venerdì 3 ottobre 2014

Emirati Arabi : DUBAI ed OMAN




Ricordi di Viaggio


Doveva essere un viaggio senza troppe pretese, finalizzato a fare una settimana di immersioni a stretto contatto con la natura, in un ecoresort di bungalow estremamente essenziali in riva al mare, ma qualcuno decise che non potevo andare in giro per il mondo corredato dalla sola coperta di Linus.
Confesso che questo era il primo vero viaggio fuori della cara e vecchia Europa, dove in qualche modo ci si arrangia sempre con lingua, consuetudini, modi di vita e quel qualcuno, approfittando di questa mia carenza, mi sistemò in alberghi di lusso lontani 30 km. dal mare, affidandomi alle cure dell'organizzazione di “Grandi Viaggi”.
Per evitare l'uso dell'auto, a causa delle pessime condizioni meteo, decisi di partire con il treno, comodo e non dispendioso, seppure all'epoca non esistesse il Malpensa Express, ma solo il collegamento con autobus.

21/02
In un'orribile giornata di fine Febbraio, con una pesante valigia colma di attrezzature sub, arrivo finalmente in aeroporto e dopo aver consegnato i bagagli riesco a rilassarmi, così tanto da arrivare a Dubai dormicchiando e senza quasi accorgermene.
Mentre cercavo il nastro della riconsegna bagagli, distrattamente ho imboccato la via dell'uscita, trovandomi improvvisamente di fronte al tizio che reggeva il cartello con il mio nome.
Invano ho tentato di spiegargli che stavo ancora aspettando la mia valigia, perché, quasi a forza, sono stato sospinto in un auto, che doveva assolutamente sgomberare il posto in cui era parcheggiata, perché due poliziotti si stavano proprio arrabbiando.
In meno di 10 minuti siamo arrivati all'albergo che era proprio alle spalle dell'aeroporto.
Inutilmente ho cercato di spiegare il mio problema, sia all'autista che alla reception, con il risultato di finire a letto senza cena per l'ora tarda e senza bagaglio.

22/02
Il mattino successivo, sveglio di buon'ora, ho contattato il referente responsabile, nonché guida della Grandi Viaggi, spiegandogli l'accaduto in una lingua a me congeniale : l'italiano.
Con il tizio, un egiziano con laurea italiana, abbiamo raggiunto a piedi un sito dell'aeroporto dove per miracolo è spuntata la mia valigia e tutta l'attrezzatura in essa contenuta, anche grazie ad una lauta ricompensa.
Sistemata la faccenda, ho incontrato tutto il gruppo Grandi Viaggi e con loro è iniziato il tour di Dubai : la vela ( Turji el Arab ), lo sky-line lungo la baia, il museo etnografico, un paio di moschee, il mercato del pesce, il grand-bazar, suk dell'oro ed altro ancora, mentre ci spostavamo da una parte all'altra della città, utilizzando un minibus e mezzi locali.
Divertente ed originale la traversata della baia su una barca stracarica.
La sera è arrivata fin troppo presto e dopo una buona cena, una notte di riposo.

23/02
Svegliato a forza dal telefono, mi sono fatto portare con un taxi allo stadio della neve, dove, per un prezzo notevolmente alto, ho fatto un paio di discese con gli sci mentre fuori c'erano almeno 30° all'ombra.
Con tutto il gruppo, nel pomeriggio, abbiamo fatto visita al campo ippico ed alla spiaggia, dove in buona parte è già costruita ed abitata la prima palma ( isole di sabbia a formare la figura di una palma, con ville da fantascienza ) e fervono i lavori per altre opere a mare ( Palma 2 e World )
Una cosa da non credere sono le aiuole a lato di molte strade : prati verdissimi ed un'infinità di petunie di ogni colore.
Le palme messe a dimora a lato delle strade di accesso alla città sono tutte provenienti da altre regioni arabe.

