martedì 30 settembre 2014

Karpathos

KARPATHOS – L'isola del vento

Questa volta la prescelta è Karpathos, un'isola tra Creta e Rodi lunga circa 80 km. e con una larghezza massima di non più di 30 km.
Poiché i collegamenti aerei sono risultati essere assai difficoltosi, scarsi e molto cari, decidiamo di utilizzare Karambola, un Tour Operator che offre sistemazioni economiche, molte volte di buonissimo livello.
A catalogo scegliamo il Castelia Bay, hotel a meno di 10 km. dall'aeroporto e vicino alla spiaggia di Amoopi, che risulterà essere tra le più belle dell'isola.
Volo più soggiorno con colazione ( assicurazioni comprese ) costano meno di 1.000- euro in due e convinti che lì, a Settembre, potremo trovare gli ultimi scampoli di sole e di mare caldo, firmiamo il documento di accettazione, pronti a fare le valigie.
Qualche giorno prima della partenza ci avvertono che il volo da Verona NO5182 partirà alle 9.25 e non più alle 14.30, per cui necessita una levataccia alle 6.00 di mattina ; ci consoliamo pensando che avremo più tempo nel primo giorno per conoscere i dintorni e fare anche un primo bagno.

06 Settembre – Venerdì
In vista dell'aeroporto di Verona sbagliamo strada e stentiamo a trovare il parcheggio presso cui abbiamo prenotato la sosta, ma arriviamo puntuali per trovare una lunga fila davanti al desk del check-in.
Imbarchiamo in perfetto orario ed arriviamo a destinazione alle ore 13.00 dove, prima ci mandano ad aspettare un fantomatico taxi, poi ci imbarcano su un bus turistico che per questioni di ingombro          ( strada troppo stretta ) ci deve lasciare sulla strada principale, dove ci raccoglie un “forno” ad otto posti che ci porta a destinazione.
La prima impressione sul luogo è molto buona, ma non altrettanto quella circa il concierge che ci accoglie in canottiera, sudaticcio e stravolto dal caldo, come e più di noi.
Ci consegnano una camera al primo piano con una discreta vista mare, dopo aver pagato 20 euro per cassetta di sicurezza e “cordone ombelicale” per attivare il frigorifero, che ci terrà compagnia, fino alla partenza, con il suo ronfare, producendo ghiaccio in quantità industriale.
Dopo le prime foto alla spettacolare piccola baia sottostante, eccoci in cammino verso le spiagge di Amoopi, distanti circa 800 metri da fare sotto un caldo sole, percorrendo un delizioso sentiero a strapiombo lungo la scogliera e le spiagge.
I nostri occhi si riempiono delle immagini di un acqua trasparente e multicolore che invita al bagno, che rimandiamo al giorno dopo, accontentandoci di fare qualche piccolo acquisto e di individuare la taverna che ci ospiterà la sera a cena : la “CALYPSO”.
Tutto bene fino all'arrivo del pesce, quando Gis decide di riuscire a rovinarsi la serata e quello che si trova nel piatto. 
Il cameriere ci dimentica e restiamo invisibili fino alla richiesta del conto, piuttosto salato in rapporto allo standard.
Passeggiata al chiaro di luna sotto un cielo stellato, come non se ne vede più nelle nostre città, fino all'hotel e poi a nanna.

07 Settembre – Sabato
Ci svegliamo con obiettivo Pigadia.
Dopo una veloce e frugale colazione ( non per nostra volontà, ma per scelta obbligata ) saliamo a piedi per circa 800 mt. sino a raggiungere la strada principale e percorsi altri 300 metri ci ritroviamo a fianco del “Four season“ e di fronte all' ”Esperida” , entrambe taverne consigliate in località Amoopi.
Aspettiamo il passaggio del bus che si presenta con più di 15 minuti di ritardo, ma che ci conduce a destinazione per meno di tre euro.
Mentre stiamo ancora cercando di orientarci, finiamo dritti nell'agenzia di un noleggiatore che per 70 euro ci procura un quad per i due giorni successivi allo scopo di andar per spiagge.
Passiamo in rassegna il lungomare, il porto e le strade adiacenti facendo piccoli acquisti, scoprendo la bontà dello yogurt greco e quanto sia ingannevole, in quest'isola, la qualità della produzione di gelato all'italiana.
Le ore passano veloci ed è già sera quando ci troviamo seduti alla “Four season” per una buona cena, che ci fa scoprire salse delicate da gustare con pane fresco, una musaka deliziosa ed un polpo ai ferri divenuto coriaceo per il troppo calore.

