…... e
non sapendo come passare il tempo, abbiamo puntato il dito sul
mappamondo e deciso che saremmo arrivati fino a :
KOH TAO,
praticamente uno scoglio perso in mezzo al mare della Thailandia, ma paradiso per sub.
praticamente uno scoglio perso in mezzo al mare della Thailandia, ma paradiso per sub.
L'avventura inizia l'11 Marzo con l'avvicinamento a Malpensa, da dove saremmo partiti il giorno successivo.
Per evitare levatacce
abbiamo deciso di soggiornare in albergo ad Oleggio ( 10 Km.
dall'aeroporto ), senza fare i conti con il mio navigatore che, ormai
non più aggiornato, dopo averci fatto fare almeno 30 km. di giri a
vuoto, alle 20 ci ha fatto la grazia, conducendoci finalmente a
destinazione.
Pizza in un
ristorante cinese ( !!!!) e poi a dormire fino all'indomani, quando
per trovare il parcheggio dove avremmo dovuto lasciare l'auto,
abbiamo avuto maggiori difficoltà del giorno
precedente.
Per questo ci siano
presentati tardi al check-in , con la conseguenza di non trovare più
posto nelle sedute laterali dell'aereo ed essere costretti alla quasi totale immobilità per tutto il viaggio.
Il primo salto tra
Milano e Dubai è durato circa 6 ore di volo tranquillo, interrotto
solo dai sorrisi delle hostess della Emirate.
Siamo ripartiti alle
21.55 ed atterrati a Bangkok alle 06.50, in tempo per iniziare
l'affannosa corsa per salire sull'aereo diretto a Samui in partenza
alle 8.15 e che, bontà sua, si trovava dall'altra parte
dell'aeroporto.
Non avevamo calcolato
l'ampiezza di quell'aeroporto e nemmeno i circa 2 km. tra gli arrivi
internazionali e le partenze dei voli interni e tanto meno le facce
attonite di gente che non sapeva, non capiva o non poteva darci le
informazioni per fare presto.
In breve, grazie
anche alle lungaggini dell'ufficio immigrazione, siamo arrivati che
stavano facendo l'ultima chiamata, due minuti prima che chiudessero
il gate.
Appena preso posto sull'aereo, sudati, stanchi e
stravolti, ci siamo guardati in faccia per farci una risata dopo la
tensione accumulata.
A Samui siamo
arrivati alle 9.30 ed in un caldo infernale, con umidità oltre il
90% , aspettiamo un mini-bus senza aria condizionata che, con comodo,
ci trasporta al pontile di imbarco del traghetto per Koh Tao.
Nemmeno a farlo
apposta, c'era un mare agitatissimo, così che solo alle 13 ci siamo
imbarcati, ma solo dopo le 14 la barca ha lasciato il porto.
Per oltre due ore la
maggior parte dei passeggeri ha dovuto arginare gli effetti
spiacevoli del mal di mare e più di uno, dopo lo sbarco, ha
ringraziato il suo Dio.
Ad aspettarci al
porto di Koh Tao c'era una banda di personaggi locali che, senza
troppi complimenti, ci hanno caricati su un furgone e portati a
destinazione : al Charm Churee Villa, un albergo in mezzo alla
foresta tropicale, che promette una sistemazione non lussuosa, ma a
stretto contatto con la natura, dove scopriremo un buon ristorante ed
un ben attrezzato diving.
Ottima la vista sulla
baia, sopra tutto dalla magnifica terrazza sul mare dove, al mattino,
si fa colazione più con gli occhi sul panorama, che non con la tantissima
frutta messa in tavola.
Il caldo, da metà
giornata fino a sera, era opprimente, sopra tutto per chi sino a due
giorni prima indossava il maglione.