24/02
A metà mattina mi trasferiscono all'aeroporto e in un ora di volo arrivo a Muscat, in un aeroporto che è un lontanissimo parente di quello di Dubai.
Nessun problema per i turisti, ma ho visto persone, di etnia probabilmente indiana, essere trattate a pesci in faccia, isolate, perquisite ed interrogate in malo modo per aver osato entrare, più o meno legalmente, in terra omanita.
Chi viene a lavorare qui, come negli altri Emirati, non ha molti diritti, soprattutto la comune manovalanza, che terminato un duro lavoro, viene semplicemente espulsa, senza nemmeno aver maturato una contribuzione pensionistica o qualsiasi altra forma di previdenza.
Fuori dalla stazione aeroportuale ( questa volta con la valigia in mano ) mi aspetta, su un fuoristrada gigantesco, un simpatico ragazzo italiano che, sentite le mie richieste, si fa carico di tradurle alla reception : avrò, per i giorni a venire, un auto del Diving che mi raccoglierà e porterà a fare immersioni nella regione del Musadam, proprio dove avrei voluto andare originalmente.
L'albergo è un Grand Hayhatt, immenso, bellissimo ed in cui è necessario utilizzare un cane-guida per ritrovare giornalmente la strada della camera; piscina, spiaggia privata, discoteca, biblioteca/emeroteca in varie lingue, diverse sale da pranzo a tema ed una hall che pare un campo da calcio con alcune statue bronzee a grandezza naturale, di cui una a cavallo.
Ogni pomeriggio e sera si alternano al pianoforte artisti sempre diversi, che tengono occupate, nella parte destinata a caffetteria, le orecchie degli ospiti, in minima parte europei ed in maggioranza facilmente individuabili come importanti personaggi locali, per foggia del vestiario ed usi non certamente europei.
A cena ogni desiderio viene esaudito : mai visto un buffet così vario ed abbondante con almeno una quindicina di portate diverse per ogni tipologia, dagli antipasti ai dolci.
Ho chiesto un'acqua minerale e mi è stata portata una San Pellegrino.

25-26-27 /02
Mi alzo al sorgere del sole e mentre attendo il mezzo che mi porta ad diving, rimpiango la deliziosa colazione che sto perdendo.
La strada offre un susseguirsi di differenti panorami che non permettono di annoiarsi : dal pietroso deserto ad una verdeggiante valletta, dalle congestionate vie nei pressi dell'animato porticciolo di barche da pesca ad un'autostrada sempre poco frequentata, dalle grandi e piatte distese all'attraversamento di una roccaforte rocciosa.
Il Diving, proprietà di una francese, è ben attrezzato e ha ottime barche per raggiungere i punti di immersione.
Curioso il mezzo di trasporto delle bombole : un carretto trainato da un asino, che approfittando dei bassi fondali porta il materiale sin sotto il bordo.
Belle ed interessanti le tre immersioni giornaliere in acque chiare, pulite e con abbondante fauna ittica.
Dopo ogni immersione, si consumano la pausa deco ed il pranzo in qualche caletta, rientrando in porto quasi a buio.
Ogni giorno, per tre volte, abbiamo cambiato luogo di immersione ed è rimasta nel mio cuore quella effettuata lungo una costa rocciosa, trascinati dalla corrente in un'acqua limpida di un blu intenso, fino ad un promontorio dove siamo stati recuperati dalle barche.

28/02
Oggi il tempo è brutto ed il mare molto agitato.
Ci viene proposto, al prezzo delle due immersioni giornaliere, di effettuare un escursione fino a Muscat, poi nel deserto fino ad una località, dove si estraggono pietre semi-preziose che vengono lavorate sul posto.
Accetto e non mi pentirò di aver fatto tale scelta : molto interessanti e belli i posti visitati, anche se ho avuto qualche difficoltà a seguire le spiegazioni in inglese della guida.
Lungo la strada, il gruppo si è fermato in una grande verdissima oasi, dove ci sono stati offerti pane, formaggio, molta frutta buonissima, datteri di diverse qualità, caffè e te.
Il rientro in albergo è ad ora tarda.


