che in passato ha certamente avuto
momenti migliori e non trovando alcunchè di interessante, decidiamo
di tornare verso Page, scoprendo che tutte le strade girano attorno
al centro città, innestandosi sulla Hwy 89 e che per questo motivo,
al mattino, avevamo avuto qualche problema a trovare la giusta
direzione.
Un buon sonno ci
rimette in forma per il giorno successivo.
*** Days Inn and Suites
Page/Lake Powell – km. 60
18
Maggio
Gis insiste
per andare a vedere l'Horseshoe Bend, famoso punto panoramico formato
da un'ansa del Colorado River, che si trova al miglio 545 della Hwy
89, a circa 5 km. da Page, sulla strada interrotta che il giorno
prima ci aveva fatto allungare di 40 miglia il percorso.
Raggiungiamo
velocemente il parcheggio dove già alle nove del mattino sono
radunate una ventina di auto ed un pullman.
Con altri avventurosi scaliamo la collinetta che abbiamo davanti, con la speranza che la strada sia agevole e non troppo lunga, ma in cima ci rendiamo conto che per arrivare all'overlook c'è un buon chilometro di strada polverosa in discreta pendenza, che percorriamo non agevolmente.
Giunti sull'orlo del canyon le parole non ci bastano per descrivere lo spettacolo formato dal fiume che nei secoli ha scavato un ansa attorno ad un bastione di roccia rossa che contrasta con l'azzurro del cielo ed il verde smeraldo dell'acqua del fiume, che scorre duecento metri più in basso.
Con altri avventurosi scaliamo la collinetta che abbiamo davanti, con la speranza che la strada sia agevole e non troppo lunga, ma in cima ci rendiamo conto che per arrivare all'overlook c'è un buon chilometro di strada polverosa in discreta pendenza, che percorriamo non agevolmente.
Giunti sull'orlo del canyon le parole non ci bastano per descrivere lo spettacolo formato dal fiume che nei secoli ha scavato un ansa attorno ad un bastione di roccia rossa che contrasta con l'azzurro del cielo ed il verde smeraldo dell'acqua del fiume, che scorre duecento metri più in basso.
Molte fotografie
dopo, ritorniamo al punto di partenza, accorgendoci che ormai non c'è
più posto al parcheggio e che le persone che stanno per
intraprendere il percorso per l' Horseshoe Bend sono diventate
centinaia.
Riprendiamo la
strada verso il Lake Powell, puntando verso Wahweap Marina, un grande
e bel punto nautico a poca distanza da Page.
L'attività del
centro è piuttosto ridotta per cause stagionali, ma fanno bella
mostra le numerose house-boat allineate ai moli, pronte per essere
noleggiate, mentre alcuni motoscafi volteggiano in acqua lasciando
una scia di schiuma bianca.
Alcuni fabbricati
con appartamenti, un albergo, a pochi passi dal lago, e con un grande
store ben rifornito, completano un panorama niente male.
Dopo aver mangiato un poco di frutta, risaliamo in auto e ci dirigiamo verso
Moab, prima sulla Hwy 98, poi sulla 160 fino a Kayenta ed infine
sulla 163 costeggiando la Monument Valley, di cui riconosciamo i
monumenti in pietra divenuti famosi nei film.
Aggiorniamo l'ora
con quella dell'Utah ( + 10 rispetto all'Italia ) e proseguiamo
incontrando paesaggi sempre diversi, dominati dal colore rosso
delle rocce che cambiano continuamente, ora ergendosi in alti
monumenti, ora assumendo strane forme a lato di strade che sembrano
non terminare mai.
Non molto prima
della nostra destinazione, proprio lungo la strada, scorgiamo un
immenso arco naturale che ci invita a salire fin sotto la sua
finestra, mostrandoci un anteprima di quello che troveremo nei giorni
a venire.
Giungiamo a Moab
quasi a sera e troviamo subito, all'ingresso del paese, il nostro
Motel.
Dopo aver scaricato le valigie, andiamo in ricognizione per la simpatica cittadina con bei negozi, hotel e ristoranti, anche se quello che scegliamo non brilla per qualità del servizio.
Dopo aver scaricato le valigie, andiamo in ricognizione per la simpatica cittadina con bei negozi, hotel e ristoranti, anche se quello che scegliamo non brilla per qualità del servizio.
Una lunga
passeggiata, una cena modesta e poi a dormire.