Di notte l'aria
condizionata funzionava a meraviglia, salvo essere perfettamente
indirizzata verso i letti, che come contromisura erano dotati di
trapuntino; spento il condizionatore e tolto il trapuntino è
iniziata la lotta contro i moschitos, che puntualmente hanno sempre
affilato le loro armi dalle 18 per arrendersi a notte fonda.
Alle sei del mattino
iniziava il concerto delle cicale, che, dal rumore infernale che
saliva fino a noi, parevano avere le dimensioni di un pollo.
Per andare al diving,
al ristorante od in paese si seguiva un sentiero sterrato tra alberi
e cespugli dai fiori sconosciuti ed in certi punti il profumo era
così forte che ci si fermava volentieri ad annusare.
In hotel ho trovato
personale gentile e disponibile, anche se in più occasioni la camera
non è stata rifatta ed il servizio di pulizia, in certi giorni, è stato piuttosto
approssimativo.
Quasi nessuno capiva
l'inglese ed anche ad una risposta affermativa, difficilmente seguiva
un'azione coerente.
Simpaticissimi i
gestori del diving : tedeschi!!!!
Il profumo ed il
sapore delle banane ci ha invitato a finire ogni pasto serale con una
grande, buonissima “banana split” nelle più diverse
interpretazioni.
Ho trovato una
Thailandia a tre velocità : quella della grande e caotica città,
quella dei luoghi turistici che non hanno rispettato la natura e
quella dove la natura ha ancora il sopravvento sulle opere dell'uomo.
A Koh Tao la civiltà
è sbarcata da una quindicina d'anni e non ci sono ancora gravi danni
alle sue spiagge, alla foresta ed all'essenza del luogo, anche se un'ininterrotta fila di alberghi costeggia la sua spiaggia più bella,
la Sairee.
Qui ci sono ancora
posti dove la natura è intatta e l'uomo forse non riuscirà a
distruggerla, anche se mucchi di plastica e rifiuti “civili” sono
già sparsi qua e la, in prossimità di bar e ristoranti.
Esistono sull'isola
due realtà : quella dei ricchi turisti e quella di chi desidera
essere rispettoso del luogo per assaporarne il gusto della
provvisorietà e dell'avventura: per i primi, alberghi a 5 stelle in
perfetto stile europeo con marmi e specchi, per gli altri legno e
bamboo ad indicare una vita più tranquilla e semplice.
Mentre scrutavo il
mare per vedere arrivare il vento, ho goduto di albe e tramonti
bellissimi, stando affacciato al nostro terrazzo proteso sulla
lussureggiante vegetazione della collina.
Di notte, durante i
frequenti acquazzoni, il rumore della pioggia ci ha tenuto compagnia
e di giorno la musica delle cicale, che non smettono mai di frinire,
ci ha fatto dimenticare il rumore molesto delle nostre città.
Un'isola fatta di
suoni, compresi quelli umani provenienti da una vicina discoteca aperta fin quasi all'alba.
L'unico essere che non
si è mai dato pena di quello che succedeva intorno era uno
scoiattolo, che puntualmente ci visitava in cerca di qualcosa di cui
cibarsi : frugava tra le coperture di foglie di palma e poi spariva.
Il centro abitato è
formato da un agglomerato di un centinaio di esercizi commerciali,
tutti con la stessa merce destinata a bidonare il turista.
Dopo un acquazzone
diurno, con il fango che riempiva la via, ho riflettuto sull'usanza
di lasciare le scarpe sulla soglia del negozio......
Ho visto sempre gente
sorridente, che ringraziava anche quando l'interesse era solo formale
e mi ha fatto pena una giovane donna che, unendo le mani al petto, si
è inchinata mentre stavamo lasciando il suo negozio a mani vuote
Ho provato a fare le
mie solite camminate solitarie alla ricerca di qualcosa che nessuno
vuol più apprezzare, ma il buio, il caldo soffocante ed i moschitos
hanno limitato i miei passi, anche se ho potuto apprezzare molto di
quest'isola.
