KARPATHOS – L'isola del vento
Questa volta la
prescelta è Karpathos, un'isola tra Creta e Rodi lunga circa 80 km.
e con una larghezza massima di non più di 30 km.
Poiché i collegamenti
aerei sono risultati essere assai difficoltosi, scarsi e molto cari,
decidiamo di utilizzare Karambola, un Tour Operator che offre
sistemazioni economiche, molte volte di buonissimo livello.
A catalogo scegliamo
il Castelia Bay, hotel a meno di 10 km. dall'aeroporto e vicino alla
spiaggia di Amoopi, che risulterà essere tra le più belle
dell'isola.
Volo più soggiorno
con colazione ( assicurazioni comprese ) costano meno di 1.000- euro
in due e convinti che lì, a Settembre, potremo trovare gli ultimi
scampoli di sole e di mare caldo, firmiamo il documento di
accettazione, pronti a fare le valigie.
Qualche giorno prima
della partenza ci avvertono che il volo da Verona NO5182 partirà
alle 9.25 e non più alle 14.30, per cui necessita una levataccia
alle 6.00 di mattina ; ci consoliamo pensando che avremo più tempo
nel primo giorno per conoscere i dintorni e fare anche un primo
bagno.
06 Settembre –
Venerdì
In vista
dell'aeroporto di Verona sbagliamo strada e stentiamo a trovare il
parcheggio presso cui abbiamo prenotato la sosta, ma arriviamo
puntuali per trovare una lunga fila davanti al desk del check-in.
Imbarchiamo in
perfetto orario ed arriviamo a destinazione alle ore 13.00 dove,
prima ci mandano ad aspettare un fantomatico taxi, poi ci imbarcano
su un bus turistico che per questioni di ingombro ( strada troppo
stretta ) ci deve lasciare sulla strada principale, dove ci raccoglie
un “forno” ad otto posti che ci porta a destinazione.
La prima impressione
sul luogo è molto buona, ma non altrettanto quella circa il
concierge che ci accoglie in canottiera, sudaticcio e stravolto dal
caldo, come e più di noi.
Ci consegnano una
camera al primo piano con una discreta vista mare, dopo aver pagato
20 euro per cassetta di sicurezza e “cordone ombelicale” per
attivare il frigorifero, che ci terrà compagnia, fino alla partenza,
con il suo ronfare, producendo ghiaccio in quantità industriale.
Dopo le prime foto
alla spettacolare piccola baia sottostante, eccoci in cammino verso
le spiagge di Amoopi, distanti circa 800 metri da fare sotto un caldo
sole, percorrendo un delizioso sentiero a strapiombo lungo la scogliera e le
spiagge.
I nostri occhi si
riempiono delle immagini di un acqua trasparente e multicolore che
invita al bagno, che rimandiamo al giorno dopo, accontentandoci di
fare qualche piccolo acquisto e di individuare la taverna che ci
ospiterà la sera a cena : la “CALYPSO”.
Tutto bene fino
all'arrivo del pesce, quando Gis decide di riuscire a rovinarsi la serata e quello che si trova nel piatto.
Il cameriere ci dimentica e restiamo invisibili fino alla richiesta del conto, piuttosto salato in rapporto allo standard.
Il cameriere ci dimentica e restiamo invisibili fino alla richiesta del conto, piuttosto salato in rapporto allo standard.
Passeggiata al chiaro
di luna sotto un cielo stellato, come non se ne vede più nelle nostre città, fino
all'hotel e poi a nanna.
07 Settembre –
Sabato
Ci svegliamo con obiettivo Pigadia.
Dopo una veloce e frugale colazione ( non per nostra volontà, ma
per scelta obbligata ) saliamo a piedi per circa 800 mt. sino a
raggiungere la strada principale e percorsi altri 300 metri ci
ritroviamo a fianco del “Four season“ e di fronte all' ”Esperida”
, entrambe taverne consigliate in località Amoopi.
Aspettiamo il passaggio del bus che si presenta con più di 15
minuti di ritardo, ma che ci conduce a destinazione per meno di tre
euro.
Mentre stiamo ancora cercando di orientarci, finiamo dritti
nell'agenzia di un noleggiatore che per 70 euro ci procura un quad
per i due giorni successivi allo scopo di andar per spiagge.
Passiamo in rassegna il
lungomare, il porto e le strade adiacenti facendo piccoli acquisti,
scoprendo la bontà dello yogurt greco e quanto sia ingannevole, in
quest'isola, la qualità della produzione di gelato all'italiana.
Le ore passano veloci ed è già sera quando ci troviamo seduti
alla “Four season” per una buona cena, che ci fa scoprire salse
delicate da gustare con pane fresco, una musaka deliziosa ed un
polpo ai ferri divenuto coriaceo per il troppo calore.
08 Settembre –
Domenica
Sono le 9 del mattino quando vengono a prendermi per la consegna
del quad, che mi viene affidato, con prudenza, previo interrogatorio
sulle mie qualità di pilota.
Partiamo puntando est, percorrendo la strada verso Pigadia e
seguendo le indicazioni che ci portano alla prima delle spiagge di
questo lato dell'isola : Achata, a circa 20 km.
