PHUKET
E' inverno, piove
quasi tutti i giorni.
La voglia di mare,
spiaggia e sole ci tormenta da qualche tempo e quando arriva il 27
Novembre , ci presentiamo in aeroporto pronti a goderci la nostra vacanza al caldo.
Abbiamo prenotato un
volo Thai Airways che da Milano Malpensa ci porterà prima a Bangkok
e poi a Phuket in circa 15 ore, per il prezzo di 870 euro
(assicurazioni comprese), avendo perso, qualche giorno prima, un'
offerta strepitosa di circa 730 euro.
Arriviamo a Phuket
alle 9,30 ( ora locale ) in un caldo mattino del giorno dopo, con
ancora addosso i vestiti dei -2 gradi di Milano. Dopo qualche
indecisione sulla scelta del mezzo di trasporto, optiamo per un
minibus collettivo che, per 180 bath a persona ( 4,5 euro ), ci
trasporta fino all'Hotel Chaba in
Kata Beach, facendoci fare un giro panoramico di mezza isola
ed una abbondante sauna gratuita.
L'hotel è molto più
carino di quello che appariva sul sito web e la camera che ci viene
assegnata è ampia, pulita e ben arredata in stile thai, anche se
scopriremo che mancando il box doccia, avremo sempre acqua in tutto
il bagno.
Buono l'impianto
dell'aria condizionata che mantiene temperatura e l'umidità in
condizioni ottimali.
Recuperiamo, con
qualche ora di sonno, la fatica del viaggio e ci spingiamo per via
cercando di capire la nostra posizione rispetto ai servizi pubblici
disponibili ed all'Agenzia di Martino “Amici di Phuket”.
Scopriamo di essere a
meno di 300 metri dalla spiaggia di Kata, raggiungibile a piedi per
una stradina che costeggia il Med ed ancor meno distanti dall'ufficio
di Martino, che ci propina una serie di “ io sono il meglio”,
vendendoci, per i giorni a seguire, una gita a quella che Lui chiama
la “mia isola” ed un tour nel Mare delle Andamane.
Cena in albergo con
musica e prezzo irrisorio, ma con scarso gradimento.
29/11
Nonostante la forte
differenza di fuso orario ci svegliamo abbastanza in forma e dopo una
abbondante colazione che parrebbe quasi una cena, dedichiamo un poco di tempo ad esplorare il lussureggiante giardino e la graziosa piscina
dell'albergo.
Ci mettiamo in marcia verso la spiaggia di Kata, che scopriamo lunghissima di rimpetto alla proprietà del Club Med ed ad una strada lungomare ornata da palme ed alberi ombrosi.
Ci mettiamo in marcia verso la spiaggia di Kata, che scopriamo lunghissima di rimpetto alla proprietà del Club Med ed ad una strada lungomare ornata da palme ed alberi ombrosi.
Il mare è stupendo,
anche se tormentato dall'onda di fine monsone e la spiaggia ha una
abbondante bella sabbia dorata.
Ci spostiamo verso il
centro spiaggia perché non ci convince il fiumiciattolo di acqua
puzzolente che abbiamo notato lungo la stradina di accesso
all'arenile e che nella parte terminale serve come rimessaggio delle
long-tail.
Affittiamo un
ombrellone con due lettini al folle prezzo di 200 bath ( 5 euro per
tutto il giorno) e tra un bagno e l'altro, in un acqua caldissima, riusciamo a fare lunghe passeggiate sulla spiaggia ed un pranzo a base di frutta e succo di cocco.
Per la curiosità di scoprire cosa si cela nei pressi del promontorio che chiude la baia, rifacciamo nuovamente tutta la spiaggia ed a pomeriggio inoltrato decidiamo di ritornare in albergo per rimediare ai danni di un sole cui non siamo abituati.
Per la curiosità di scoprire cosa si cela nei pressi del promontorio che chiude la baia, rifacciamo nuovamente tutta la spiaggia ed a pomeriggio inoltrato decidiamo di ritornare in albergo per rimediare ai danni di un sole cui non siamo abituati.