Il tempo meteorologico
è stato causa di qualche problema ed anche se, nonostante la pioggia
notturna, la temperatura è stata fin troppo alta, l'acqua era una
meraviglia.
Ho fatto immersioni di
oltre un ora, con muta leggera, senza mai avere sensazioni di freddo,
ma se in tal senso tutto è andato bene, non posso che lamentarmi
della scarsa visibilità in mare.
Sarà stata colpa del
periodo, delle piogge o di altra causa sconosciuta, ma la visibilità
non ha mai superato i 5 – 6 metri, perché il fitoplancton presente
in quantità industriali rende l'acqua di un colore verdastro che si
riflette in ogni foto e limita l'impiego delle attrezzature.
L'inconveniente è
controbilanciato dalla presenza di moltissime specie ittiche e da un'infinita quantità di coralli.
Nelle 7 immersioni
effettuate ho scattato circa 200 foto, ma poche nitide e solo una
ventina buone.
Ho trovato dei
dive-master veramente bravi e simpatici, che hanno condotto
immersioni piacevoli, indicandoci sempre quali specie avremmo potuto
osservare, restando entro la profondità di circa 20 metri, che è lo
standard in acque tropicali.
Un'altra piacevole
sorpresa è venuta dal cibo : pesce, crostacei e molluschi sempre presenti con grandi quantità di riso e verdure appena
scottate e le salse più diverse, ora più, ora meno piccanti, hanno
sfamato meravigliosamente due poveri stanchi subacquei.
Anche se abbiamo
subito disertato i locali che proponevano la seduta a terra con
gambe incrociate ( per la scomodità ), ne abbiamo trovato altri
dove, per meno di 10 euro a testa, si è cenato divinamente.
Il mio compagno, in un
evidente momento di follia, ha avuto il coraggio di ordinare una
PIZZA, che a onor del vero, è risultata essere all'altezza di quelle
che si trovano in molti locali italiani.
Non ho condiviso questa
scelta preferendo accondiscendere alla mia personale curiosità verso
ciò che non è abituale.
Purtroppo, con un
giorno di anticipo, è arrivato il momento di lasciare Koh Tao e con
un poco stabile catamarano, strapieno di persone e cose, abbiamo
affrontato un mare ancora molto mosso per trasferirci a Samui,
cercando di prevenire l'eventuale sospensione delle corse tra le due
isole a causa di tempesta, come era già avvenuto il giorno
prima, con la certezza di perdere l'aereo del rientro.
Avevo letto che in
Marzo la frequenza delle precipitazioni non supera i 4/5 giorni al
mese, ma ovviamente, la pratica ha smentito la teoria.
Da una coppia di
italiani con cui abbiamo scambiato qualche parola, ho saputo che la
settimana prima aveva fatto bello un sol giorno e mi sono sentito
privilegiato a sottostare a solo due giorni di pioggia e vento,
purtroppo caduti a ridosso della partenza.
Questo fatto ci ha
consigliato di lasciare Koh Tao con un giorno di anticipo, perché il
servizio di traghetti con Samui era stato sospeso per oltre 24 ore e
non c'era certezza della ripresa od di una nuova sospensione.
Chi ha cercato di
acquistare un biglietto la mattina di Sabato 19 è rimasto ad
aspettare inutilmente sul pontile di imbarco, perché già da
venerdì i posti erano tutti esauriti.
Devo ringraziare il
mio sesto senso e la paura di non riuscire a prendere il volo per
Bangkok che mi hanno spinto a prenotare il traghetto con un giorno di
anticipo.
Mi spiego meglio :
- la partenza del traghetto per Samui è alle 9.30 con arrivo previsto per le 11.00, ma la puntualità, da queste parti è solo teorica, perché ci è stato confermato che non si arriva mai prima delle 11.30, ( verificato personalmente l'arrivo a 11,50 )
- tra il punto di imbarco e l'aeroporto occorrono circa 25/30 minuti con un taxi guidato da un kamikaze,
- l'aereo parte alle 12, 45 e normalmente il check-in è possibile solo fino alle 12.00,…...ergo, basta un piccolo disguido e l'aereo parte irrimediabilmente lasciando a terre i più sfortunati.