** Spleep Inn Moab –
km. 485
19
Maggio
Oggi ci
aspetta uno dei parchi più interessanti : Arch.
Ci svegliamo
presto e dopo una frugale colazione siamo subito in marcia.
Si passa il ponte
sul Colorado e poi su per una salita di diversi chilometri fino
all'ingresso del parco, da dove inizia la strada che conduce ai
diversi siti e punti panoramici.
Decidiamo di
proseguire fin dove arriva la strada asfaltata e poi tornare
indietro, dedicando il massimo tempo possibile a questo spettacolare
parco in cui è possibile fare lunghe passeggiate.
Vediamo da lontano
il Broken Arch, ma prudenzialmente decidiamo di non proseguire a
piedi, essendo stato segnalato un serpente a sonagli sul sentiero e
dirigiamo i nostri passi verso il piccolo canyon di Sand Dune Arch,
che come dice il nome, possiede un letto di ruvida sabbia rossa ed un
bellissimo arco tra due colorate pareti in fondo, dove bruscamente
finisce tutto.
Ci fermiamo al
Fiery Furnace Viewpoint per un rapido sguardo intorno e proseguiamo
per Delicate Arch, che scopriamo essere raggiungibile solo con una
dura escursione dal Wolfe Ranch e non dal parcheggio da cui è
visibile solo da lontano.
Riprendiamo la
strada verso la Windows Section che, nella parte finale dopo il
parcheggio, ci regala le cose più belle : Double Arch, North e South
Window, Turret Arch ed impagabili viste su Cove Arch ed Elephant
Butte.
Double Arch è generato da due archi enormi che si intrecciano tra loro in uno
spettacolare abbraccio, North e South Window sono due archi
affiancati a guisa di occhiali, Turret Arch è un grande arco posto
in una torre di pietra, affiancato da una finestra circolare, Cove
Arch è un gruppo di rocce completamente perforato in cui gli archi
non si contano ( tra grandi e piccoli gli archi sono circa 2.000- in
tutto il parco ) ed Elephant Butte è un immenso gruppo roccioso in
cui si possono riconoscere varie fattezze del grande pachiderma.
Questo punto del
parco ha bisogno di almeno un paio d'ore di tempo ed una buona
sgambata per raggiungere i vari punti di osservazione, che sembrano
offrire sempre nuove immagini di se.
Risaliamo in auto
e a meno di 500 metri dalla biforcazione sulla strada principale ci
attende la Balanced Rock e poi le Petrified Dunes, la Tower of Babel,
la Courthouse Towers ed infine Park Avenue con le sue pareti a picco,
in un susseguirsi di spettacolari torri di pietra.
Dispiace
ammettere che non abbiamo potuto godere della vista di alcuni degli
archi più famosi, ma non eravamo attrezzati per arrivare in luoghi
dove le difficoltà sono molteplici, ma soprattuto, perché nel
pomeriggio desideravamo dare una rapida occhiata anche alle
Canyonlands, nel cuore di Island in the Shy.
Ci dirigiamo verso
la Hwy 70 e poi sulla 313 fino all'ingresso del Parco, dove al
Visitor Center ci forniscono le cartine occorrenti alla visita di
questo parco interamente percorribile viaggiando in auto.
Una breve
passeggiata è richiesta per il Mesa Arch e per seguire il sentiero
che porta al Grand View Point Overlook, da cui si gode di una
splendida vista sul sottostante bacino del Buck Canyon.
Un breve cenno
merita il particolare Mesa Arch che affaccia la sua grande finestra
sul canyon sottostante, offrendo una vista da brivido sulla voragine
di oltre mille metri che si spalanca ai suoi piedi.
Alla sera dopo
qualche acquisto per il giorno dopo, entriamo in uno strano locale in
cui gommoni, manichini, attrezzi vari ( tra cui una bicicletta ), stavano
appesi al soffitto sopra le teste dei commensali.
Veniamo serviti da
una cortese e simpatica cameriera che porta a me un'eccezionale
bistecca e a Gis un salmone divino, per una spesa decisamente parca.
Dopo la solita
passeggiata serale, tutti a dormire.