Durante la solita
passeggiata prima di cena scopriamo, a meno di 800 metri, il
ristorante del Sawasdee Hotel ( scuola di cucina Thai ) dove ci fermiamo
affascinati dall'ambiente estremamente elegante, in puro stile
tailandese, che contempla una verdissimo giardino e vasche d'acqua.
Pur convinti che
pagheremo salato il nostro ardire, ordiniamo cibi per noi
assolutamente sconosciuti che troviamo ottimi con una spesa finale
inferiore a 700- bath, cioè circa 18 euro in due.
30/11
Ci svegliamo in
ottima forma e decidiamo di affrontare ( a piedi ) il percorso che ci
divide da Karon e di buona lena in un caldo mattino, percorriamo i
circa due Km di strada parallela alla bella, larga spiaggia dorata
che, a suo tempo, fu completamente distrutta dallo tsunami.
Di quell'evento resta qualche cartello di
avviso, la duna di difesa e le opere dello scolmatore.
Lungo il percorso una fila ininterrotta di
hotel, ristoranti ( alcuni molto caratteristici ) e bar fino
all'ingresso della caotica cittadina di Karon nella quale preferiamo
non inoltrarci perché la nostra attenzione viene colpita dal Wat
Suwam Khiri Khat, nel cui ampio recinto enormi serpenti ornano i
diversi fabbricati ed i caratteristici guerrieri scimmia blu montano
la guardia ai templi sacri.
Alle porte esterne, posti in occasione di chissà quale tributo, restano due giganteschi
ritratti del re e della regina.
Ritorniamo piano sui nostri passi dopo aver
fatto l'ennesimo pieno di succo di frutta frullata al momento, in
condizioni igieniche non sempre perfette, anche se non ci è mai
capitato di avere disturbi di alcun genere.
Ci soffermiamo qua e là a sbirciare il lungo
nastro di sabbia e un enorme serpente mitologico arrotolato sulle
proprie spire presso il quale troviamo segni di una tangibile
devozione quotidiana.
Dedichiamo gli ultimi sguardi del giorno ai
diversi negozi della collinetta che separa Karon da Kata e dopo aver
confermato a Martino la nostra partecipazione alla gita alla “sua
isola”, ritorniamo in albergo dopo aver cenato ( discretamente male
) in un ristorantino sulla via principale.
01/12
Ci svegliamo di buon
ora in attesa del fuoristrada che ci porterà a Rawai dove ci
aspettano le barche ( due long-tail ) che imbarcheranno la dozzina di
partecipanti della gita alla fantomatica isola di Koh Bon, ora
completamente abbandonata, ma dove troviamo, in disuso, le strutture
balneari di qualche albergo che ha rinunciato a trasferire qui i
propri clienti.
Dopo aver scaricato viveri ed acqua sotto la
fitta ombra di grandissimi alberi, facciamo il primo bagno in un
acqua di un azzurro incredibile, pronti a prendere il sentiero che ci
condurrà dall'altro lato dell'isola immaginando spiagge
meravigliose.
Mezz'ora di cammino tra vegetazione e bordo
mare, dove le trasparenze dell'acqua cambiano dal bianco azzurro al
blu intenso, fino ad arrivare ad una spiaggetta di pochi metri con
molti sassi e con l'acqua infestata dalle meduse : grandissima
delusione !!!!!
Mentre si attende, un poco costernati, di
poter ritornare al luogo di partenza, approfittiamo dei momenti di
pausa per conoscerci meglio e scopriamo di avere con noi due ragazzi che abitano ad un tiro di fucile da casa.
Sulla spiaggia dell'arrivo, dove rimangono
solo resti di passate attività turistiche, troviamo una coppia di
giovani sposi che completano il loro album fotografico e scopriamo,
così, che Martino non ha assolutamente l'esclusiva dell'isola, ma
la condivide, in modo non troppo palese, con altri.