Fu così che abbiamo
avuto la possibilità di dare uno sfuggevole sguardo a Samui.
Koh Samui
Abbiamo lasciato Koh
Tao poco prima delle 10 del mattino e siamo sbarcati a Koh Samui poco
prima di mezzogiorno.
Per 12 euro, con una
corsa infernale durata 25 minuti, in un traffico impazzito di taxi
veri e falsi e di mezzi quasi impensabili nelle nostre città, ci
siamo fatti portare nei pressi della CHAWENG BEACH, la spiaggia più
bella e la più vicina all'aeroporto.
L'autista ci ha
lasciato ad un quadrivio incasinatissimo , in un caldo insopportabile
e con l'ansia di farci comprendere, ma qualche volta la fortuna aiuta
gli audaci ed alzando gli occhi vediamo l'insegna di un locale di
chiara estrazione italiana.
Siamo entrati e
mentre Angelo faceva gli occhi dolci ad una pizza ( io ho
mangiato un fantastico risotto al curry e gamberi ) , ci hanno consigliato un resort che stava proprio dall'altro lato della strada.
Sicuramente il resort
doveva aver subito l'attacco di qualche forza ostile, ma le lenzuola
erano pulite e c'era il vantaggio di essere a meno di 30 metri dal
mare, per cui, dopo aver agguantato un telo da bagno, ci siamo
buttati in acqua.
Con la temperatura
corporea decisamente più bassa siamo riusciti a percorrere un buon
tratto dei quattro km. di una spiaggia piena di gente, di ristoranti,
di alberghi.
Alcuni venditori
ambulanti, chini sulle loro attrezzature, cuocevano pesce o salcicce
su una piccola graticola a carbone, altri arrostivano pannocchie di
mais e sbucciavano mango ed ananas, su cui tracciavano un solco
elicoidale togliendo la parte non commestibile.
A pomeriggio
inoltrato, agguantato un taxi giallo e rosso, ci siamo fatti portare
al tempio del BIG BUDDA, il cui tetto dorato spunta ben visibile su
una collinetta nei pressi dell'aeroporto, il più piccolo, il più
fiorito e carino che abbia mai visto.
Bangkok
Siamo arrivati al
terminal per voli domestici alle 14,30 e per ammazzare il tempo
abbiamo preso un taxi che ci ha portato fino a Bangkok, solo per
accorgerci che la città è troppo grande e caotica per chi ha poco
tempo come noi.
Percorrendo
l'autostrada (un ora di percorso ) non è possibile vedere alcunché di interessante, se
non quando ci si avvicina al centro urbano, dove i grattacieli si
sfidano a vicenda facendo a gara mentre cercano di soffocare modeste
baracche e qualche tempio di second'ordine.
Ritornati in aeroporto
abbiamo speso il rimanente tempo a disposizione esplorando l'immenso
contenitore del duty free lungo circa 4 km. ed anche se
gli articoli in vendita si ripetevano di negozio in negozio, è
difficile resistere alla tentazione di dare una sbirciatina ad
apparecchi fotografici, orologi, telefoni e altri apparecchi
elettronici.
Alle 20.00 siamo
partiti per Abu Dhabi dove siamo atterrati alle 24.00 ( + 3 h per
fuso )
Alle 2,25 l'ultimo
salto verso Milano, dove siamo arrivati alle 6.30 ( + 3h per fuso )
Stanco per non aver
riposato decentemente da almeno 24 ore, una volta raggiunto il letto,
mi sono svegliato la mattina dopo subendo le dure conseguenze del salto di fuso orario.
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