** Spleep Inn Moab –
km. 120
20
Maggio
Lasciamo Moab per
una tappa di oltre 400 km. che non sarà di solo avvicinamento al
Bryce Canyon ed allo Zion Canyon, perchè sulla strada per giungere a
Cannonville, sperduto paese dell'Utah, troveremo il Capitol Reef con
pareti a picco e colori stupendi, l'immensa Dixie National Forest,
l'Escalante State park con la sua mini foresta pietrificata, paesaggi
mozzafiato, guglie che si ergono dal suolo a toccare il cielo ed un
mare di strada da percorrere.
Riusciamo a
tenere una buona media di marcia, fermandoci solo dove il paesaggio
diventava così coinvolgente da farci ignorare la strada.
Ci facciamo attrarre dall'indicazione di un piccolo parco statale dove, per la vile moneta di 12$, ci consentono di fare una camminata di un paio di km. alla ricerca di una foresta pietrificata, di cui abbiamo visto solo qualche misero resto, trovandoci nell'impossibilità di affrontare tutto un sentiero che abbiamo ritenuto superiore alle nostre capacità.
Ci facciamo attrarre dall'indicazione di un piccolo parco statale dove, per la vile moneta di 12$, ci consentono di fare una camminata di un paio di km. alla ricerca di una foresta pietrificata, di cui abbiamo visto solo qualche misero resto, trovandoci nell'impossibilità di affrontare tutto un sentiero che abbiamo ritenuto superiore alle nostre capacità.
Ho fatto, in questa insolita passeggiata, una foto ad un cervo pietrificato dall'orrore di aver vicino esseri umani di cui non
si era reso conto prima.
Arriviamo per
sera all'albergo e dobbiamo portarci le valigie al secondo piano,
salendo per una scala esterna, mentre un forte vento cerca di buttarci
indietro.
Vinta la battaglia, sistemante le nostre cose ed accertato che l'hotel non è attrezzato a ristorante, troviamo un locale a Tropic ( a circa 7 km. ) dove mangiamo la più bella e buona pizza vegetariana degli ultimi 10 anni.
Vinta la battaglia, sistemante le nostre cose ed accertato che l'hotel non è attrezzato a ristorante, troviamo un locale a Tropic ( a circa 7 km. ) dove mangiamo la più bella e buona pizza vegetariana degli ultimi 10 anni.
Sazi e
stanchissimi affrontiamo la notte in un ottimo lettone.
** Grand Staircase Inn
– km- 427
21
Maggio
Fa quasi
freddo, ma la colazione offertaci dalla signora che gestisce lo store
al piano terreno ( Gis ha trovato cioccolata calda ed io yogurt greco ) ci predispone favorevolmente alla marcia di
avvicinamento alle destinazioni di oggi : Bryce e Zion.
L'ingresso del
Bryce Canyon è ben segnalato sulla Hwy 63 ma arrivare al Rainbow
Point ( termine del canyon e uno dei punti più belli ) è un impresa di circa
30 miglia di ottima strada con punti panoramici ben segnalati ed
ottimi parcheggi.
Gli scenari sono
incredibili per la varietà di colori.
Le fotografie
scattate qui saranno un ricordo bellissimo, perché credo che se il
Grand Canyon affascina per la grandezza, il Bryce ha panorami
mozzafiato di guglie multicolori.
Abbiamo
raggiunto l'apice e poi rifatto all'indietro la strada percorsa,
fermandoci ad ogni punto panoramico con visuali completamente diverse
per colori, conformazione del terreno, profondità, ambiente e
patendo un freddo intenso ( intorno a 10° ) che ci ha torturato
nella parte dove l'altezza del “rim” è ad oltre 2.000- metri,
fino ad Inspiration Point dove il caldo si è nuovamente fatto
sentire, ma nulla poteva distrarci dallo spettacolo che si offriva ai
nostri occhi per l'ampiezza dell'anfiteatro, per gamma di colori (
dal rosso mattone, al rosa ed al bianco ), per varietà di forme (
pareti, guglie, pinnacoli,grotte, etc. ).
Troppo presto è
venuta l'ora di lasciare quel posto incantato e dirigerci, nel
pomeriggio, verso Lo Zion N.P. al quale ci siamo avvicinati prima
dalla Hwy 89 e successivamente sulla Mount Carmel Hwy, verso
l'ingresso Est, dopo il quale la strada diventa a dir poco tortuosa
e ripida, per infilasi in uno stretto e lunghissimo tunnel che
conduce ai parcheggi nel pressi del Visitor Center.
