I
miei Caraibi
Passeggiavamo distratti nel
tratto di portici di Piazza Vittoria, quando all'altezza delle
vetrine di “B. V.” notiamo l'offerta di una crociera
“Costa” ai Caraibi con formula roulette ad un prezzo molto
interessante.
Entriamo
in Agenzia e ne usciamo più leggeri di circa 1.150 euro a testa, ma
con i biglietti di quella che sarà la nostra crociera ai Caraibi con
“COSTA MEDITERRANEA” tra Guadalupe, Isola Catalina, Curacao,
Isola Margarita, Grenada e Santa Lucia.
Passiamo
diversi giorni, chini sul p.c., cercando di individuare le spiagge più
belle di ogni luogo che visiteremo e di fare un programma per
sfruttare al meglio le poche ore in cui la nave resterà nei porti
La
partenza è da Milano-Malpensa, raggiunta con il comodissimo treno
Malpensa Express dalla Stazione Centrale e Lunedì 30 Gennaio
lasciamo l'Italia in una gelida giornata.
Dopo
un tranquillo volo, durato circa 12 ore, atterriamo in serata, a
Guadalupe dove la temperatura è decisamente molto più calda ma umida.
In brevissimo tempo i bus ci trasferiscono a bordo, dove ci viene
assegnata una camera con balcone all'ottavo ponte.
La
comodità della crociera comincia quando trovi i bagagli in camera,
la tavola pronta ed un letto confortevole per combattere la
stanchezza e il jet-lag.
Ci
svegliamo in navigazione verso l'Isola Catalina, dove arriveremo il
giorno dopo ( Mercoledì ) alle otto del mattino.
La
vita di bordo in navigazione è noiosa, interrotta solo dai turni per
il pranzo, da qualche incursione in piscina e dall'inevitabile
esplorazione della nave, dal curiosare nei bar, nei locali del
teatro, nella palestra, nel centro dello shopping.
Conosciamo gli altri ospiti al
nostro tavolo, che fortunatamente sono persone squisite.
La
cosa più noiosa in assoluto sono le serate di gala, quelle a tema ed
i cocktail di benvenuto per ogni occasione ( troppe )
Mercoledì 01/02
La
Costa Mediterranea arriva all'Isola Catalina di buon mattino ed
ormeggia in baia.
Poco
dopo arrivano le chiatte di servizio ed i battelli dedicati alle
diverse escursioni e vengono calate a mare le scialuppe che ci
porteranno alla spiaggia.
Seppure
in altri momenti e con altra atmosfera, sembra di essere tornati allo
sbarco in Normandia, ma, presto e bene, la ressa delle persone viene
smaltita e ci troviamo su un lembo di spiagga attrezzata di circa 1
Km, dove un tempo incerto ci spinge ora a cercar riparo dalla
pioggerella, ora a stenderci al sole o a cercare un poco d'ombra per
evitare scottature.
La
sorpresa sta nel fatto che ci sarà impedito dai vigilantes della Costa, che piantonano le
possibili uscite dalla spiaggia, di spingerci sulla costa per raggiungere un centro di attività che si vede in lontananza : chi tenta di raggiungerlo viene
cortesemente rimandato indietro.
Pranzo
self service sulla spiaggia con faticosa ricerca di un posto dove
sedersi e cibo appena passabile.
Si
rientra a bordo, un poco delusi, perchè avremmo potuto aggregarci
alle escursioni in terra Dominicana invece di godere di quella dorata
reclusione senza nessuna alternativa.
Giovedì
2/02
Nel primo pomeriggio si ormeggia
a Willemstad ( isola di Curacao nelle Antille Olandesi ) e con gli
amici di Milano decidiamo per un veloce tour dell'isola, fai-da-te.
Troviamo, nei pressi del ponte
di barche Queen Emma, uno sgangherato mini bus giallo/verde con un
conducente ciarlatano che ci promette, dopo un intensa trattativa e per una modesta cifra, il massimo delle meraviglie.