A pomeriggio inoltrato si ritorna sul
lungomare di Rawai dove i pescatori locali portano il loro compenso
in natura per venderlo a chi vorrà farlo cucinare dai ristorantini
appostati lì a fianco.
Acquistiamo parecchi gamberi ed un pesce di oltre un
Kg. che per 150 bath ci vengono restituiti pronti per essere mangiati
e gustati piacevolmente.
A fine pranzo, dopo aver vagato tra i negozi
che vendono conchiglie, perline ed altri oggetti, noleggiamo un taxi
che ci riporta in albergo passando per il Kata-wiew-point da dove si
gode una bellissima vista panoramica sulle tre spiagge sottostanti
fino al promontorio di Patong.
La giornata non è bellissima e la foschia
ci fa desistere dalla solita abbondanza di fotografie.
Ritorneremo in altra occasione.
02/12
Ci svegliamo
prima del solito perché abbiamo deciso di andare a Phuket City con i
mezzi pubblici.
Dopo una camminata chilometrica per
arrivare alla stazione dei bus posta alla fine della spiaggia di
Kata, saliamo su uno sgangherato autocarro con panche laterali e
centrali, che a passo d'uomo raccatta clienti fin quasi a Karon,
accelerando solo quando la strada inizia a salire verso Chalong, dove si
cambia mezzo, anche se in tutto simile a quello di prima.
Arriviamo in circa ¾ d'ora a Phuket, dove
perdiamo tempo ad orizzontarci ed a convincere un conducente di
tuk-tuk a portarci ad uno dei tanti Wat, senza passare prima da un
centro commerciale a Lui gradito.
Incredibile : ha rinunciato al trasporto,
per aver noi rifiutato la visita al market che ci suggeriva !!!!!
Pur spostandoci a piedi, troviamo comunque
alcuni templi interessantissimi ed arriviamo quasi in centro città.
Prima di arrenderci al caldo ed alla
stanchezza e dopo una buona litigata sulla direzione da seguire,
riprendiamo la strada del ritorno.
03/12
Giornata dedicata all'ozio in spiaggia a
Kata Noi Beach, bellissimo piccolo arenile dorato ( circa 1 Km ) con
acqua splendidamente trasparente, pulita e calda.
Qui pochi hotel ed alcune villette
arrampicate sulla collina, si contendono questa spiaggia in cui
ritorneremo più volte per la sua bellezza.
Troviamo sotto l'ombrellone a fianco due
italiani con cui chiacchieriamo fino a sera, quando riusciamo a
scattare bellissime immagini di un tramonto infuocato.
Torniamo da Martino per confermare la gita in
barca a Koh Phi Phi ed altre isole del golfo ed andare a cenare nel
gettonato e raccomandato ristorante italiano “Il tagliere d
Massimo” a Kata, dove mangiamo favolosi spaghetti con aragosta e
gamberoni ( piatti indimenticabili ).
04/12
L'auto ci aspetta di buon mattino e ci porta
fino all'imbarco presso Phuket Town, dove un motoscafo veloce simile
ad un cavallo impazzito a causa dell'onda monsonica non del tutto
acquietatasi, ci porta alla prima perla della giornata : Khai Nai,
una lunga spiaggia bianchissima contornata da palme.
L'immagine che si presenta ai nostri occhi è
assolutamente caraibica e mentre si sbarca per il pranzo, ci
accorgiamo degli incredibili colori dell'acqua cristallina in cui ci
tuffiamo per rinfrescarci.
Andarsene è un peccato, ma la prossima
fermata, Chicken Island, una piccola bellissima spiaggia protetta da
uno sperone roccioso non è da meno.
La devastazione dei fondali operata dallo
tsunami è arrivata anche qui e nonostante siano passati alcuni anni,
la vita sottomarina non è riuscita a riprendere il proprio ruolo :
rari i coralli e non molti i pesci di barriera.