08 Settembre – Domenica
Sono le 9 del mattino quando vengono a prendermi per la consegna del quad, che mi viene affidato, con prudenza, previo interrogatorio sulle mie qualità di pilota.
Partiamo puntando est, percorrendo la strada verso Pigadia e seguendo le indicazioni che ci portano alla prima delle spiagge di questo lato dell'isola : Achata, a circa 20 km.
Affrontiamo una strada ben asfaltata ma abbastanza stretta, tutta curve e con una notevole pendenza, tanto che Gis non smette mai di richiamare la mia attenzione alla guida quando alzo gli occhi per godere dei bellissimi panorami che si aprono sotto di noi.
Ci fermiamo presso una piccola bianca chiesetta per scattare alcune foto, pregustando Achata dall'alto e fare quattro chiacchiere con altri avventurieri che si sono spinti fin lì.
Achata è una piccola ( 200 mt. circa ) spiaggia di ciottoli stretta tra due alti promontori rocciosi che arrivano fino al mare, dove un torrentello invernale ha depositato il materiale che l'ha formata.
Il mare ha bellissimi invitanti colori blu, ma la strada ci chiama e superiamo in un balzo la distanza di circa 15 km. che ci separa da Agia Panagia, anche se la strada è ancora più ripida e difficoltosa.
Da lontano spicca la bianca chiesetta con cupola rossa posta sul lato destro della bella spiaggia e proprio ai suoi piedi, in un piccolo bar sotto un grande albero mentre gustiamo una fresca bibita, ci viene indicata la via che ci condurrà ad una delle spiagge più belle e selvagge che mi ricordi.
Dopo le foto di rito presso la chiesa, partiamo a piedi lungo un sentiero sulla costa, gustando panorami di un mare meraviglioso dai colori e dalle trasparenze caraibiche, arrivando in circa 30 minuti a Kato Lakos, una piccola spiaggia di rocce bianche e dal mare multicolore.
Mi lascio catturare dalla bellezza di quelle acque e seppur senza adeguati indumenti, incoraggiato nell'ardire dalla presenza di alcuni naturisti, mi fiondo in acqua per un bagno epocale.
Lascio quel luogo con un poco di rimpianto, sapendo che d'ora in poi tutto mi sembrerà meno bello.
A Kira Panagia. acquistiamo un poco di frutta che gustiamo prima di ripartire alla volta di Apela, affrontando altri 10 km. di altre strade tortuose e ripide, che faranno gridare di spavento Gis mentre passiamo in prossimità di una frana.
Con un poco di fortuna arriviamo con il quad proprio a pochi metri dalla spiaggia, nella parte attrezzata con ombrelloni, mentre dall'altra parte sostano le imbarcazioni che giornalmente portano i turisti.
Ci fermiamo presso una frana di grossi massi di granito e mentre Gis pratica la raccolta intensiva di sassolini, mi godo quel magnifico mare dai colori cangianti dal bianco della schiuma al verde ed al blu intenso dove l'acqua è più profonda.
Il tempo passa presto ed arriva il momento del ritorno quando, a sera, facciamo a ritroso la strada percorsa durante la giornata godendo degli ultimi raggi di sole.
A cena ci troviamo presso l“Esperida” una caratteristica taverna , dove il cibo ( a parer mio ) è meno curato delle altre visitate fino ad ora.

09 Settembre  – Lunedì
Ci svegliamo pronti ad affrontare la scoperta di nuove spiagge dell'isola.
Di buon mattino montiamo in sella al nostro quad dirigendoci a Sud verso l'aeroporto e già dopo pochi km. dalla strada principale scorgiamo in lontananza spiagge con mare blu intenso, sferzato da un vento che soffia con veemenza e che ci infastidirà tutto il giorno alzando particelle di sabbia.
Scorgiamo l'indicazione dell'Hotel Poseidon e ricordando la segnalazione di una spiaggia in quella direzione arriviamo su un litorale sassoso, brullo, desolato ed in completo abbandono che lasciamo immediatamente preferendo la vista che si scorge da dietro una minuscola chiesetta.
Seguendo una strada sterrata arriviamo ad una graziosa spiaggetta indicata dal nome della taverna sorta in quel posto, ma dopo una veloce occhiata, ripartiamo.
Continuando sulla strada principale scorgiamo in mare un nugolo di surf, che approfittando del vento teso e del riparo della profonda baia circolare posta a ridosso dell'aeroporto, eseguono le loro rapide corse su uno specchio d'acqua di uno spettacolare azzurro intenso interrotto solo dalle scie delle tavole dalle variopinte vele.
Percorriamo tutta la strada intorno all'aeroporto e poi, per la strada sterrata che corre lungo la spiaggia tra Kastelo ed Akrotiri, troviamo, scolpita nella costa in cui il mare ha scavato piccole grotte, una spiaggetta di sabbia dorata mista a frammenti di conchiglie.
Scendiamo al mare lungo un torrente in secca ed affascinati dal luogo ci fermiamo a fare il bagno, notando che la parte superiore della falesia è costituita di uno strato di conchiglie fossili e che altre minuscole conchiglie di 3 o 4 millimetri sono parte della sabbia.
Successivamente la spiaggia ci verrà indicata con il nome di Michaliou Kiros.
Ci spingiamo verso Akrotiri costeggiando il litorale e superata l'ennesima spiaggetta occupata da surfisti, abbandoniamo il quad proseguendo a piedi lungo il ciglio dell'alta falesia da cui si gode un magnifico panorama.
Arriviamo alla chiesetta di Agios Theodoros, posta sull'omonimo sperone roccioso, non sapendo che sulla spiaggia sottostante sarebbe stato possibile utilizzare l'argilla che l'acqua inumidisce alla base delle rocce, quasi fosse fango termale.
Dopo aver gettato da lontano uno sguardo sulla baia di Diakoptis, ritorniamo in albergo per una doccia e per consumare in albergo la cena che, contrariamente a quanto si poteva immaginare, è risultata piacevole, con piatti tutt'altro che disprezzabili.