Affrontiamo una strada ben asfaltata ma abbastanza stretta, tutta
curve e con una notevole pendenza, tanto che Gis non smette mai di
richiamare la mia attenzione alla guida quando alzo gli occhi per
godere dei bellissimi panorami che si aprono sotto di noi.
Ci fermiamo presso una piccola bianca chiesetta per scattare
alcune foto, pregustando Achata dall'alto e fare quattro chiacchiere
con altri avventurieri che si sono spinti fin lì.
Achata è una piccola ( 200 mt. circa ) spiaggia di ciottoli
stretta tra due alti promontori rocciosi che arrivano fino al mare,
dove un torrentello invernale ha depositato il materiale che l'ha
formata.
Il mare ha bellissimi invitanti colori blu, ma la strada ci chiama
e superiamo in un balzo la distanza di circa 15 km. che ci separa da
Agia Panagia, anche se la strada è ancora più ripida e
difficoltosa.
Da lontano spicca la bianca chiesetta con cupola rossa posta sul
lato destro della bella spiaggia e proprio ai suoi piedi, in un
piccolo bar sotto un grande albero mentre gustiamo una fresca bibita,
ci viene indicata la via che ci condurrà ad una delle spiagge più
belle e selvagge che mi ricordi.
Dopo le foto di rito presso la chiesa, partiamo a piedi lungo un
sentiero sulla costa, gustando panorami di un mare meraviglioso dai
colori e dalle trasparenze caraibiche, arrivando in circa 30 minuti a
Kato Lakos, una piccola spiaggia di rocce bianche e dal mare
multicolore.
Mi lascio catturare dalla bellezza di quelle acque e seppur senza
adeguati indumenti, incoraggiato nell'ardire dalla presenza di alcuni
naturisti, mi fiondo in acqua per un bagno epocale.
Lascio quel luogo con un poco di rimpianto, sapendo che d'ora in
poi tutto mi sembrerà meno bello.
A Kira Panagia. acquistiamo un poco di frutta che gustiamo prima
di ripartire alla volta di Apela, affrontando altri 10 km. di altre
strade tortuose e ripide, che faranno gridare di spavento Gis mentre
passiamo in prossimità di una frana.
Con un poco di fortuna arriviamo con il quad proprio a pochi metri
dalla spiaggia, nella parte attrezzata con ombrelloni, mentre
dall'altra parte sostano le imbarcazioni che giornalmente portano i
turisti.
Ci fermiamo presso una frana di grossi massi di granito e mentre
Gis pratica la raccolta intensiva di sassolini, mi godo quel
magnifico mare dai colori cangianti dal bianco della schiuma al verde
ed al blu intenso dove l'acqua è più profonda.
Il tempo passa presto ed arriva il momento del ritorno quando, a
sera, facciamo a ritroso la strada percorsa durante la giornata
godendo degli ultimi raggi di sole.
A cena ci troviamo presso l“Esperida” una caratteristica
taverna , dove il cibo ( a parer mio ) è meno curato delle altre
visitate fino ad ora.
09 Settembre – Lunedì
Ci svegliamo pronti ad affrontare la scoperta di nuove spiagge
dell'isola.
Di buon mattino montiamo in sella al nostro quad dirigendoci a Sud
verso l'aeroporto e già dopo pochi km. dalla strada principale
scorgiamo in lontananza spiagge con mare blu intenso, sferzato da un
vento che soffia con veemenza e che ci infastidirà tutto il giorno
alzando particelle di sabbia.
Scorgiamo l'indicazione dell'Hotel Poseidon e ricordando la
segnalazione di una spiaggia in quella direzione arriviamo su un
litorale sassoso, brullo, desolato ed in completo abbandono che
lasciamo immediatamente preferendo la vista che si scorge da dietro
una minuscola chiesetta.
Seguendo una strada sterrata arriviamo ad una graziosa spiaggetta
indicata dal nome della taverna sorta in quel posto, ma dopo una
veloce occhiata, ripartiamo.
Continuando sulla strada principale scorgiamo in mare un nugolo di
surf, che approfittando del vento teso e del riparo della profonda
baia circolare posta a ridosso dell'aeroporto, eseguono le loro
rapide corse su uno specchio d'acqua di uno spettacolare azzurro
intenso interrotto solo dalle scie delle tavole dalle variopinte
vele.
Percorriamo tutta la strada intorno all'aeroporto e poi, per la
strada sterrata che corre lungo la spiaggia tra Kastelo ed Akrotiri,
troviamo, scolpita nella costa in cui il mare ha scavato piccole
grotte, una spiaggetta di sabbia dorata mista a frammenti di
conchiglie.
Scendiamo al mare lungo un torrente in secca ed affascinati dal
luogo ci fermiamo a fare il bagno, notando che la parte superiore
della falesia è costituita di uno strato di conchiglie fossili e che
altre minuscole conchiglie di 3 o 4 millimetri sono parte della
sabbia.
Successivamente la spiaggia ci verrà indicata con il nome di
Michaliou Kiros.