E' comunque un luogo che incanta e fare il
bagno qui in un acqua verdissima e trasparente è rimasto nel mio
cuore.
La tappa successiva è Bamboo Island, una
spiaggia bianchissima con alle spalle una vegetazione lussureggiante
ed una mare di un azzurro intenso, profondo e con una vita marina
interessante già a ad un decina di metri dalla battigia.
Quando è ora di ripartire nessuno vorrebbe farlo, ma ci aspetta Phi Phi Don con la splendida spiaggia che divide
in due le baie di Loh Dalun e Ton Say, che vediamo da lontano
passando in fretta per andare a Monkey Bay, dove per mascherare il
ritardo accumulato, ci viene detto che le scimmie sono cattive e non
si può sbarcare.
La tappa successiva è Phi Phi Lae dove la
barca si infila tra due alte pareti rocciose a picco su un acqua
verde smeraldo e prosegue per la Viking Cave dove ancora si
raccolgono i famosi “nidi di rondine”.
Infine quanto di più incredibile : Maya Bay,
una lunga spiaggia addossata ad una alta parete a picco che protende
le proprie braccia per proteggerla dal mare.
Qui è stato girato il film “The beach”
e la location non poteva essere più appropriata.
Un bagno indimenticabile in un luogo unico
al mondo ed un ritorno improcrastinabile che ci regala ancora
immagini di un tramonto infuocato.
Una giornata da oltre 250 scatti, uno più
bello dell'altro.
5/12
Riprendiamo i mezzi pubblici per visitare il
Wat Chalong, bellissimo tempio buddista che ci ha tenuti impegnati
per diverse ore, riuscendone a scoprire tutti i punti interessanti
che mostrano quanta bellezza possiedano queste sacre costruzioni.
Da lontano compare la statua del Big Budda
alta 40 metri posta in cima ad una collina.
Rientriamo facendo tappa a Rawai dove ci
concediamo un'abbondante porzione di gambreroni ( 800 bath per kg =
20 euro ) cucinati dallo Sea Gipsy e dopo pranzo acquistiamo alcune
belle conchiglie che qui giacciono a migliaia sui banchi dei negozi.
Per smaltire le calorie superflue riusciamo
a far tappa a Nai Harn Beach e scattare alcune interessanti immagini
del Wat locale.
6/12
Proprio perché è arrivato il momento di
cominciare a pensare al rientro, oggi abbiamo deciso di noleggiare
un tuk-tuk che resterà a nostra disposizione per arrivare fino al Phromthep Cape, il capo più a Sud dell'Isola.
Contrattiamo il prezzo che fissiamo in 1.200
bath e iniziamo la corsa con un ciarliero autista, arrampicandoci
verso Kata-wiew-point da dove riusciamo a fare alcune buone fotografie, interrotti solo da una giovane intervistatrice che vuole
conoscere il nostro gradimento sulla Thai.
Proseguiamo passando sulle colline di Nai
Harn con visuali mozzafiato da Yanui Bay Wiew ed infine arriviamo
proprio al faro posto sul promontorio, da dove l'apparecchiatura di
segnalazione posta in uno strano edificio compie il proprio dovere
verso un mare fantastico.
Ritornando per la strada di Chalong,
chiediamo al nostro autista di fermarsi alla fattoria dove si
allevano ed istruiscono al lavoro gli elefanti e la sosta è
piacevolmente rallegrata dalle carezze ad un piccolo di non più di
un anno.
Passiamo le ultime ore a Kata Noi Beach, in
quella parte di spiaggia sotto la collina dove hanno trovato
collocazione i migliori alberghi.
Rientriamo e prima di fare le valigie ci
concediamo un 'ultima cena all'ottimo ristorante italiano di Kata.
7 -
8/12
Il solito taxi collettivo ci raccoglie in
mattinata e con molta calma ci trasporta in aeroporto da dove
partiremo alle 17 circa alla volta di Bangkok per arrivare a Milano
alle 7 del mattino del 8 Dicembre..
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