01/03
Ricordo particolarmente questo giorno, che per un verso è stato terribile, ma che mi ha permesso di vedere cose che non avrei potuto altrimenti.
Durante la seconda immersione, mentre stavo cercando di fotografare qualcosa di interessante tra i massi vicino a riva, la risacca mi ha spinto indietro e per evitare di finire rovesciato ho allungato la mano all'indietro, non sapendo che, nascosto in quel posto, c'era qualcuno che non ha gradito l'intrusione.
Un forte dolore ed uno strappo potente mi hanno avvisato che ero stato morso, non so da cosa.
Ritornato alla barca, ho trovato la mano destra, in parte protetta da un guanto in pelle e tela, lacerata malamente e profondamente tra pollice ed indice, con segni inequivocabili di un morso sul dorso.
Aiutato da una signora inglese, che cercava disperatamente di tamponare la copiosa perdita di sangue, sono stato indirizzato all'ospedale più vicino, al quale mi ha condotto la signora francese proprietaria del diving, che offertasi quale traduttrice, mi ha consentito di colloquiare con il personale sanitario omanita.
In quell'occasione ho scoperto che per essere ammessi all'interno della struttura ospedaliera è necessario pagare e poi pagare ancora per le cure ricevute ( quasi 200 euro ).
Un giovane medico ha suturato e fasciato le ferite, mettendomi in condizione di ritornare a recuperare le attrezzature subacquee, che faticosamente ho riportato in albergo.
In questo modo avrebbe potuto finire l'avventura in Oman se quella sera, facendo un resoconto dell'accaduto al referente della Grandi Viaggi, non mi fosse stata proposta una comoda escursione verso l'interno.
Detto e fatto.

02/03
La mano mi ha fatto dormire malamente, ma alle sei del mattino ero già davanti all'ingresso ad aspettare l'auto che ho noleggiato con autista.
La prima fermata è presso un accampamento di “gente del deserto” che vive qui con gli animali che una volta gli permettevano di spostarsi e vivere in quelle regioni, mentre ora sono solo un attrazione turistica.
Sono stato ricevuto sotto un'ampia tenda circolare, dove dopo l'immancabile the, mi sono stati proposti oggetti ricordo dai prezzi improponibili.
Ripresa la strada, ci siamo fermati, in pieno deserto, presso una sorgente d'acqua dove, tra le palme, era stata allestita una piscina naturale ed i frequentatori vi stavano tranquillamente facendo il bagno.
In quel posto il mio autista ha tirato fuori, da un frigorifero portatile, ogni bene di Allah ed abbiamo pranzato.
Dopo una lunga sosta a Nishua per curiosare negli ambienti della storica fortezza e nel vicino suk, un ampio giro nel deserto ci riporta in albergo, dove una doccia lunghissima mi rimette in forma per la cena e mi dà la forza di preparare le valigie.

03/03
Sono le dieci del mattino quando la sveglia del telefono mi scuote da un sonno ancora profondo.
Con calma raccolgo tutto quanto è ancora fuori dalle valigie e sceso dal concierge mi accordo per il trasporto in aeroporto.
Pranzo, pisolino, bagno in piscina, passeggiata sulla spiaggia ad osservare come si pesca e si recuperano le reti con due fuoristrada e verso le 20,00 mi trasferiscono in aeroporto.
Al desk del ceck-in mi dicono che l'aereo è completo e che non posso imbarcare, ma alla mia reazione rivedono la loro posizione ed a mezzanotte circa si atterra a Dubai.
E' lunga la notte da passare, anche gironzolando per un aeroporto immenso con molte curiosità da osservare.
Arriva il momento dell'imbarco, ma non della partenza, perché sulla pista si è levata una nebbia peggio che in Val Padana e per un paio d'ore tutto si è fermato.
Il ritardo accumulato viene ulteriormente dilatato causa una forte perturbazione sulla Jugoslavia, che costringe l'aereo ad un ampio giro che ci spinge fin sopra Vienna, fino a quando, con tre ore abbondanti di ritardo, arriviamo a Malpensa.
Il ritorno a casa non ha storia, se non che la ferita alla mano ha avuto bisogno di urgenti cure, minacciando un estesa infezione.

Non ho mai saputo quanto è costato questo viaggio, ma credo che qualcuno lo abbia pagato intorno ai 5.000- euro.

























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