10 Settembre  – Martedì
Giornata di dolce far niente in spiaggia.
Rimpiango di non aver trattenuto per un giorno ancora il quad perchè dovremo rinunciare a tutte le spiagge di Arkasa, Lefkos, Agia Irini, Vrikous, etc. alcune delle quali raggiungibili quasi esclusivamente per mare, anche se le spiagge di Amoopi non sono da meno.
Affittiamo un ombrellone con due lettini al prezzo di 6 euro e godiamo dello spettacolo della “spiaggia grande” e delle acque antistanti che ci sorprendono cambiando colore mentre il sole si alza e poi cala all'orizzonte.
Un bagno, una visita alla “spiaggia piccola”, un altro bagno, sole e quiete : qui nessuno grida, pochi provano a disturbare con i giochi da spiaggia ed all'ora giusta gustiamo un poco di frutta per allontanare la fame in attesa del prossimo ingresso in acqua.
Questa è vita!!!!!!!!
Cena ancora da “Esperida”.

11 Settembre – Mercoledì
Ci alziamo in un alba magnifica ed a piedi andiamo ad aspettare il bus che ci porterà al porto di Pigadia dove ci imbarcheremo per Diafani e da lì proseguiremo per Olimbos, piccola cittadina arroccata su monte Profitis Illias quasi all'estremità dell'isola.
Il mare è calmo ed anche se il vento spinge qualche secchiata d'acqua dentro il battello, il viaggio lungo la brulla costa prosegue velocemente fino a Diafani, dove ad aspettarci troviamo un altro bus che ci trasporta per gli 8 km. che ci separano dalla nostra meta.
Da lontano Olimbos assomiglia ad un paesino del presepio ed all'arrivo si scopre che le case sono state costruite a cavallo di una cresta a strapiombo sul mare, allo scopo di avere il vento necessario ad azionare i mulini per macinare granaglie.
Oggi ne restano solo un paio ancora ben conservati ed uno di questi è usato dalla taverna “Milos”
Qui, miseria ed assenza di lavoro, mancanza di strade ( si arrivava con un sentiero dal porto di Diafani ) hanno costretto gli abitanti ad un forzato isolamento durato fino a 15 anni or sono, che ha conservato a lungo abitudini e costumi di un epoca passata.
Di quei tempi resta una bellissima chiesetta affrescata ed adornata con cura, ma seriamente danneggiata da un incendio.
Oggi il turismo ha portato soldi ed una strada adatta al passaggio degli automezzi, ma ha cancellato secoli di storia : bello il paese ed i panorami che si godono dai ristorantini, ma tutto è funzionale alla “mungitura” del turista.
Si ritorna a Diafani ed in attesa del viaggio di ritorno ci scappa un bagno su una spiaggia sassosa dall'acqua verde smeraldo.
Per stanchezza ci fermiamo a mangiare l'ottima musaka del nostro hotel.

12 Settembre  – Giovedì
Ultimo giorno con sorpresa : in bacheca ci annunciano che il volo partirà non più al mattino, ma al pomeriggio.
Subito ci arrabbiamo poi pensiamo che, in fondo, avremo quasi un altro giorno in più da passare su queste meravigliose spiagge e per ribadire il concetto andiamo ad affittare il solito ombrellone in riva al mare.
Un bagno tira l'altro e si arriva a sera.
Ritorniamo al “Four Season” per una cena di riparazione causa un polpo troppo cotto e l'esame viene superato in modo eccellente.

13 Settembre – Venerdì
Invece di partire ce ne andiamo in spiaggia a godere di un mare meraviglioso e di un tempo splendido : negli ultimi due giorni la temperatura ha raggiunto i 35 gradi senza mai una nuvola all'orizzonte.
Alle due, doccia in spiaggia e poi in albergo a pagare 26 euro per le due cene consumate in hotel, con il dubbio che abbia dimenticato qualcosa perché il prezzo ci sembra troppo basso.
Ci vengono a prendere con un taxi che ci lascia in aeroporto, dove una lunga fila di partenti viene smaltita ed imbarcata.
Dopo un breve scalo a Roma arriviamo a Verona all'una di notte senza nessun problema e con una veloce corsa verso casa concludiamo una vacanza meravigliosa in luoghi eccezionalmente belli.

   Il costo complessivo è stato di circa 1,550 euro in due.























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