Lasciata l'auto
per la navetta del parco, comodo bus con frequenza di circa 10
minuti, abbiamo raggiunto la testa del canyon al Temple of Sinawava,
dove alte e lisce pareti rocciose chiudono il percorso e si ritorna
sui propri passi.
La differenza
con gli altri parchi è che in questo si cammina sul fondo
costeggiando il fiume ed alzando gli occhi allo spettacolo, anziché
cercare di indovinare dove è finito il fondo del canyon.
Certamente non
ha il fascino degli altri già visitati.
Arriviamo a St.
George e scopriamo che il nostro albergo è molto defilato, appena
fuori da un grande centro commerciale e, se questo ci facilita i
movimenti con l'auto, ci limita la conoscenza di un'importante città.
Per cena si va
al RED LOBSTER, catena che conferma un buon livello di servizio,
somministrazione e prezzi contenuti ( tilapia per me, spiedini di
aragosta e gamberi per Gis a meno di 40€. )
In quanto
all'albergo pensavamo potesse essere meglio, anche se per 85€. una
suite non è certamente cara.
*** Ramada Inn St.
George – km. 233
22
Maggio
Dopo una buona
colazione in una bella sala a fianco della piscina, lasciamo St.
George per l'ultima tappa di questo indimenticabile viaggio ed
orientandoci a naso capitiamo ad Overton ( Moapa Valley ) dove
scopriamo un simpatico, piccolo museo, in cui sono raccolte
testimonianze di vita risalenti a 11.500 anni or sono in una LOST
CITY nel Mojave Desert.
Proseguiamo per
strade perse in territori piatti e brulli o a cavallo di montagne di
pietra rossa, fino a rivedere l'azzurro del Lake Mead ed arrivare a
Boulder, la città dei costruttori della Glen Dam.
Nonostante il
navigatore ci dica che siamo proprio arrivati, non riusciamo a
scorgere un insegna che ci indichi il motel e fatichiamo un poco ad
individuare, all'interno di una panetteria, pasticceria, vineria e
quant'altro, l'accesso al Milo's Inn.
Ci fanno notare
che siamo arrivati troppo presto a causa del cambio d'ora tra Utah e
Nevada e mentre facciamo due passi intorno, scopriamo una cittadina
molto ben curata, pulita, con bei giardini ed una serie di simpatiche
statue in bronzo poste lungo i marciapiedi.
Quasi stupiti
dal confronto tra l'arido territorio appena fuori città e tanta
ricchezza di verde pubblico e privato, ritorniamo sui nostri passi
per reclamare la camera temendo il peggio, ma ci troviamo in un ampio
locale ben arredato con bella boiserie, fornito di ottima biancheria,
con una vasca Jacuzzi matrimoniale ed accesso su un simpatico
giardino con vasca e cascata d'acqua.
Riuscito il
tentativo di driblare la sangria offertaci dal proprietario, entriamo
in un locale con vaghe rimembranze greche, dove consumiamo un ottima
cena.
****Milo's Inn at
Boulder – km. 250
23
Maggio
La colazione che
ci viene servita al tavolo del bar consiste in due spettacolari
yogurt greci con bellissime more fresche, bei croissants appena
sfornati, the e caffè che ci aiutano a riprendere la strada verso
Las Vegas.
Meno di un'ora
dopo, il navigatore ci conduce all'ingresso del parcheggio dello
Stratospere, la cui torre alta 1,149 piedi ( 350 m. ) è visitabile
dal 103 al 112 piano, pagando un corrispettivo di 15€. a testa.
Affacciati al
parapetto della terrazza panoramica, abbiamo Las Vegas ai nostri
piedi.
Si riesce ad intuire il percorso della Strip fino al lontano Excalibur, mentre al piano sovrastante qualcuno rischia l'infarto quando ( a pagamento ) viene proiettato nel vuoto su una specie di slitta o frullato da un gigantesco braccio meccanico.
Si riesce ad intuire il percorso della Strip fino al lontano Excalibur, mentre al piano sovrastante qualcuno rischia l'infarto quando ( a pagamento ) viene proiettato nel vuoto su una specie di slitta o frullato da un gigantesco braccio meccanico.
Ci spostiamo
verso la fine del percorso della Strip ed a piedi iniziamo la
scoperta dei grandi alberghi posti lungo questa incasinatissima
strada.