Aspettiamo che il mezzo si sia
riempito di turisti e si parte attraversando il ponte Queen Jolanda da
cui si gode un'eccellente vista sull'intera città e dopo circa una
mezzora di strada visitiamo le grotte di Hato, non eccezionali ma con
un biglietto d'ingresso di tutto rispetto.
Dopo altra strada si scende per
una rapida occhiata alla solita spiaggiona caraibica con l'intenzione
di accedere all'acquario, che troviamo in fase di chiusura e non
visitabile, rischiando di essere lasciati a terra dallo sprovveduto
autista, per un malinteso sul luogo dell'appuntamento.
Ritorniamo in tempo per vedere
apertura e chiusura del ponte di barche che, a causa dell'intenso
traffico navale, non osiamo attraversare per evitare di mancare il
rientro a bordo, accontentandoci di vedere da lontano le
caratteristiche case in stile coloniale olandese poste sull'altra
riva.
Venerdì
3/02
Arriviamo alle 13 all'Isla
Margarita ( Venezuela ).
Dopo aver cercato di
contrattare inutilmente al ribasso il prezzo dell'escursione,
iniziamo il giro dell'isola fino alla spiaggia di El Agua, dove, a
causa del forte vento, della sabbia sollevata insieme a minuscole
goccioline d'acqua, non riusciamo a stare in spiaggia più di una
mezz'ora.
Il caso vuole che in spiaggia si trovi un tizio appena ritornato dall'Italia, dove era andato a
cercare fortuna e con lui assapori un ottimo cocco frullato,
nonostante il rischio di contrarre, non so quali malattie, per le
condizioni igieniche in cui è stata preparata la bevanda.
Sulla via del ritorno passiamo per la capitale Asuncion e poi di corsa verso la nave
con la consapevolezza di essere in ritardo per traffico congestionato
sulle strade verso il porto.
Approfittiamo del tempo da
trascorrere in bus per chiacchierare con la nostra accompagnatrice (
ex hostess di volo ) che ha girato il mondo in lungo ed il largo, per
carpirle notizie sulla vita in quel luogo, che sembra essere, in realtà, meno felice di quello che normalmente lo descrivono.
Sabato
4/02
Arriviamo a St.Georges, isola di
Grenada, al mattino presto, svegliati dalle vibrazioni dei motori e
delle eliche, che faticano a far compiere una rotazione di 180° alla
nave, per affiancarla al molo.
In porto altre navi da crociera.
Sbarchiamo e ci dirigiamo a
piedi, in una giornata limpida, leggermente ventosa e calda al punto
giusto, alla spiaggia più bella che abbiamo visto fino a quel
momento ed anche poi.
La sabbia bianca di Grand
Anse ed un mare splendido incorniciano questo bellissimo tratto di
costa, che percorriamo da cima a fondo per circa 2 km. prendendo una
tremenda scottata, con esclusione di Gis che instancabile sale
tutta l'altura che separa la baia da quella successiva, scoprendo incantevoli calette.
Nel pomeriggio, dopo una
serrata ed avvincente contrattazione in cui le parti non riescono a
capirsi, un taxi ci accompagna all'interno per visitare le “
piccole cascate”, dove la cosa più bella che troviamo è un tizio
con scimmietta che chiede un euro per scattare una foto.
Rientriamo in città, dove il tassista ci chiede un congruo conguaglio del suo compenso e noi tutti,
facendo gli gnorri, ci dileguiamo prima che arrivino
i rinforzi ed a piedi saliamo alla rocca fortificata da dove si gode
uno spettacolare vista sulla città e sulla parte interna della baia.
A pomeriggio inoltrato
passeggiamo instancabili per le stradine e le vie interne della città che, in un
continuo saliscendi, ci riportano alla nave.