Ci spingiamo verso Akrotiri costeggiando il litorale e superata
l'ennesima spiaggetta occupata da surfisti, abbandoniamo il quad
proseguendo a piedi lungo il ciglio dell'alta falesia da cui si gode
un magnifico panorama.
Arriviamo alla chiesetta di Agios Theodoros, posta sull'omonimo
sperone roccioso, non sapendo che sulla spiaggia sottostante sarebbe
stato possibile utilizzare l'argilla che l'acqua inumidisce alla
base delle rocce, quasi fosse fango termale.
Dopo aver gettato da lontano uno sguardo sulla baia di Diakoptis,
ritorniamo in albergo per una doccia e per consumare in albergo la
cena che, contrariamente a quanto si poteva immaginare, è risultata
piacevole, con piatti tutt'altro che disprezzabili.
10 Settembre –
Martedì
Giornata di dolce far niente in spiaggia.
Rimpiango di non aver trattenuto per un giorno ancora il quad
perchè dovremo rinunciare a tutte le spiagge di Arkasa, Lefkos, Agia
Irini, Vrikous, etc. alcune delle quali raggiungibili quasi
esclusivamente per mare, anche se le spiagge di Amoopi non sono da
meno.
Affittiamo un ombrellone con due lettini al prezzo di 6 euro e
godiamo dello spettacolo della “spiaggia grande” e delle acque
antistanti che ci sorprendono cambiando colore mentre il sole si alza
e poi cala all'orizzonte.
Un bagno, una visita alla “spiaggia piccola”, un altro bagno,
sole e quiete : qui nessuno grida, pochi provano a disturbare con i
giochi da spiaggia ed all'ora giusta gustiamo un poco di frutta per
allontanare la fame in attesa del prossimo ingresso in acqua.
Questa è vita!!!!!!!!
Cena ancora da “Esperida”.
11 Settembre –
Mercoledì
Ci alziamo in un alba magnifica ed a piedi andiamo ad aspettare il
bus che ci porterà al porto di Pigadia dove ci imbarcheremo per
Diafani e da lì proseguiremo per Olimbos, piccola cittadina
arroccata su monte Profitis Illias quasi all'estremità dell'isola.
Il mare è calmo ed anche se il vento spinge qualche secchiata
d'acqua dentro il battello, il viaggio lungo la brulla costa prosegue
velocemente fino a Diafani, dove ad aspettarci troviamo un altro bus
che ci trasporta per gli 8 km. che ci separano dalla nostra meta.
Da lontano Olimbos assomiglia ad un paesino del presepio ed
all'arrivo si scopre che le case sono state costruite a cavallo di
una cresta a strapiombo sul mare, allo scopo di avere il vento
necessario ad azionare i mulini per macinare granaglie.
Oggi ne restano solo un paio ancora ben conservati ed uno di
questi è usato dalla taverna “Milos”
Qui, miseria ed assenza di lavoro, mancanza di strade ( si arrivava
con un sentiero dal porto di Diafani ) hanno costretto gli abitanti
ad un forzato isolamento durato fino a 15 anni or sono, che ha
conservato a lungo abitudini e costumi di un epoca passata.
Di quei tempi resta una bellissima chiesetta affrescata ed
adornata con cura, ma seriamente danneggiata da un incendio.
Oggi il turismo ha portato soldi ed una strada adatta al passaggio
degli automezzi, ma ha cancellato secoli di storia : bello il paese
ed i panorami che si godono dai ristorantini, ma tutto è funzionale
alla “mungitura” del turista.
Si ritorna a Diafani ed in attesa del viaggio di ritorno ci scappa
un bagno su una spiaggia sassosa dall'acqua verde smeraldo.
Per stanchezza ci fermiamo a mangiare l'ottima musaka del nostro
hotel.
12 Settembre –
Giovedì
Ultimo giorno con sorpresa : in bacheca ci annunciano che il volo
partirà non più al mattino, ma al pomeriggio.
Subito ci arrabbiamo poi pensiamo che, in fondo, avremo quasi un
altro giorno in più da passare su queste meravigliose spiagge e per
ribadire il concetto andiamo ad affittare il solito ombrellone in
riva al mare.
Un bagno tira l'altro e si arriva a sera.
Ritorniamo al “Four Season” per una cena di riparazione causa
un polpo troppo cotto e l'esame viene superato in modo eccellente.
13 Settembre –
Venerdì
Invece di partire ce ne andiamo in spiaggia a godere di un mare
meraviglioso e di un tempo splendido : negli ultimi due giorni la
temperatura ha raggiunto i 35 gradi senza mai una nuvola
all'orizzonte.
Alle due, doccia in spiaggia e poi in albergo a pagare 26 euro per
le due cene consumate in hotel, con il dubbio che abbia dimenticato
qualcosa perché il prezzo ci sembra troppo basso.
Ci vengono a prendere con un taxi che ci lascia in aeroporto, dove
una lunga fila di partenti viene smaltita ed imbarcata.
Dopo un breve scalo a Roma arriviamo a Verona all'una di notte
senza nessun problema e con una veloce corsa verso casa
concludiamo una vacanza meravigliosa in luoghi eccezionalmente
belli.