Sfilano
l'Excalibur, il NY–NY, l'MGM, il Montecarlo, il City Center, il
Paris, il Bellagio, il Bally's, il Flamingo, il Caesar Palace,
l'Harrahs, il The Venetian, il The Mirage, il The Palazzo e
poi......ci arrendiamo!!!
Ci lasciamo
attrarre da un paio di Casino ( al solo scopo di transitare
all'interno dei grandi alberghi ) ma non riusciamo ad apprezzarne le bellezze.
Ritorniamo in fretta al caldo della via per riconsegnare l'auto al noleggiatore.
Ritorniamo in fretta al caldo della via per riconsegnare l'auto al noleggiatore.
In qualche modo
riusciamo a compiere questa complicata operazione ( non si trova la
strada, la strada è chiusa, non si trova il garage, etc. ) e
ritornare in albergo utilizzando uno shuttle collettivo che ci tiene
per ultimi e ci porta a spasso per Las Vegas.
Spuntino
economico e poi a dormire per smaltire i 10 km fatti a piedi.
** Hampton Inn
Tropicana – km. 70
24
Maggio
Ultimo giorno a
disposizione.
Ci facciamo portare
dalla navetta dell'hotel fino al Mandalay Bay, che sta proprio
all'inizio della strip ed entriamo al Luxor ed
all'Excalibur, che sono i primi di tutta la lunga fila.
All'MGM prendiamo
la monorail che ci porta fino ad Harrahs e poi a piedi da un hotel
all'altro, fino a quando, nei pressi del Venetian, decidiamo di
entrare e sederci ad un tavolo per uno spuntino, davanti ad una
simil-fontana in una notte stellata.
Una premurosa
cameriera bionda si prodiga per mascherare l'enorme ritardo che sta
accumulando la cucina nel seguire le ordinazioni, ma la sorpresa sarà
quando ci viene rifiutata la carta di credito per mancanza di fondi :
non resta che andare al vicino Casino e sperare che il bancomat sia
in grado di farsi dare dollari.
L'operazione
riesce e siamo liberi di tornare a girare per Las Vegas, fermandoci
prima al Mirage, poi al Caesar Palace ed infine al Bellagio per lo
spettacolo d'acqua delle fontane danzanti.
Rientriamo in
albergo e ricomponiamo le valige con tutto quello che ci è servito
nelle tre settimane di viaggio e con quello che abbiamo aggiunto per
acquisti e souvenirs.
Cerchiamo di
dormire un poco, prima che arrivo l'ora della partenza.
** Hampton Inn
Tropicana
25
Maggio
Inesorabile la
sveglia suona alle 5,10.
Una Rapida
colazione e poi a prendere le valigie per imbarcare sullo shuttle che
dall'hotel ci porta in aeroporto, dove sbrigate velocemente le
formalità di imbarco ( questa volta non siamo più impreparati
all'utilizzo del self-service per l'imbarco dei bagagli ) ci
apprestiamo all'attesa per l'imbarco che avviene puntuale alle 8.15
Alle 4.25 siamo a
New York, da dove ripartiamo alle 6.10 per arrivare a Malpensa alle
ore 8.25 del 26 Maggio
Il volo è stato
molto tranquillo, molto noioso, molto lungo e noi molto stanchi.
Causa
l'interminabile coda davanti alle casse per l'acquisto dei biglietti
del Malpensa Expres, perdiamo il primo treno utile ed accumuliamo
ritardo su ritardo.
Arriviamo a casa
dopo mezzogiorno, pronti a recuperare tutto il sonno perso.
I numeri di
questo viaggio
Florida : km. 1.575
percorsi in totale
Carburante €. 95
Parchi USA : km
2.713 percorsi in totale
Carburante €.
145
Spese comuni :
- volo €. 1.549,10 + 3,00
- assicurazioni 149,02
- noleggi MIA 133,71 + 135,68
- noleggi LAS 189,09 + 187,60 + 3,00
- visti 21,63
- spese carta credito 2.646,49 + 3,00 (hotel,ristoranti, attrazioni)
- spese cassa comune 170,00
- acquisto obiettivo foto 298,23
- mia cassa 166,00
- treno e taxi 112,00
5.185,32 + 278,00 + 298,23
Questo è stato
davvero il viaggio aspettato per tutta una vita ed è servito ad
insegnarci qualcosa :
- che non bisogna fidarsi dell'American Airlines
- che non tutte le strade portano a Roma
- che ci si può fidare solo di se stessi
- che il mondo è bello
- che....