Domenica
5/02
Alle 8 del mattino di Domenica
siamo ormeggiati a Castries, isola di Santa Lucia, dove all'uscita
del centro commerciale contrattiamo un escursione in mini bus verso
Soufriére ed i due “piton” .
Il percorso su strade quasi di
montagna, tutte curve e tra una vegetazione fittissima, ci porge
panorami con immagini spettacolari, ma è oltremodo stancante e dopo
aver visitato i giardini botanici con annesse cascate, quando arriva
il momento di entrare al sito vulcanico per visitarne le polle
solforose, tutti decidono che è arrivato il momento del ritorno.
Noi, Giuseppe e Maria e due
sposini napoletani decidiamo di scendere a Marigot Bay, che lo
scrittore inglese J. Michener descrive come la baia più bella dei
Caraibi.
Sulla bellezza della baia
aveva ragione, ma oltre la spiaggetta con qualche palma ed acque
splendide, null'altro, neppure la possibilità di andarcene.
Usiamo un microscopico
traghetto, sul quale si paga solo il viaggio di ritorno, per
attraversare il tratto di mare che ci porta alla zona degli alberghi
e qui dobbiamo faticare per accordarci per un passaggio in barca ad
altre spiagge vicine. Durante il tragitto decidiamo di rientrare
precipitosamente a Castries per una improvvisa crisi di nervi della
sposina, che probabilmente temeva di poter divenire ostaggio di
chissà quale tipo di pirati.
Girovaghiamo per la cittadina
tra i banchi di un mercato all'aperto, assistendo ad un incontro di
box organizzato in piazza ed incontrando tipi locali veramente unici,
dei quali mi risulta impossibile fare una descrizione, ma di cui
conservo le immagini.
Ritorniamo alla nave
attraverso il varco doganale lasciando il nostro obolo al consueto
duty free.
Lunedì
6/02
E' quasi mezzogiorno quando la
nave giunge nel porto di Pointe a Pitre all'isola di Guadalupe da
dove eravamo partiti una settimana prima.
Il nostro volo di ritorno in
Italia partirà alle 22 circa e per riempire questo tempo decidiamo
di tentare l'ultima escursione per tentare di conoscere qualcosa del
luogo che ci ospita.
Appena a terra, un
folkloristico e colorato mercatino ci accoglie sul molo dove è
ormeggiata la nave e scopriamo, dai prezzi, che questo è un pezzo
di Francia.
Troviamo un autista ed un auto
nuovissima, che per 120 euro ci porterà attraverso la città sino
alla punta estrema della Grande Terre a la Pointe des Chateaux.
Ci fermiamo alla bianchissima
spiaggia di Gosier e poi percorriamo circa 10 km fiancheggiando un
spiaggia lunghissima che ci accompagnerà sino alla punta battuta dal
Mar dei Caraibi e dall'oceano Atlantico, dove onde altissime levano
bianche e spumeggianti onde ed una nebbiolina di finissime
goccioline.
Appena dietro la spiaggia
qualcuno vende indumenti, bibite e magnifiche conchiglie.
Per 10 euro ne acquistiamo una
dalle bellissime sfumature rosa, che non arriverà mai in Italia perché ci sarà sequestrata in aeroporto in quanto considerata arma
impropria.
Ci lasciamo anche tentare da un
artigianalissimo frullato di cocco, preparato al momento con polpa,
zucchero e ghiaccio, tanto buono da fare il bis.
Nel tentativo di effettuare
un ultimo disperato acquisto, Gis trova il modo di ferirsi ad una
gamba urtando un grande sasso messo stupidamente a sostegno
dell'ombrellone.
Rientriamo alla nave passando
per strade interne dove la vegetazione è dominante avendo ampio sopravvento sulle scarse attività umane.
Le ultime ore le passiamo tra
le strade adiacenti il porto nei coloratissimi negozi.
Martedì
7/02
Il rientro in Italia avviene
felicemente, salvo una valigia distrutta che ci verrà sostituita da
Alitalia.
Morale della favola :
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